ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Questione un po' più profonda riguarda tutto l'ambiente. Il cambio di mentalità e la vetrina Samp..."

15.03.2018 17:45 di Enzo Tirotta   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Questione un po' più profonda riguarda tutto l'ambiente. Il cambio di mentalità e la vetrina Samp..."
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La sconfitta di Crotone ha lasciato interdetti tutti i tifosi doriani, ma sbaglia chi resta interdetto soltanto adesso: si tratta di un trend negativo che va avanti da diversi anni, dovuto probabilmente a questioni di mentalità, di tattica o di applicazione di essa, e che fa sì che nelle ultime due stagioni quando sbagliamo partita prendiamo un'imbarcata.

Quando abbiamo partite con pochi stimoli succede ciò che succedeva l'anno scorso, non c'è da meravigliarsi, ma da incazzarsi sì. Era palese, io stesso in molte occasioni, quando ho sentito dire "arriva un ciclo di partite più facili", ho ribadito che no, non sono avversari più abbordabili, queste sono partite per noi pericolosissime. La gara di Crotone lo ha dimostrato, così come la trasferta con il Chievo un anno e mezzo fa.

Noi queste partite le affrontiamo male, e non è una questione di giocatori: ad Udine c'erano i titolarissimi, ma abbiamo preso lo stesso quattro gol. Noi abbiamo un problema che non dipende dalla formazione o dal modulo, piuttosto dipende, probabilmente, dal modo di applicare questo modulo in determinate partite, che se non è supportato da una spinta agonistica importante, se mancano rabbia e cattiveria, quegli elementi che subentrano quando si gioca in casa, fa in modo che si prenda un'imbarcata anche dal Crotone. E non solo dal Crotone, già tre anni fa a Frosinone era andata così. Capita troppo spesso, quindi c'è un problema, ed è più che un problema tecnico-tattico. E' l'unico difetto che non riusciamo a eliminare.

Io credo che ci sia una questione un po' più profonda che riguarda tutto l'ambiente Samp. Noi non siamo un ambiente in grado di fare salire la tensione "a comando", ma spesso viviamo degli sbalzi, e li viviamo abbastanza istericamente, come è successo questa settimana. Non siamo la Juventus, dove hanno la capacità di far salire la tensione quando necessario, anche se la partita in sé non dà sufficienti stimoli. Nel nostro ambiente, o nasce spontaneamente, o non riusciamo a sopperire a questa mancanza.

Non saprei se la Società, anche prima di una partita come Crotone, dove chi è uomo di calcio non può non aspettarsi queste insidie, potesse intervenire per alzare la concentrazione. Ho apprezzato il fatto di sentire la voce di Romei dopo la sconfitta, ma se fossi stato in lui sarei andato già da subito negli spogliatoi, dando un segnale importante a tutto l'ambiente di incazzatura nei confronti della squadra, perché è la squadra che è stata responsabile, per l'ennesima volta, di questa debacle.

Penso che questo problema si possa risolvere, considerate le figure professionali attuali -dirigenti, allenatore, giocatori-, solo cambiando la mentalità, e la mentalità non si cambia in due o tre mesi. Non si tratta di fare una piazzata, non sarebbe risolutiva né se arrivasse dai tifosi, né dalla dirigenza. La piazzata può starci se perdi una volta 4-0, se l'imbarcata arriva diverse volte in un anno non serve una piazzata, serve qualcosa di strutturale.

A questo punto la Società deve intervenire su un binario doppio, mi aspetto sì che Romei intervenga facendosi sentire immediatamente, ma anche che parallelamente si faccia un lavoro di costruzione di una mentalità diversa da quella che abbiamo adesso. Non vorrei fare paragoni scomodi, ma la Sampdoria prima di vincere lo scudetto è stata per anni considerata una squadra immatura, proprio perché aveva questi sbalzi di rendimento, dovuti solo ed esclusivamente all'attenzione, essendo già una squadra fortissima.

La metà della rosa attuale si ritiene di passaggio, quindi considera la Samp una vetrina. Crotone non è una vetrina, e non dà gli stessi stimoli rispetto a San Siro, anche se con il Milan stesso è arrivata una sconfitta, seppure in maniera diversa. A Milano avevamo di fronte una squadra forte che ha giocato bene, e ce ne possiamo fare una ragione, domenica invece no. In questo senso non ho dubbi che la gara contro l'Inter darà degli stimoli in più, e sono convinto che faremo una prestazione diversa. Sarà comunque difficile, perché quella di Spalletti è una squadra molto forte, ma credo proprio che faremo bene, è una di quelle partite che solitamente non sbagliamo: in casa contro una squadra titolata.

Dopo quasi due anni posso dire che questo è l'unico difetto "di fabbrica" di Giampaolo. Io sono un suo grandissimo estimatore ma sono anche contento di dover dire che anche lui ha qualche difetto. Ci sono allenatori che probabilmente sono meno capaci didatticamente o tatticamente, ma che riescono a dare quel qualcosa in più a livello nervoso, anche se le partite, alla fine, le vincono i giocatori forti, non quelli grintosi. Ho visto la Roma contro lo Shakhtar: loro erano tignosi, aggressivi, ma hanno comunque perso. L'Avellino non ne ha mai vinti di Scudetti, nemmeno l'Ascoli.

Sarà necessario trovare una soluzione insieme, squadra, Società e mister. Se la Società individua una carenza caratteriale è doveroso che provi ad intervenire: è diverso se in panchina ad accompagnare la squadra ci va Tirotta, oppure il direttore generale. Questo è un momento in cui dobbiamo giocare tutte le carte che abbiamo, potrebbe servire anche quello, la presenza di una figura che magari finora è rimasta più distante. La prossima trasferta è a Bergamo con l'Atalanta. Per esempio tutti conosciamo la vicenda Strinic, e mi sembra che la Sampdoria stia tenendo il punto con il croato. Abbiamo figure come Pradè e Osti che masticano calcio da tanti anni, non sono certo io a dover dire cosa devono fare, ma questo è un momento in cui non bisogna tralasciare nulla.

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