IL SAMPDORIANO - Vicini all'obiettivo: da Ranieri a Bonazzoli passando per un Gruppo

Diego Anelli Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Collaboratore di Alfredopedulla.com, Mondosportivo.it.
17.07.2020 09:24 di  Diego Anelli   vedi letture
IL SAMPDORIANO - Vicini all'obiettivo: da Ranieri a Bonazzoli passando per un Gruppo

Non è ancora fatta ma ci siamo avvicinati fortemente all'obiettivo salvezza, il minimo sindacale quando ti chiami Sampdoria, la vita calcisticamente parlando quando vivi una stagione simile. Il grande passo in avanti è stato compiuto grazie a ben quattro successi su cinque gare, siamo usciti sconfitti, peraltro immeritatamente, contro la corazzata Atalanta offrendo una Prestazione con la P maiuscola per coraggio, mentalità, compattezza e strategia tattica.

Prima della trasferta di Lecce, potenzialmente decisiva per il nostro cammino, avevamo ribadito due concetti; in primis siamo sempre stati convinti che questa squadra, seppure con tutte le lacune, l'indebolimento estivo e i discorsi societari, avesse tutti i mezzi tecnici, caratteriali e tattici per tirarsi fuori dalla zona calda. Non si parlava di ambire all'Europa, ma di tenersi almeno tre avversari alle proprie spalle e anche il sottoscritto, su queste pagine, ha sempre ribadito di essere convinto, e non solo ottimista o speranzoso, che una squadra con determinati elementi in organico non potesse finire all'inferno. Una convinzione, un'opinione rimasta intatta, nonostante in tanti ci dessero già per retrocessi in più occasioni durante la stagione, finendo perfino per criticare persone e professionisti sinceramente intoccabili, come Quagliarella e mister Ranieri. Il pessimismo e la destabilizzazione non fanno mai bene, fanno solo il gioco di chi non ci ama e vuole acque agitate, figuriamoci quando si gioca il tutto per tutto e bisogna porre il bene della Sampdoria prima di tutto e di tutti.

Il secondo concetto fa riferimento al fatto che tale squadra, tecnicamente superiore a buona parte delle compagini immischiate nella lotta per non retrocedere, dovesse dimostrare quello spirito e quella mentalità di chi è consapevole di andare in campo con il sangue agli occhi, la bava alla bocca. Soltanto a tali condizioni, esclusivamente pareggiando la grinta, la determinazione, la disperazione di chi condivideva la nostra situazione, potevamo avere la meglio. Servivano le palle quadrate, appunto, per far finalmente vedere che questa Sampdoria, nonostante le numerose difficoltà strutturali, avesse tutti i margini per tirarsene fuori. I ragazzi hanno risposto presenti, trovando a Lecce quel successo fondamentale, spartiacque per affrontare con maggiore tranquillità e consapevolezza dei propri mezzi gli impegni successivi. Anche se dovevamo fare i conti con la pesantissima assenza di Fabio là davanti, la squadra ha messo in campo il massimo, tutto quello che, sotto il profilo mentale, psicologico, fisico e tecnico – tattico, poteva garantire.

Nella tana dei salentini siamo usciti vittoriosi lottando su ogni pallone e ringraziando quel pizzico di buona sorte che non si rifiuta mai, da quel momento abbiamo visto un'altra Sampdoria, già a partire dalla gara da non fallire a tutti i costi con la Spal. Una formazione matura, organizzata, predisposta alla costruzione e non alla mera attesa, compatta, più cinica rispetto al passato a concretizzare le occasioni da rete, finalmente trascinata dai propri leader ed elementi dotati di maggiore esperienza e qualità tecniche. Non va inoltre trascurata la tanto agognata scelta offensiva; Fabio è ritornato alla grande sfornando una prestazione di grosso spessore contro l'Udinese nonostante ben quattro mesi di stop, Manolo sta trovando la via del goal con estrema facilità ed invidiabile continuità trovando sigilli davvero pesanti in termini di classifica, la fantasia e la garra di Gastòn, Antonino alle prime presenze in blucerchiato, il jolly Federico, la carta che non ti aspetti e quindi la più gradita.

Sono  trascorsi ormai cinque anni dall'importante investimento sostenuto per acquistarlo dall'Inter, tanti prestiti senza lasciare tracce, rimasto quasi per caso in estate, Federico Bonazzoli ha dato un esempio fondamentale; credere su ogni pallone e gettare il cuore oltre l'ostacolo. In ogni occasione, anche ad inizio stagione e quando non realizzava goal da cineteca, non è mai venuto a mancare in termini di concentrazione e spirito battagliero, cercando di sfruttare al meglio il minutaggio a disposizione. Un grosso esempio nei confronti dell'intero gruppo. Da Udine in poi arrivano anche i goal e che goal; in rovesciata, in diagonale dalla lunga distanza, allungandosi su un pallone lungo per tutti ma non per la vecchia promessa del vivaio interista. Goal non per caso ma da talento vero, gioie del gruppo, da condividere tutte insieme, basta guardare l'entusiasmo in campo e in panchina ai suoi goal, in primis di Quagliarella, orgoglioso e saggio nel guidare il giovane compagno di reparto.

Tutto vero, ma con una doverosa premessa; l'enorme peso specifico del principale artefice della rimonta, colui che ha consentito alla Sampdoria stagionale di conquistare finora 35 punti in 25 gare, ovvero Claudio Ranieri. Dovendo giocare senza pubblico, si è potuto ascoltare con maggiore facilità come il mister segua, passaggio dopo passaggio, i suoi ragazzi, accompagnandoli, quasi telecomandandoli, non lasciandoli mai soli. Le sue urla sono entrate nelle teste, nei cuori, nelle anime di ognuno di noi, non possono esserci i tifosi a soffiare alle spalle dei ragazzi per le ormai note disposizioni anti covid, ci pensa il mister a rivelarsi il valore aggiunto. Sotto il profilo tecnico – tattico ha rimesso in sesto una barca alla deriva, è entrato nella testa di ogni calciatore, comprendendo le difficoltà, motivandolo, renderlo parte attiva del progetto, cercando di valorizzare al meglio le sue caratteristiche. Senza esperimenti, senza invenzioni, senza fumo da vendere. 

Avevamo un organico sì indebolito, ma non scarso, chi è scarso resta tale anche con il miglior tecnico del mondo, ogni calciatore è una persona come tutti noi, anche se talvolta la massa è portata a pensare al contrario. Se non si è tranquilli, si perdono i punti di riferimento, non si crede più nella bontà del proprio lavoro, la consapevolezza dei propri mezzi va a farsi benedire e talvolta gli alibi diventano comodissimi finti alleati. La Sampdoria in campo aveva paura dei propri fantasmi, Ranieri ha svolto un lavoro incredibile per spazzare via timori, nuvole e temporali, riportando il sereno, ci auguriamo per più tempo possibile.

Adesso vediamo un Audero che trasmette maggiore sicurezza al reparto, fatta eccezione per l'episodio del 2-2 annullato all'Udinese, Augello in un rendimento in netto crescendo con dinamismo, personalità ed efficacia, Colley sempre più guida affidabile del reparto arretrato, Ekdal bussola imprescindibile, Jankto finalmente costante e pericoloso nell'aggredire gli spazi, Linetty attaccante aggiunto, Thorsby moto perpetuo, fino ad arrivare al parco attaccanti, dove ogni elemento si sta contraddistinguendo per goal, assist e grande lavoro sporco al servizio della squadra. Siamo quasi giunti all'obiettivo, mancano un paio di punti per poter ritenere chiusa la pratica, attesi tra Parma e derby, prima della tosta doppia sfida con Juventus e Milan e l'ultima giornata a Brescia. Nei prossimi 180' possiamo ottenere i punti mancanti per giocare con la massima tranquillità le ultime sfide, occhio ai diffidati. Una volta tirato un enorme sospiro di sollievo in campo, ci saranno tempi e modi per chiedere doverose spiegazioni per una stagione tormentata e comprendere gli scenari a breve termine, dentro e fuori dal campo.