ESCLUSIVA SN - Padovan: "Samp società sana, non mi pare ci sia volontà di cambiare assetto. Gol di Dodô a mio avviso è buono"

19.04.2016 08:50 di  Alberto Boffano  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA SN - Padovan: "Samp società sana, non mi pare ci sia volontà di cambiare assetto. Gol di Dodô a mio avviso è buono"
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© foto di Federico De Luca

Tra gli ospiti intervenuti ieri sera durante il consueto appuntamento con la trasmissione a cura di Sampdorianews.net Il Sampdoriano in onda sulle frequenze di TMW Radio, c'era anche il noto giornalista Giancarlo Padovan. Con lui abbiamo affrontato numerosi argomenti, tra i quali in primis le innumerevoli voci sulla società Sampdoria.

E' diverso tempo che ormai, puntualmente, si inseguono voci su un possibile cambio di assetto dirigenziale nella Sampdoria. Direttore, secondo Lei dobbiamo attenderci qualcosa al termine della stagione?
"La Sampdoria è una delle società sotto osservazione da parte dei media e dell'opinione pubblica. Francamente non credo, anche se le voci puntualmente smentite si sono sprecate. Io non mi sorprenderei se avvenisse qualcosa di questo genere, ma non mi sembra ci siano segnali in questa direzione. La Sampdoria è in questo momento una società sana che dovrebbe avere, a quanto ne so io, i conti a posto. E' una società che può presentare qualche sofferenza in base alle contingenze di mercato, ma non mi pare ci sia la volontà di cambiare l'assetto. Nella testa di Ferrero però non c'è nessuno, quindi credo non lo si possa dire. Alla Sampdoria sono stati accostati molti personaggi del mondo del calcio, tutti fortunatamente molti danarosi e abbienti in grado eventualmente di assicurare ai blucerchiati un futuro luminoso come quello tutto sommato vissuto l'anno scorso e anche quest'anno tra qualche chiaro e scuro".

La vicenda Eto'o ha gettato qualche ombra sulla società. Che idea si è fatto Lei di questa situazione?
"Non una buona idea. Non mi è piaciuto né Eto'o che ha convocato una conferenza stampa per delle questioni sostanzialmente private, né la risposta e non risposta della società. Indubbiamente, se ci sono delle spettanze che devono essere onorate credo che sia un fatto privato tra il calciatore e la Sampdoria: se la società è chiamata a onorare queste spettanze deve farlo, e non ci sono giustificazioni che tengano. Dopodiché mi è sembrato anche che la conferenza stampa di Eto'o fosse un po' ambigua: da una parte lodava l'operato di Ferrero dicendosi suo amico, dall'altro in qualche modo ne metteva in discussione la legittimità per quanto riguarda alcune operazioni. Delle due l'una, o si è amici o non si è amici, o si ha ragione o non si ha ragione. Non ho capito fino in fondo che cosa volesse, bisogna stabilire se come dice Eto'o i denari se li meritava in quanto erano un suo diritto oppure se come dice Ferrero è addirittura la Sampdoria ad averci già rimesso 100.000 euro. Sono questioni un pochino troppo oscurabili perché almeno io le possa comprendere, faccio fatica a pensare chi abbia ragione in una vicenda così anomala".

Passiamo all'attualità e alla gara di domenica sera tra Sampdoria e Milan. I blucerchiati reclamano per il goal annullato a Dodô: qual è la Sua idea sull'episodio? Pensando all'imminente avvento della moviola in campo, secondo Lei in questo caso avrebbe fugato ogni dubbio?
"No, e di fatto non lo hanno tolto. A mio giudizio è un goal buono, mi pare proprio che Quagliarella non tocchi la palla con la testa. Questo è un caso in cui anche l'assistenza della moviola all'arbitro non sarebbe servita. Credo però che la chiamata sia partita in ritardo, e il consulto tra arbitri sia stato un pochino troppo lungo. Ripeto, secondo me il goal era buono e ci vuole davvero un'azzeccagarbugli dell'arbitraggio per stabilire che Quagliarella ha toccato di testa".

La possibilità che dovrebbe essere data dalla prossima stagione agli arbitri di parlare nel post-partita secondo Lei potrà stemperare un po' gli animi?
"Stemperare non lo so, penso che tutti hanno la parola e darla anche agli arbitri non sarebbe sbagliato, in modo che possano dire perché hanno preso una certa decisione e in alcuni casi anche ammettere qualche errore. Non so se possa stemperare gli animi, ma certamente potrà chiarire molte situazioni".

Chiudiamo con un ex blucerchiato. Il rendimento fin qui poco positivo di Eder all'Inter pensa sia legato più a un calo fisico o si tratta di un discorso mentale? Rischia adesso di saltare gli Europei?
"Credo andrà comunque, ma temo che si sia giocato o si stia giocando il posto da titolare. Non credo sia un calo fisico, credo sia un problema psicologico legato alla pressione che si è ritrovato addosso. Ed è la dimostrazione di come in certi luoghi, anche in città importanti come Genova dove la pressione certamente c'è ma c'è anche la possibilità di fare calcio in maniera più seria e più calma, alcuni giocatori rendono al massimo mentre in altri possono pagare le richieste o della società o le aspettative dei tifosi o dell'allenatore. E' strana questa involuzione, però ricordiamoci anche che Mancini all'inizio lo ha messo a fare il centravanti, poi l'esterno e poi in panchina. Così un giocatore secondo me trova molte difficoltà ad esprimersi, credo che Eder possa essere contento del trasferimento dal punto di vista del blasone, ma non dal punto di vista del proprio rendimento".