IL SAMPDORIANO - L'equilibrio non è mai di moda. Poco sul mercato, ma facciamolo presto e per bene

Diego Anelli Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Collaboratore di Alfredopedulla.com, Mondosportivo.it.
21.01.2020 09:17 di Diego Anelli   vedi letture
IL SAMPDORIANO - L'equilibrio non è mai di moda. Poco sul mercato, ma facciamolo presto e per bene
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Se la manita rifilata al Brescia mi aveva permesso un grosso sospiro di sollievo senza però alcuna illusione, quella subita all'Olimpico mi ha senz'altro innervosito senza in ogni caso vedere tutto nero. Insomma, in pochi giorni non siamo passati da fenomeni a scarsi. 

In campo dovremmo averlo capito dato che la classifica a metà campionato ormai ha messo in evidenza i reali valori di ogni compagine. Soprattutto quest'anno non possiamo permetterci il lusso di scendere in campo senza il sangue agli occhi e senza veleno, anche quando l'avversario è anni luce più forte di noi. Perchè nel calcio può succedere di tutto, come dimostra il pareggio del Lecce contro l'Inter che segue quello con la Juventus, contro la quale anche noi abbiamo offerto una prova convincente seppure uscendo sconfitti. E la Spal, k.o. in quasi tutti gli scontri diretti casalinghi, sembra spacciata ma poi va contro ogni pronostico ed ecco sei punti da Torino e Bergamo...

È vero, la Lazio, assieme alla devastante Atalanta fino a quando non ti aspetti il clamoroso k.o. con la Spal, rappresenta un avversario quasi inarrestabile e sta collezionando record su record, esistono però mille modi per perdere e noi abbiamo scelto uno tra i peggiori in assoluto. Poca cattiveria, squadra lunga, difesa alta e mal protetta dove la lentezza dei centrali è stata fin troppo palese, mordente pressochè inesistente, attaccanti isolati e poco in aiuto del collettivo, mediana letteralmente in balia degli avversari. Venti minuti e pratica già archiviata per la truppa di Simone Inzaghi, pronta a capitalizzare le nostre numerose dormite, alcune delle quali sono sinceramente difficili soltanto da pensare.

Detto questo, abbiamo per fortuna “scelto” una gara sulla carta “quasi proibitiva” per tornare a mostrare il nostro peggiore aspetto. In settimana avevo letto commenti esaltanti, sinceramente eccessivi e fuori luogo, nei quali molti elementi del nostro 11 titolare erano improvvisamente diventati fenomeni, o capaci di ricordare campioni del nostro glorioso passato. E parliamo degli stessi calciatori criticati, talvolta anche in modo prevenuto o alla prima occasione, dalle stesse persone pronte ad esaltarli. 

Parliamoci chiaro, a San Siro ho goduto perchè ho visto una grande Sampdoria e al triplice fischio finale avevo perfino diversi rimpianti per quello che poteva essere e non è stato, ai punti meritavamo l'intera posta in palio ma dobbiamo imparare a gonfiare la rete. Con il Brescia avevamo dato grande prova di carattere, reagendo immediatamente e con scioltezza allo svantaggio iniziale e siamo stati lesti a chiuderla dopo aver rischiato (anche troppo) ad inizio ripresa. Sono uscito dallo stadio con il sorriso, la consapevolezza di aver conquistato tre punti pesanti come macigni per la nostra classifica, come del resto era avvenuto in occasione del derby. Tre punti pesantissimi per la nostra dimensione che fino a giugno è sinonimo di salvezza, punto. Purtroppo è questa la nostra attuale dimensione, mettiamocelo tutti in testa.

Se vogliamo raggiungere questo minimo ma vitale obiettivo nessuno di noi deve mai perdere di vista il significato del termine equilibrio. Chi va in campo deve dimostrarlo con i fatti, chi giudica faccia altrettanto, sempre e comunque per il bene della Sampdoria. Questo è un organico che va spinto, sostenuto tra le difficoltà, stimolato e “ripreso” quando non ci si mette la grinta richiesta, valutato con obiettività evitando salti nel buio e coronazioni sul trono. Questo è un organico da rafforzare, andando a colmare le lacune non colmate in estate, il campo ha dimostrato che diversi elementi non hanno fornito il rendimento che aspettative ed esborsi richiedevano, quasi nessun nuovo acquisto, fatta eccezione per Thorsby durante la gestione Ranieri, recita un ruolo da protagonista in pianta stabile. 

Se a metà campionato siamo ancora a giocarci la salvezza significa che i rinforzi servono eccome, anche se sulla carta i nomi in rosa possono far pensare ad altro e la gestione Ranieri si sta rivelando l'unica grande nota positiva di una stagione complicata. Non abbiamo bisogno di tanti volti nuovi, strada percorsa altrove ma raramente fonte di buone notizie, servono anche pochi tasselli numericamente parlando ma di qualità superiore agli attuali e nei ruoli nei quali abbiamo più bisogno, anche e soprattutto dopo il serio infortunio subito a Ferrari e visto un attacco che non incide come dovrebbe. 

Serve equilibrio, quello che soltanto mister Ranieri dimostra con i fatti e con le parole, sempre e comunque. Nessuno è privo di colpe al mondo, chiunque può sbagliare, ma se la nave non è andata definitivamente alla deriva buona parte dei meriti sappiamo essere i suoi. A questa Sampdoria servono innesti in grado di non far rimpiangere chi è partito, chi eventualmente può partire, chi è fermo ai box, capaci di alzare il livello tecnico – tattico laddove veniamo a mancare o fatichiamo ad essere all'altezza. Dobbiamo restare corti, compatti e cattivi agonisticamente parlando, confezionare meno regali e segnare con più disinvoltura. 

Non importano i nomi, servono “solo” i rinforzi giusti per salvarci con largo anticipo (l'ideale prima della stracittadina visto il finale di campionato), a condizione di mantenere quella voglia mostrata nelle precedenti gare, Lazio esclusa. Non servono rivoluzioni, né fantamercati, “semplicemente” quel poco ma di qualità ed efficacia, quel poco vitale per raggiungere sul campo la nostra sopravvivenza, senza drammi, senza nemmeno sottovalutare rischi e pericoli. Poco, ma facciamolo bene e presto, per non trovarci in situazioni che a quel punto ci saremo andati a cercare nostro malgrado.