Rossinelli: "Con Herrera esperienza utile. Bersellini mi ha capito come uomo."

29.03.2020 15:02 di Matteo Romano   vedi letture
Rossinelli: "Con Herrera esperienza utile. Bersellini mi ha capito come uomo."
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Con la maglia della Sampdoria, Marco Rossinelli disputò 145 presenze e segnò 6 gol tra il 1970 e il 1976. Nel giorno del suo settantunesimo compleanno, ai media ufficiali della Sampdoria, il giocatore di origine spezzina ricorda i suoi intensi anni in blucerchiato: 

"La Sampdoria ha rappresentato la mia vita calcistica, è stata la società che mi ha permesso di esordire e giocare in Serie A per molti anni, anche se poi sfortunatamente dopo sei anni mi hanno ceduto dopo avermi dichiarato incedibile”.

Gli inizi: “Durante un campionato regionale juniores, giocavo ala sinistra, e in una partita contro la Sampdoria si fece male il terzino sinistro. Allora l’allenatore della squadra, mio zio Mario Tommaseo, mi ha fatto arretrare a terzino e ho fatto una grande partita. Tornati a Spezia, l’allenatore è andato a parlare con il dottor Scarabello, allenatore della prima squadra, e ho cominciato così la mia carriera di terzino. La Sampdoria fa parte della mia vita anche per questo”.

L’arrivo al Doria: “Il mio acquisto alla Sampdoria non fu fatto dall’avvocato Colantuoni, ma dal presidente Sanguineti. Sono arrivato a luglio per il raduno, e c’erano tra gli acquisti Suarez, Lodetti e l’impatto è stato bello. Luisito era un fior di giocatore. Fu un’annata sofferta, perché Bernardini non è che non mi avesse visto di buon occhio, ma con i soldi spesi per me, pare 75 milioni, li avrebbe voluti spesi una punta, invece si trovò me – le parole rilasciate a Samp TV – Fu un’annata per farmi le ossa e farmi conoscere. Feci 6 presenze. Poi venne Heriberto Herrera, e neanche con lui fui titolare. Ma l’esperienza fu utile e mi fece tirar fuori le qualità per diventare titolare”.

Sulle sue caratteristiche tecniche: “Ero un giocatore che fondeva le fasce. Anche adesso sarei un giocatore moderno. Facevo circa 70 metri di scatto per ricevere palla. Ero generoso, giocavo con due piedi. Nei miei otto anni di A sarei migliorato con qualche gol in più. Ma all’epoca i tiri in porta negli allenamenti li facevano solo gli attaccanti… Il gol più importante lo feci ad Ascoli. Il primo e non si dimentica mai. Ho segnato a Torino contro la Juventus, e abbiamo fatto 1-1”.

Sul rapporto con Eugenio Bersellini e la sua inattesa cessione: “Bersellini è stato un allenatore che mi ha capito come uomo. Noi andavamo in ritiro a Rapallo, dove abitavo, e finito la colazione mi diceva: vai a salutare tua figlia e vieni per magiare. Aveva fiducia in me. Prima che finisse il campionato ero stato venduto al Torino. Vado a Bogliasco, viene da me e mi fa: ti ho mandato a monte un affare – riporta Sampdorianews.net – Ti avevano ceduto al Torino, ma la contropartita non mi piaceva. Tuttavia all’ultimo minuto del calciomercato mi hanno venduto alla Fiorentina. Era mezzanotte, a casa dei miei suoceri, accendendo la radio sentiamo dire ero uno dei colpi della Fiorentina. Mi è venuta una lacrima”.

Rossinelli chiude il suo racconto affermando quanto la Sampdoria gli sia rimasta nel cuore:

“Chiedevo sempre cosa faceva la Sampdoria e forse alla Fiorentina questo dava fastidio. Sei anni così belli in una società non si dimenticano. Sono sampdoriano. Devo essere grato allo Spezia ma la Sampdoria mi ha permesso di calcare i campi della Serie A, e poi i tifosi della Samp erano, sono e saranno sempre favolosi”.