Ci attende una battaglia. Noi siamo la Sampdoria, noi siamo Sampdoriani, non dimentichiamocelo

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora con Alfredopedulla.com, Radio19, Primocanale, Radio Sportiva, TMW Magazine, TuttoEntella.com.
17.02.2015 08:20 di Diego Anelli   vedi letture
Ci attende una battaglia. Noi siamo la Sampdoria, noi siamo Sampdoriani, non dimentichiamocelo
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La sua Presidenza è iniziata soltanto a giugno, era un neofita nel mondo del calcio, ma ha impiegato ben poco tempo a svolgere il ruolo di Presidente nel migliore modo possibile. Massimo Ferrero non è soltanto il personaggio tanto chiacchierato e altrettanto discusso dai mass media, sempre pronti a giudicarlo, criticarlo, o interrogarsi sulle sue caratteristiche, ma, al tempo stesso, a farsi gara per invitarlo in ogni programma tv di punta.

Finora si è dimostrato un Presidente con la P maiuscola e non mi riferisco esclusivamente alle scoppiettanti sessioni di mercato, sarebbe fortemente limitativo. Certo, le campagne acquisti – cessioni sono quelle che creano entusiasmo, fanno sognare, occupano le pagine dei giornali e i titoli di apertura dei tg sportivi, ma un Presidente fa la differenza in mille altri modi, più incisivi e decisivi nei momenti più delicati. In estate dopo il cambio di proprietà nell'incontro serale con Sinisa Mihajlovic, nella gestione del caso Eto'o poche ore dopo il caos mediatico facendo ricorso ad allegria, diplomazia e buon senso, ieri con una lettera che riassume in poche parole l'essenza della Sampdorianità, il dna di ogni tifoso Sampdoriano.

Testa, cuore, forza, coraggio, fiducia e tanto amore. Siamo e saremo sempre uniti. Basterebbe questa frase per tornare con i piedi ben saldi alla realtà, non perderci in mille discussioni prive di senso e finalizzate chissà dove, a fasciarci la testa in anticipo, a creare inutili allarmismi, o destabilizzazioni. È vero, la squadra ha registrato un calo di forma, rendimento e risultati, soltanto 2 punti nelle ultime 4 gare, nessuno lo nasconde, i numeri parlano chiaro. La qualità del gioco è notevolmente peggiorata, diversi elementi chiave stanno tirando il fiato dopo mesi e mesi giocati a ritmi forsennati, sotto rete siamo diventati Eder dipendenti, qualche formazione non ha convinto appieno, i nuovi acquisti erano reduci da periodi di inattività, o problemi fisici e richiedono un periodo di attesa mentre la Sampdoria avrebbe avuto bisogno di giocatori pronti in breve tempo per tenere il passo delle dirette concorrenti.

Tutto vero, ma calma, nessuno perda lucidità, spari a zero, si faccia prendere da critiche generalizzate. La Sampdoria ha perso un paio di pezzi importanti a gennaio, ma nessuno è stato cacciato via, la società ha preso atto ed è andata incontro alle esigenze dei diretti interessati, si è cambiato tanto, forse troppo, ma alzi la mano chi, soltanto un paio di settimane fa, avrebbe creduto di ammirare un giorno Samuel Eto'o con la nostra maglia, chi sperava di vedere finalmente investite cifre importanti su potenziali top player come Luis Muriel, chi spingeva per investimenti su mercati esteri e con Correa è stato accontentato, chi si augurava una società con un occhio di riguardo ai talenti nostrani e l'operazione Bonazzoli è rivolta a tale direzione.

Decine di milioni di euro spesi nel mantenere un presente importante e costruire un futuro in grado di farci toccare il cielo con un dito, mentre in estate era lunga la fila di chi ci dava già per falliti, o prossimi a sparire. E invece siamo ancora qui, orgogliosi di una squadra che ha perso due gare nelle ultime quattro, ma è stata superata soltanto in quattro occasioni in 23 gare, occupa il sesto posto assieme all'altra sponda cittadina nonostante il recente calo, di un tecnico che ha trasformato una squadra impaurita perfino della propria ombra in una compagine che ha fatto della personalità e del gioco i propri punti di forza, di un Presidente che ha portato entusiasmo, passione e voglia di investire, di un organico dall'età media molto bassa capace di non aver alcun timore reverenziale di qualsiasi avversario.

Quattro settimane caratterizzate da prestazioni sottotono non devono portare a considerazioni catastrofiche, dobbiamo ritrovare noi stessi, la quadratura del cerchio dopo i tanti movimenti di gennaio, ogni squadra, chi prima chi poi, vive un periodo di calo in stagione, ora è toccato a noi. È vero, l'appetito vien mangiando, ma non bisogna diventare esigenti e critici a priori, talvolta il palato troppo fine gioca brutti scherzi. Noi siamo la Sampdoria, noi siamo Sampdoriani, la Sampdoria viene sempre prima di tutto, le critiche, i mugugni, i discorsi catastrofici, i fischi ai veterani o ai giovani in affanno non fanno parte del nostro dna e non dovranno mai caratterizzarlo.

Anche e soprattutto questa settimana non va vissuta tra i timori, le polemiche, i disfattismi. Saranno giorni decisivi per renderci conto degli errori commessi in campo, per ricaricare le pile, guardarci negli occhi, guardarsi dentro se stessi ritrovando la carica e la convinzione dei giorni migliori, quell'ambiziosa umiltà che ci ha consentito di non porci mai limiti, lottare per qualsiasi obiettivo, rendere raggiungibile ogni traguardo. Sabato sera ci attende una battaglia come la tradizione genovese ci ha abituato, ne siamo consapevoli. In campo dovremo dare il 101% lottando su ogni pallone, andando a zittire i gufi pronti a parlare di giocattolo rotto prematuramente, sugli spalti sarà necessario cantare a squarcia gola, spingere i ragazzi verso la vittoria, soltanto in questo modo faremo il bene della squadra e forse riusciremo a trascinare anche chi impiega poco tempo a perdersi in un bicchiere d'acqua, guardandolo mezzo vuoto.

A Verona le cose non sono andate come avremmo sperato, ma Eto'o ha dimostrato notevoli passi in avanti rispetto alle precedenti apparizioni, a Muriel sono bastati pochi minuti per ritrovare la via del goal dopo mesi di scarso impiego e il recente problema fisico, Eder, rimasto in panchina al “Bentegodi”, ha recentemente dimostrato di vivere un momento d'oro gonfiando la rete con estrema facilità e mettendosi in mostra per una condizione fisica strabiliante. Conto sull'attaccamento alla maglia di Palombo, sul turno di riposo concesso ad Obiang e Soriano, per rivederli al top della condizione, hanno tutti i mezzi per lasciare il segno. A De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini toccherà il compito di ricompattarsi e riformare un pacchetto arretrato impermeabile. Non eravamo fenomeni prima, non siamo brocchi adesso. Il calcio è come la vita, si vivono apici e brusche cadute, l'importante è non montarsi la testa e sapersi rialzare dopo essersi fatti male, soltanto così non si perde il giusto valore dei successi e ci si fa trasportare dall'orgoglio per superare ogni sorta di ostacolo.

Siamo la Sampdoria, facciamo vedere chi siamo. 11 con la nostra maglia in campo, noi sugli spalti, con il cuore fino alla vittoria.