CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Alti e bassi. Un'unica costante

La rubrica di approfondimento sulla difesa della Sampdoria
30.04.2021 12:41 di  Paolo Paolillo   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Alti e bassi. Un'unica costante
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La Sampdoria in una settimana, anzi tre giorni al netto della sconfitta di Sassuolo, chiude definitivamente la pratica salvezza, prendendo sei punti fondamentali con Verona e Crotone.

Nella consueta rubrica di approfondimento del reparto difensivo, non si può non iniziare da Emil Audero. Che dire, col Verona non può nulla sulla punizione di Lazovic, ma poi cala quattro parate d'autore: buone sullo stesso serbo e su Faraoni, monumentale la prima su Dawidowicz, a cui nega la soddisfazione del gol anche nel recupero. Si è detto tanto di questo ragazzo arrivato in sordina, quasi di passaggio, però lui si è messo sotto e, grazie al lavoro e ad una nuova serenità ritrovata, ha cambiato marcia rispetto al passato ed è – in assoluto – uno dei portieri più bravi del nostro campionato. A testimonianza di questo, citofonare Simy a Crotone. Il nigeriano che sta facendo faville in una squadra praticamente retrocessa, autore di 19 reti, nel finale di partita si presenta a tu per tu con Audero. Il numero 1 blucerchiato, però, con l'ennesimo intervento salva-risultato, mette la mano sul tocco a botta sicura del bomber pitagorico, mettendo in cassaforte la vittoria del Doria. I numeri di parate, la sua capacità di comandare la difesa su angoli e punizioni, la sua concentrazione, ci fanno capire che è lui l'uomo decisivo della Sampdoria targata Ranieri. Senza di lui, avremmo visto un altro film.

Capitolo terzini: un sempre generoso, ma poco avezzo al ruolo Alex Ferrari dà il cambio sulla destra a Bartosz Bereszynski, nella trasferta di Crotone. L'esterno basso emiliano, non sfigura, anche se soffre molto le sgroppate di Reca sopratutto. Anche Messias, quando decide di partire largo, lo mette molto in difficoltà. Il difensore blucerchiato, infatti, sembra soffrire ancora la fisicità degli avversari, e il passaggio alla difesa a tre lo aiuta a districarsi nei minuti finali. Il terzino polacco, invece, continua la sua striscia di partite positive, giocando molto bene col Verona, specie nella ripresa, quando alza il livello e chiude ogni fessura della retroguardia, e si distingue anche contro il Sassuolo. Ad onor del vero, il numero 24 soffre l'ingresso di Boga, che cambia la partita. Nonostante la grande velocità e tecnica veloce del francese, Bere regge l'urto anche se è messo in grande difficoltà.

Tommaso Augello, invece, bontà sua, si spara tutti e tre i match in una settimana. Parte male con il Verona, soffrendo le iniziative scaligere di Faraoni e Salcedo da quella parte,non ne prende mezza ed è insolitamente sporco nella giocata. Col Crotone, però, cambia marcia e torna quello di inizio campionato. Corsa, cross e carattere. Di lui colpisce sopratutto, la maturazione avvenuta in questa stagione: conscio dei propri mezzi tecnici, capace di leggere bene le situazioni e gestire i tempi di attacco e difesa. Ora gioca con una leggerezza che può essere un'arma importante per il suo e il nostro futuro.

Per quanto riguarda i difensori centrali, non si può che partire da Maya Yoshida: il giapponese è autore di una prestazione lucida col Sassuolo, che riscatta appieno la non convincente performance contro il Verona. Lì il capitano della Nazionale nipponica è sembrato veramente a corto di energie e lucidità e quel giallo rimediato gli ha permesso di tirare il fiato nella trasferta di Crotone. Contro i neroverdi di mister De Zerbi, invece, è sembrato autoritario e lucidissimo, tanto da meritare il nostro premio di MVP. Non ha sbagliato mezza lettura o chiusura o scelta. Se lo avessimo ritrovato, sarebbe una gran cosa per questo finale di stagione. Lorenzo Tonelli gioca solo la partita di Crotone e gioca un partitone. Annulla Simy, dimenticandolo una volta soltanto, ma ci pensa San Audero. Nei duelli fisici, lo sappiamo noi, lo sa lui e lo sa Ranieri, il toscano si esalta e il suo, con il centravanti nigeriano, è stato ruvido e corretto. Quando c'è da giocare di astuzia ed esperienza il mister doriano non esita a sceglierlo, sapendo che può essere una pedina importante.

Omar Colley, invece, attraversa una settimana opaca, sempre encomiabile per l'impegno, ma diciamo che qualche sbavatura da fine campionato arriva. Col Verona, pur disputando una discreta partita, è pigro sulla punizione di Lazovic. Saltando, infatti, avrebbe respinto il destro del serbo. Col Crotone si salva grazie sempre alla sua fisicità, respingendo gli assalti finali. Il liscio sulla linea di sinistra – nella ripresa – sarebbe stata materia da Mai dire Gol. Il ragazzo sa che con quei mezzi fisici, specie sull'allungo e nel gioco aereo, ha pochi rivali. Questo non vuol dire dormire sugli allori, visto che i vuoti di memoria della sua settimana sono completati dall'incredibile gollonzo preso al Mapei Stadium da parte dei blucerchiati. Ora, che il tentativo di Berardi di colpire di testa abbia ingannato il gambiano ci può stare, però è troppo brutto quel gesto per essere solo sfortuna. Il corpo è impostato male, lui cerca di abbassarsi e aspetta il pallone invece che andarci contro. Ciò non toglie nulla al miglior difensore stagionale del Doria, perché da partente è il titolarissimo della retroguardia.

Tirando le somme, la Sampdoria – dietro – è la solita Sampdoria, con alti e bassi e qualche punta di attenzione in meno. La costante, poi, è Audero, spartiacque di una stagione che poteva essere terribile e non lo è stata. Subire solo due gol in tre partite, contro squadre votate al gioco e all'attacco, è un segnale, possibilmente da mantenere e rinforzare, per finire bene il campionato, ecco. Tuttavia, l'assenza di motivazioni di classifica, potrebbero creare qualche "buco" a livello mentale. In più, il mercato si avvicina e si va incontro al solito bivio: mettersi in vetrina o risparmiarsi per la nuova avventura? Domande lecite, ma la situazione dell'Unione è questa e poco si può fare, se non prendere atto di quel che sarà.