Attesa ed equilibrio

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora con Alfredopedulla.com, TMW Magazine, TuttoEntella.com.
17.07.2016 12:32 di  Diego Anelli   vedi letture
Attesa ed equilibrio
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© foto di Antonio Vitiello

Avevamo terminato la stagione su queste pagine con una speranza, un invito, un punto di vista, “Piazza pulita”. Una più che legittima constatazione dopo mesi di prestazioni imbarazzanti, dove molti giocatori si erano letteralmente dimenticati cosa significasse onorare una maglia come la nostra e dimostrarsi professionisti, sempre e comunque. La gestione Montella, nonostante il condiviso e facilmente prevedibile entusiasmo al momento del suo arrivo, non soltanto non ha raddrizzato le cose, ma ha pure peggiorato, su diversi fronti, l'andamento della squadra. La partenza del pezzo pregiato Eder e la rivoluzione nel mercato di gennaio non potevano e non dovevano giustificare una seconda parte di stagione altamente deludente.

La stracittadina persa malamente, o meglio senza la voglia di combattere e la pur minima identità di gioco, ha aperto gli occhi anche ai super ottimisti, o a chi aveva sottovalutato la situazione, come se non fossero bastate le numerose prestazioni indecorose mostrate in precedenza per prendere davvero atto delle nostre condizioni. Fortunatamente ci ha pensato San Viviano a farci portare a casa quattro punti insperati e immeritati, tra Sassuolo e Lazio, per riprendere quanto perso per strada, anche per torti arbitrali, e raggiungere in anticipo la tanto agognata quota 40 punti. Grazie al Signore la “gita” di Palermo e gli otto goal subiti tra derby e Juventus Stadium non hanno fatto nuovamente precipitare la situazione.

Montella non si era guadagnato la conferma se consideriamo risultati, prestazioni, anima, personalità e identità di gioco trasmessa alla squadra, ma il contratto con il relativo ingaggio, dinanzi alla mancanza di proposte, era uno scoglio con il quale fare i conti. Il ritorno di fiamma del Milan è arrivato tardi quando la permanenza dell'ex Aeroplanino sembrava ormai certa, ma probabilmente tale esito rappresenta la miglior soluzione per tutti, per il diretto interessato che realizza, dopo la famosa clausola alla Fiorentina, il sogno di approdare nel club che ha tifato fin da bambino, e alla Sampdoria di voltare pagina, proseguendo e alimentando il progetto basato sulla valorizzazione dei giovani scegliendo un tecnico che condivide in pieno la strategia societaria.

Mister Giampaolo ha realizzato un capolavoro ad Empoli, facendo ricredere i numerosi detrattori che davano gli azzurri già condannati alla retrocessione ancora prima dell'inizio di campionato dinanzi alla a pesante eredità di Sarri, i numerosi pezzi pregiati ceduti sul mercato e i recenti esoneri. Giampaolo ha però tenuto botta alle critiche, ha dimostrato intelligenza e saggezza nel non rivoluzionare il lavoro svolto dal precedessore, ha trasmesso ai giovani talenti la propria mentalità, il credo tattico e la cura dei dettagli. Non va nascosto come una parte dell'ambiente avrebbe preferito che la scelta ricadesse su Stefano Pioli, reduce sì dall'esonero alla Lazio, ma capace di portare i biancocelesti al terzo posto soltanto l'anno precedente. A bocce ferme difficile dire se si sia trattata della scelta giusta, probabilmente Pioli chiedeva maggiori garanzie tecniche, ma sicuramente per il bene della Sampdoria la società aveva il compito di scegliere il miglior profilo che si adattasse e si rendesse complementare con la strategia da seguire in campo e sul mercato.

A tali condizioni la scelta Giampaolo appare la migliore, sarà poi il campo, anche in considerazione dell'operato sul mercato, a fornire i verdetti che contano. E' corretto attribuire apprezzamenti, complimenti e attestati di stima per il lavoro svolto ad Empoli, senza scordare gli ottimi risultati ottenuti a Siena e ad Ascoli e i corteggiamenti di Juventus all'epoca della scelta ricaduta su Ferrara e recentemente del Milan. Non va però ignorato l'altro lato della medaglia, rappresentato dalla lunga lista di esoneri ottenuti nella massima serie e un profilo ripescato dall'Empoli in Lega Pro. La Sampdoria rappresenta per Giampaolo il bivio, la potenziale svolta per l'intera carriera, la possibilità di dimostrare di poter rientrare a pieno titolo tra i migliori tecnici italiani in circolazione non soltanto per idee, mentalità e cultura del lavoro, ma anche per i risultati ottenuti, comprese piazze medio-alte come dovrà sempre essere la nostra amata.

Equilibrio e attesa da mantenere anche analizzando l'argomento mercato. E' facile toccare con mano giudizi tragici e analisi fallimentari da una parte, esaltazioni eccessive e un eterno ottimismo precostituito dall'altra. Manca un mezzo e mezzo al termine del mercato, è facile pensare che saremo attesi da numerose operazioni in entrata e in uscita, soltanto alla conclusione della sessione sarà possibile effettuare un'analisi complessiva giudicando l'organico e l'operato del club almeno sulla carta, ci penserà poi il campo a confermare, o a smentire quanto valutato a bocce ferme. A mio modesto avviso in questo momento bisogna restare alla finestra, non criticare a priori ma nemmeno farsi andare bene qualsiasi cosa, proprio in considerazione delle precedenti sessioni di mercato, della stagione scorsa e della legittima presa di posizione della tifoseria organizzata che ha richiesto rispetto della maglia e del nome Sampdoria a tutte le componenti che lavorano nell'ambiente doriano.

Limitiamoci ad analizzare quanto già definito. Budimir rientra tra i profili offensivi più interessanti dell'ultimo torneo cadetto, averlo acquisito versando soltanto 1,8 milioni di euro rappresenta un ottimo affare, come del resto mi conforta l'operazione Schick per due ragioni; la società monitora i mercati esteri e darebbe la conferma di perseguire con i fatti la politica dei giovani, facendo il possibile per aggiudicarsi, nonostante l'agguerrita concorrenza, un profilo ritenuto assai interessante dagli addetti ai lavori. Condivido anche la decisione di puntare su Leandro Castan, uno dei migliori difensori ammirati in Italia prima che problemi fisici e gravi ragioni di salute lo costrinsero allo stop. Al tempo stesso però non sottovaluterei la cessione di Fernando, è vero il brasiliano ha fornito probabilmente un rendimento al di sotto delle attese, ma nel primo anno in Italia è stato tra i pochi a salvarsi nel marasma generale con goal pesanti nella seconda parte di stagione e spesso costretto a ricoprire un ruolo non adatto alle proprie caratteristiche. Si è dovuto fare di necessità virtù dinanzi alla stagione no di Barreto e allo scarso supporto fornito da altri compagni in mediana.

Non bisognerà assolutamente sbagliare la scelta dell'erede; Cigarini è un profilo collaudato, ma potrebbe aver già dato il meglio, mentre Viviani ha talento e le qualità per sfondare ma in serie A deve ancora essere valutato dopo la stagione no del Verona e il lungo infortunio. Anche Joaquin Correa è stato venduto bene, non me la sento di esagerare, confido anche nella bontà delle scelte del Siviglia che sta facendo collezione di Europa League e ha probabilmente fiutato la possibilità di farlo sfondare nella Liga. Come dimostrato dall'operazione Moisander la società si sta ben muovendo avente l'obiettivo di monetizzare le cessioni e realizzare pesanti plusvalenze, nel frattempo avrà il compito non facile di compensare un potenziale indebolimento tecnico con operazioni in entrata convenienti e utili per qualità – prezzo.

Serve gente motivata in primis oltre che tecnicamente valida, probabilmente le lunghe riflessioni già avvenute a gennaio da parte di Dodò non procedono nella medesima direzione, ma attenderemo gli eventi. Sicuramente oltre al rafforzamento della rosa alcune questioni specifiche avranno un peso importante sull'andamento del mercato. In primis il futuro di Roberto Soriano, gli 8 goal realizzati hanno fornito un grosso contributo alla causa blucerchiata al di là degli ultimi mesi in netto calo, una sua permanenza convinta sarebbe assai utile, ma in caso contrario meglio capitalizzare con il trasferimento di un giocatore che in troppe occasioni ha visto saltare al fotofinish il trasferimento ad una big. E poi c'è Luis Muriel, puntarci ancora o cederlo al migliore offerente? Soltanto l'attaccante colombiano può rispondere a questa domanda, dipende se vorrà spaccare il mondo dimostrando di essere davvero un top player, oppure continuare a recitare un ruolo di contorno.

Nelle ultime settimane sembrano calati gli interessamenti nei confronti di De Silvestri, una sua cessione sarebbe un chiaro esempio di autolesionismo. Avanti con Lollo, avanti con chi ha sempre combattuto e creduto in noi. Per quanto riguarda il capitolo Cassano prendo atto, anche con piacere, della sua volontà di restare in blucerchiato, l'importante che ogni componente abbia ben presente la strategia del club e il bene comune della Sampdoria. Come sempre parliamo di professionisti, le parole vengono portate via dal vento, restano soltanto i fatti che si dimostrano in campo, dove ci auguriamo che Cassano e compagni facciano il massimo per farci dimenticare in fretta il recente deludente passato. Tutto il resto non conta.