Ritornando da Frosinone: le sensazioni

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora con Alfredopedulla.com, Radio19, Primocanale, TMW Magazine, TuttoEntella.com.
20.10.2015 15:00 di  Diego Anelli   vedi letture
Ritornando da Frosinone: le sensazioni
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© foto di Federico Casinelli/TuttoFrosinone.com

FROSINONE: Leali; Crivello, Blanchard, Diakitè, Rosi; Paganini, Chisbah, Gucher, Soddimo; Dionisi, Ciofani. All. Stellone.

SAMPDORIA: Viviano; Pereira, Moisander, Regini, Zukanovic; Carbonero, Ivan, Soriano; Eder, Cassano, Muriel. All. Zenga.

Sono partito dalle formazioni del Matusa che rendono già idea dell'occasione sciupata. È vero, tra difesa e centrocampo Walter Zenga ha dovuto fare di necessità virtù, non avendo a disposizione una decina di elementi e ritrovandosi senza mezzo centrocampo titolare viste le pesanti assenze di Fernando e Barreto. Nonostante ciò il gap tecnico tra le due formazioni resta evidente, da una parte i padroni di casa, ancora sull'onda dell'entusiasmo generato dalle due promozioni consecutive, dall'altra una compagine ricca di nazionali e talenti purissimi.

In quest'occasione non sono d'accordo con chi ha criticato Zenga, almeno per quanto riguarda le scelte dal 1' e il modulo adottato, va invece rivisto l'atteggiamento della squadra nell'arco dei 90' e su tale fronte dovrà lavorare in settimana. Dinanzi ad un'emergenza di tale portata le scelte erano praticamente obbligate, era peraltro giunto il momento di vedere all'opera dal 1' sia Cassano che Carbonero, a centrocampo i giocatori disponibili si contavano con le dita di una mano, probabilmente Palombo non era al top visti i recenti problemi fisici e si è data fiducia al giovane Ivan in cabina di regia. È vero, forse in termini d'esperienza e fisicità il promettente slovacco poteva non essere la scelta migliore, ma chissà quante polemiche da parte di qualcuno se la Sampdoria avesse offerto una prestazione del genere con Palombo titolare... Ho apprezzato molto la gara di Ivan nella prima mezz'ora, toccando con mano la personalità, il dinamismo e l'attitudine a restare sempre nel vivo del gioco. Negli ultimi minuti della prima frazione è calato d'intensità, perdendo un paio di pericolosi palloni in fase d'impostazione che gli sono costati l'ammonizione. Il Frosinone ha man mano recuperato terreno, assumendo per 70' il dominio nel cuore del centrocampo.

Concordo con le dichiarazioni di Emiliano Viviano, raccolte da Sampdorianews.net nella mixed zone del Matusa. Stavolta non è stato sbagliato l'approccio alla gara, un qualcosa avvenuto invece in occasione di altre trasferte, o contro avversari ritenuti inconsciamente inferiori sulla carta. Nei primi 20' la Sampdoria aveva il pallino del gioco in mano, dava sempre la sensazione di poter far male agli avversari, ma non è riuscita a concretizzare, clamorosa l'occasione capitata sui piedi di Muriel, una chance da non fallire al di là del tocco decisivo, seppure quasi impercettibile, di Leali. Il dinamismo e gli inserimenti dei centrocampisti hanno poi lasciato spazio ad un possesso palla sterile, una manovra lenta e prevedibile, un trio offensivo di scarso supporto in copertura, un centrocampo preso spesso fuori tempo e una difesa tutt'altro che impermeabile.  Preoccupa soprattutto il calo d'intensità e concentrazione dell'inizio ripresa, dopo aver avuto a disposizione il  break per caricare le pile.

Da rivedere Carbonero in una giornata complessivamente migliore per la squadra anche se ha dato qualche segnale interessante in termini di personalità, bene Fantantonio, tra i pochi a salvarsi in un pomeriggio da incubo per la Sampdoria, in miglioramento per tenuta fisica e rendimento, si attende di vederlo quanto prima al top della condizione; questa squadra non può privarsi del suo talento, eventualmente anche soltanto a partita in corso, soprattutto quando il tandem offensivo non gira al meglio. Il festeggiatissimo e acciaccato Eder è rimasto piuttosto avulso dal gioco, mentre Muriel si è fatto notare soltanto per la grande occasione fallita ad inizio gara, non riuscendo mai a saltare l'uomo e finendo per intestardirsi in tocchi leziosi fini a se stessi e giocate di elevatissima fattibilità.

Si tratta sicuramente di una brutta battuta d'arresto, inevitabilmente destinata a ridimensionare almeno in parte le ambizioni blucerchiate. Soltanto un punto, in occasione dell'ottima rimonta al San Paolo anche grazie all'eurogoal di Eder, in quattro trasferte, approcci sbagliati o la tendenza a volatilizzarsi improvvisamente nella fase topica del match come avvenuto al Matusa, senza riuscire ad incidere, o a reagire in maniera rabbiosa e convincente. Tornando dal lungo viaggio di Frosinone ho pensato a lungo a quanto accaduto, in troppe occasioni la Sampdoria si perde in determinati contesti e contro avversari sulla carta di livello tecnicamente inferiore. Senza tornare indietro di decenni basta pensare a Nocera, quattro goal subiti in mia presenza e un'altra piazza portata ai festeggiamenti grazie alla nostra non prestazione nonostante avessimo in campo una carrozzata per la cadetteria, ma i campionati non si vincono con le figurine e la promozione arrivò grazie ad un'incredibile rimonta con un altro allenatore e un organico rivoluzionato a gennaio.

Fortunatamente i contesti e la forza delle rose sono ben diverse, ora siamo in A e abbiamo a disposizione un organico competitivo, anche se determinate lacune sono sotto gli occhi di tutti, ad esempio la scarsa affidabilità di determinati elementi nelle retrovie, con un Moisander ancora incerto e un Regini provato da centrale in perenne difficoltà tra fine primo tempo e inizio ripresa. Al Matusa bisogna ringraziare la lentezza e l'imprecisione di Ciofani, altrimenti il passivo sarebbe stato ancora più pesante. Ciclicamente però si ripetono nella nostra storia queste debacle su determinati campi, dobbiamo migliorare a livello di mentalità e concentrazione. Anche sotto di due reti mi avrebbe fatto molto piacere assistere ad una reazione grintosa e coinvolgente della squadra, invece tanti tocchi leziosi, manovra alla moviola, fasce ignorate, poche idee e scarso movimento senza palla.

E per concludere ritorniamo alla considerazione degli 11 di partenza. Il Frosinone presentava in campo non soltanto quattro acquisti estivi, ma ben sei undicesimi provenienti dalla vittoria del campionato di Lega Pro. Una constatazione che va a rafforzare un concetto ormai piuttosto evidente: nel calcio moderno non si va da nessuna parte senza concentrazione, mentalità vincente, aggressività e alti ritmi. Aggiungiamo inoltre che il nostro è un campionato strano, nel quale ogni formazione può fare punti contro chiunque, non pare esserci l'ammazza campionati indossando le vesti della Juventus, stiamo ammirando formazioni potenzialmente in grado di trasformarsi in autentiche outsider (es. Atalanta e Sassuolo) e compagini stranamente in difficoltà.  Detto questo, la Sampdoria ha già dimostrato di possedere grandi qualità e far punti contro avversari superiori, può ritagliarsi uno spazio da protagonista, ma soltanto se non perderà per strada il proprio dna, fatto di grinta, umiltà, determinazione, spirito di gruppo e organizzazione tattica.

Con Roma e Inter sono arrivati punti anche grazie  a scontri di gioco vinti, palloni sradicati, raddoppi di marcatura e reparti vicini tra loro. Se si gioca in punta di piedi, sotto ritmo, cercando la giocata di classe con supponenza e dimenticandosi il significato dei termini “sacrificio” e “dinamismo”, non si va da nessuna parte, ne abbiamo avuto riprova. Nessuno se lo dimentichi, per favore.