IL SAMPDORIANO - Una parola è troppo, cento sono poche. Il momento Sampdoria

19.10.2021 09:18 di  Diego Anelli   vedi letture
IL SAMPDORIANO - Una parola è troppo, cento sono poche. Il momento Sampdoria
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Una parola sarebbe eccessiva, cento sarebbero poche. Per descrivere l'attuale momento della Sampdoria in ogni sua componente potrebbe servire un secolo o una frazione di secondo, ogni Sampdoriano può vederla legittimamente a modo suo e ci mancherebbe altro.

Fino a due giornate fa si collezionavano in giro complimenti a iosa per Roberto D'Aversa, capace di mettere in campo una squadra coraggiosa, gagliarda, pronta a lottare e a giocarsela con chiunque e con un'identità di gioco apparentemente già consolidata. Quindici giorni più tardi situazione diametralmente opposta, da fornitore di aria fresca dopo Claudio Ranieri (artefice di un bottino di 91 punti in due campionati sotto la sua  gestione) all'ultimo degli ultimi secondo alcuni commenti che si leggono in giro.

Ranieri non allena nè da ieri e nemmeno dall'altro ieri, molto spesso nemmeno io mi divertivo nel guardare la "sua" Sampdoria e ogni tanto faticavo a comprendere gli 11 titolari frequentemente differenti ma sinceramente, almeno a livello di tifoso, non me ne fregava assolutamente nulla. Nel calcio contano sempre e soltanto risultati e classifica, ancora di più quando la situazione è quella dell'attuale Sampdoria e del calcio in generale in epoca covid. A livello di nomi è vero si poteva anche esprimere un gioco più divertente e magari cercare di valorizzare meglio alcuni talenti in primis Mikkel Damsgaard (dopo l'ottima gestione di Augello e Thorsby completamente dimenticati prima del suo avvento in panchina). 

Con la sua esperienza si era ben reso conto come strutturalmente mancasse un'ossatura in termini di equilibrio alla Sampdoria, avanzare il baricentro sarebbe significato sottoporre la difesa, già di suo non simbolo di garanzia, a rischi eccessivi nonostante il lavoro di Ekdal e Thorsby. Qualcuno mi ha riferito di aver letto in giro commenti di persone entusiaste dinanzi alla scoppola subita da Ranieri all'esordio con il Watford. Come cavolo siamo finiti in basso, si raschia il fondo del barile, riprendersi sarebbe doveroso... E nemmeno D'Aversa deve essere giudicato l'ultimo degli ultimi, non ha tutte le colpe. 

L'organico, nonostante il colpo Caputo, non è stato rinforzato come sarebbe stato utile in ogni reparto, sia qualitativamente che numericamente, alcuni elementi chiave non stanno vivendo un periodo brillante in termini di condizione fisica, in primis Albin Ekdal e Fabio Quagliarella, non si può pretendere che Morten Thorsby faccia il maratoneta per 34 giornate. Fatte tali premesse alcune responsabilità vanno divise anche con la guida tecnica, senza finora un modulo tattico preciso e con eccessiva predisposizione verso una filosofia offensiva. Vero che la Sampdoria possiede i migliori calciatori tra attaccanti ed esterni, ma qualcuno deve occuparsi di proteggere la difesa e qui ecco il principale punto dolente a mio modesto parere.

Si parla molto delle amnesie difensive e difficoltà realizzative, ben poco della situazione a centrocampo. Ci manca come il pane Albin Ekdal, colui che è arrivato alla Sampdoria senza squilli di tromba ma capace prima di non far rimpiangere Torreira e poi di svolgere un immenso lavoro sporco. È evidente come Morten Thorsby (grazie a Dio non è partito) abbia bisogno di respirare, come testimoniato da falli e nervosismo, ma soltanto squalifiche e, toccando ferro, problemi fisici possono consentirglielo non avendo sostituti in rosa. 

Kristoffer Askildsen va ad ottenere un minutaggio superiore a quello ottenuto nell'anno e mezzo precedente, finora resta un punto interrogativo, non riuscendo a togliersi la timidezza e a lasciare tracce. A questo punto sarebbe giusto provare Simone Trimboli, ricco di personalità, attaccamento e dotato di buona tecnica. Adrien Silva completa la ristretta gamma dei centrocampisti, le qualità tecniche non si discutono ma nel ruolo servirebbe maggiore dinamismo.

Contro lo Spezia sarà già un delicato scontro salvezza, ci arriveremo in condizioni disastrate in mediana vista l'assenza di Thorsby ed Ekdal in dubbio, saranno fondamentali qualità, grinta ed equilibrio per non uscire con le ossa rotte. Probabilmente D'Aversa si gioca la panchina e la Sampdoria una buona dose di tranquillità. Tra gli aspetti più preoccupanti l'involuzione di gioco con Udinese e Cagliari, subendo a lungo la manovra friulana e non sfruttando le difficoltà psicologiche dei sardi. Soprattutto senza i mille polmoni scandinavi dobbiamo aggrapparci alla qualità dei più esperti, Candreva compreso, reduce dal grave errore del vantaggio cagliaritano. 

Poi se nelle pagelle in giro ci si scorda del palo colpito, l'assist sulla testa di Colley e il fatto di essersi caricato la squadra sulle spalle per tutta la ripresa, finendo per premiare chi non lascia tracce in campo, facciamocene una ragione. Venerdì sarebbe servito e non poco il pubblico delle grandi occasioni e invece ci si attende ancora un Ferraris semideserto. Non entrando nel merito delle motivazioni di chi accede e chi resta fuori, spero solo che i presenti si facciano sentire, augurandoci tempi migliori, anche qui.