Okaka: "Ora sto bene nella Samp e cerco di fare bene qui"

La puntata di Thanks Gol it’s Friday condotta da Andrea Di Caro su gazzetta.it si colora di blucerchiato. Ospite di questa settimana è infatti l’attaccante della Sampdoria Stefano Okaka, che si lascia andare in una lunga intervista in cui parla praticamente di tutto, a partire dalla storia sua e dei suoi genitori:
“Di sacrifici i miei genitori ne hanno fatti tanti, anche perché sono immigrati. Mia mamma è rimasta subito incinta di mio fratello, non è stato facile. Però hanno fatto mille lavori e non hanno mai mollato. Poi con la nascita di me e mia sorella il lavoro è triplicato. Siamo cresciuti con una grande educazione, fatta di sacrificio e di voglia di combattere. Gol dedicati alla mia fidanzata? Non sono portato per queste cose. Se c’è un coro per me dai tifosi della Samp? Sì, fa ‘è tutto nero, superdotato, Okaka Chuka gol’.
Rimpianti per la Roma? No, tutto quello che ho fatto e che ho passato mi è servito per essere quello che sono adesso. Gli allenatori che mi hanno preso lo hanno fatto quando avevo 18-19 anni, potete chiedere quanti a quell’età sono dei campioni. Io dico zero. Se poi si pretende che uno a quell’età renda quanto un calciatore di trent’anni, io penso sia quasi impossibile. E’ per quello che magari i miei ex allenatori mi vedono ora, molto più maturo e consapevole delle mie potenzialità, e si stupiscono. Ma non si ricordano che avevo 17 anni.
Mihajlovic sicuramente è una persona molto particolare per me. E’ stato l’allenatore e soprattutto l’uomo che ha capito davvero com’era Stefano e che gli ha fatto capire che esistono anche persone sincere in questo mondo. E quindi lo devo ringraziare per tutta la mia carriera, mi ha rilanciato nel calcio che conta. Del merito è anche mio, ma il 50% è suo. Dice che devo diventare un po’ più cattivo? La mia indole è essere buono, anche se quando mi arrabbio potrei essere anche pericoloso. Forse è vero, piano piano sto cercando di migliorare anche quello. Sono altruista, quello sì.
Confronti tra Balotelli e me? Penso che non bisogna fare quest’errore di fare paragoni tra dei giocatori. Io magari essendo cresciuto in maniera diversa, vivo la mia vita in maniera diversa. Ma questo non vuol dire che io sono migliore di Mario o che Mario è migliore di me.
Cassano? Quando ero a Parma mi volevano cacciare a tutti i costi. Ero in grande difficoltà, ero da solo contro tutti. Antonio invece era l’unico dalla mia parte per cercare di farmi rientrare almeno ad allenarmi e a stare con il gruppo, anche se avevo tutti contro. Se esistono Okakate? Follie non ne ho fatte, non sono un pazzo terminale come può essere Antonio (ride, ndr). Lui e Totti sono i calciatori più forti con cui ho mai giocato. Hanno il calcio nel dna, lo vedono in una maniera completamente diversa da come lo vedono gli altri. Io, Totti e Cassano: sarebbe un bellissimo tridente.
Razzismo in Italia? Penso che esista in tutto il mondo, sicuramente l’integrazione può fare solo che bene al nostro Paese. Bisogna prendere spunti da quei Paesi che sono molto più avanti di noi. I buu? Non gli do tanto peso, è più una moda che discriminazione o politica.
La chiamata dalla Nigeria? Sarebbe stato molto difficile affrontare delle partite con la nazionale nigeriana. A prescindere dal colore della pelle, per una questione di educazione, cultura e anche lingua sono completamente diversi. Inserito lì sarei stato comunque uno straniero nei loro confronti. Cosa ne penso degli oriundi? Per me sarebbe quasi inconcepibile, quando tu giochi per la tua Nazionale giochi per la tua Nazione, qualcosa che senti tuo. Come puoi giocare per una Nazione a cui neanche appartieni? Per me sarebbe impossibile.
Rimpianto per non essere andato al Milan da giovanissimo? No, magari se fossi andato lì avrei attraversato un’altra strada e non sarei stato lo Stefano che sono adesso. Futuro? E’ normale che se uno cerca di fare bene e gioca bene tante squadre lo cercano. Io ora sto bene nella Sampdoria e cerco di fare bene nella Sampdoria”.
Nel mezzo della puntata, un simpatico sketch col tecnico della Sampdoria Sinisa Mihajlovic. Stefano Okaka lo chiama al telefono dicendogli che l’indomani non sarebbe andato all’allenamento per la festa di matrimonio del fratello. Il mister, ancora arrabbiato per la partita del giorno prima (il pareggio con il Napoli), risponde così:
“Ma che c***o stai dicendo? E perché non puoi venire? Ma si sposa un c***o, domani vieni. Domani alle tre, anzi alle due devi essere all’allenamento. Sennò ti faccio un … grosso come una casa. Fallo sposare un altro giorno; ma poi è martedì, ma chi è che si sposa di martedì?!”.
Quando lo scherzo viene spiegato al mister, Okaka prova a giustificarsi con un ‘Mister mi hanno messo in mezzo eh, non è colpa mia’, ricevendo dal tecnico serbo la risposta ‘Domani ti metto in mezzo io, non ti preoccupare’.
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