IL SAMPDORIANO - Ritroviamo gli attributi. Il “mercato di novembre” e il giochino degli obiettivi. 10 anni con Sampdorianews.net
In tre gare 11 goal subiti dall'ex miglior difesa, zero punti conquistati, una preoccupante involuzione in termini di gioco, mentalità e carattere, una sola marcatura su azione peraltro ininfluente all'Olimpico. Numeri che fanno riflettere anche considerando lo 0-0 contro il Sassuolo e la ripresa disputata a San Siro, dove eravamo andati a segno non tanto per il gioco corale, quanto per due straordinarie giocate di infinita classe della premiata ditta Saponara & Quagliarella.
La prova offerta contro i giallorossi è stata pesantemente al di sotto delle aspettative e degli standard qualitativi blucerchiati. Il risultato non lo farebbe pensare, non avevamo però contro una super Roma sebbene fosse reduce dal successo di Mosca. In parte la stanchezza europea, in parte le difficoltà casalinghe già evidenziate in campionato. Tutti aspetti che avrebbero dovuto giocare a nostro favore, è bastato abbozzare un gioco ad inizio ripresa e la loro difesa aveva iniziato a traballare, con il gioco compassato in mediana a registrati i primi palloni persi. Purtroppo l'illusione è durata l'arco di una decina minuti, una volta non assegnato il penalty, inizialmente dato per l'intervento di Manolas su Ramirez, la nostra parentesi di gloria è andata agli archivi.
Quando si parla di Giampaolo a Genova non è mai esistita una via di mezzo. Arrivò tra lo scetticismo generale, ritenuto da molti tra le scelte meno gradite in assoluto ricordando alcuni esoneri, un derby gli salvò la panchina. Da quel momento abbiamo ammirato grandi prestazioni e altrettante vittorie non soltanto nelle stracittadine, in particolare contro le big, offrendo un gioco che ha talvolta entusiasmato. I crolli contro le cosiddette matricole, una panchina non all'altezza dei titolari e i mesi in calando a fine stagione non hanno consentito di raggiungere obiettivi più ambiziosi. Da un allenatore da esonerare ad un maestro di calcio, l'equilibrio dell'opinione pubblica non ha mai regnato sovrano.
Prima del suo avvento da anni la Sampdoria non vantava un tecnico in grado di offrire una certa identità di gioco, a rendere riconoscibile la nostra amata, capace di valorizzare i numerosi talenti pescati in giro per il mondo dallo scouting. Non saranno sicuramente tre sconfitte consecutive a spazzare via ogni dato di fatto, non sarebbe intellettualmente onesto, né riconoscente. Fatta questa doverosa premessa, è normale avere qualche perplessità sullo schema monotematico del suo 4-3-1-2, nel quale le corsie esterne non vengono sfruttate e il trequartista ha un ruolo chiave, perfino eccessivo, peraltro in un modulo ormai spesso sorpassato in giro per l'Europa.
All'Olimpico sono rimasti in panchina giocatori non al top della condizione fisica come Ekdal e forse Tonelli, Quagliarella ha bisogno di riprendere fiato non potendo tirare la carretta per l'intera stagione e Saponara va comunque “tutelato”. La sua recente carriera ha dimostrato quanto purtroppo la malasorte lo abbia condizionato; abbiamo visto quanto siamo dipendenti dalle sue giocate, essendo l'unico trequartista in grado di far davvero la differenza. Normale però interrogarsi se fosse necessario rinunciare, o non rischiare tutti questi elementi chiave nella stessa gara.
Ho voluto partire con il mister non giudicandolo il primo “responsabile” della presunta crisi o involuzione, soltanto perchè immagino sia destinato a diventare il primo bersaglio di critiche nelle due settimane precedenti al derby, un po' da alcuni tifosi, un po' dalla stampa. Basterebbe vincere il derby, come tutti noi ci auguriamo, che l'opinione generale ribalterebbe nuovamente il suo pensiero. In campo ci vanno i giocatori e sinceramente nelle ultime sfide abbiamo “ammirato” troppa gente che trotterella come giocasse nel giardino sotto casa, non combatte su ogni pallone, scende in campo determinato ma si scioglie come neve al sole alla prima difficoltà, al primo goal subito, senza scordare chi entra in campo con il muso e pare destinato a scavare nelle miniere di zolfo anziché guadagnare una barca di soldi e indossare la maglia più bella del mondo. Quindi a prescindere dai limiti tecnico-tattici chi scende in campo si ricordi di avere gli attributi e usiamoli, non esclusivamente perchè incombe la stracittadina (la quale sta purtroppo rischiando di diventare da qualche anno l'unico obiettivo stagionale, assieme al primato cittadino, che “bel” ridimensionamento...). Certe prestazioni non sono accettabili, in ogni caso.
A proposito di attributi... in settimana i miei sono diventati quadrati dall'incazzatura quando ho sentito presunti esperti calcistici sostenere che fosse normale subire un paio di goal di scarto in casa dal Torino in virtù della superiorità granata, testimoniata dal lusso di tenere in panchina gente del calibro di Soriano e Zaza, potenziali titolari nell'11 blucerchiato. Intendiamoci bene, fino a quando parliamo delle big sto zitto e faccio i conti con la realtà. Quando vengono tirate fuori altre compagini, che sia il Torino, la Fiorentina, il Sassuolo o la non più sorprendente Atalanta targata Gasperini ecc, non riesco ad accettare lo stato delle cose, lascio la condizione passiva e impotente a chi ci è abituato e non conoscerà mai stimoli. L'ambizione deve sempre esistere, siamo la Sampdoria, saranno pur passati gli anni d'oro e nessuno pretende la luna, nemmeno però ci si merita un ridimensionamento simile, “accettando” debacle contro avversari che possono e devono essere almeno al nostro livello.
Recentemente si sosteneva che le prime sei sono irranggiungibili e per il settimo posto anche la Sampdoria sarebbe in gioco. Questa è una considerazione più realistica e consona al blasone e alle potenzialità di una formazione come quella blucerchiata, o come dovrebbe essere. Alzare, o abbassare gli obiettivi a seconda dei risultati è un giochino vecchio come il mondo che non porta a nulla di buono, crea soltanto confusione tra le varie componenti e si trasforma in un salvataggio non previsto. L'organico attuale ha dei valori importanti in determinati reparti, in altri ruoli le lacune non sono state colmate, in primis quella famosa punta centrale trattata per mesi e mai arrivata in estate, costringendo la guida tecnica ad avanzare Caprari nel reparto offensivo. E quando si punta su più giocatori reduci da infortuni o un'annata ai margini, è fisiologico dover gestire assenze e turnover.
Nel frattempo tutti i Sampdoriani hanno fatto una scoperta, o meglio hanno avuto una non graditissima conferma. Secondo qualche media esiste il mercato di ottobre – novembre, la terza sessione annuale nel quale diventiamo improvvisamente un supermarket; c'è chi rinnova e viene venduto contemporaneamente a dieci squadre come nel caso di Andersen, c'è chi non rinnova e crea problemi, c'è chi non rinnova e bussa alla porta, c'è chi non rinnova e scalpita. Quando gli argomenti sono carenti in qualche modo bisogna anche occupare spazio, le telenovele di mercato sono diventate quotidiane anche nei periodi “apparentemente morti” e casualmente certe tematiche vengono alimentate nei giorni precedenti al derby.
E' ovvio che un rinnovo non significhi incedibilità, rappresentando un modo per rafforzare giustamente il potere contrattuale del club, come normale che sia il fatto che ogni società tenga monitorato il mercato 365 giorni all'anno. Ognuno scrive e si comporta come crede, di certo su queste pagine come da tradizione non parteciperemo al circo mediatico di un mercato fatto di voci diffuse nei rari periodi nel quale è il campo a rappresentare l'attualità. Come sempre Sampdorianews.net resterà fedele ai propri principi, trattando in maniera dettagliata, approfondita e tempestiva gli argomenti di mercato con i modi e i tempi ritenuti più corretti, facendo leva sulle proprie esclusive e una rigida scrematura delle fonti.
E proprio con Sampdorianews.net vorrei concludere questo editoriale. Oggi è una giornata speciale, il 12 novembre di dieci anni fa il nostro portale faceva il suo debutto nel mondo online. Sembra passato un secolo, sembra ieri. Al vostro fianco abbiamo vissuto tante gioie e altrettanta sofferenza calcisticamente parlando: le serate europee, i preliminari di Champions League, la retrocessione, la promozione, i derby, le sessioni di mercato, i ritiri estivi. Ogni singolo lettore ha rappresentato la nostra forza, non ci avete mai fatto mancare passione, fedeltà, affetto, stima e rispetto nei confronti della realtà Sampdorianews.net, non smetteremo mai di ringraziarvi. Da parte nostra sarà garantito il consueto impegno con passione, competenza, sensibilità e spirito di gruppo, attribuendo sempre la priorità alla Sampdoria e ad un'informazione Sampdoriana, mai di parte, mai di comodo, come avvenuto in ogni singolo giorno dei nostri primi 10 anni. Siamo ancora qui, e già... restando fedelmente noi stessi, sempre a testa alta.