Giampaolo in conferenza: "Se posso lavorare e migliorare a Genova ci resto volentieri"

14.05.2018 00:00 di Corrado Camera   vedi letture
Giampaolo in conferenza: "Se posso lavorare e migliorare a Genova ci resto volentieri"
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Al termine della gara con Il Napoli, Marco Giampaolo si presenta in conferenza stampa a commentare la partita persa dalla sua Sampdoria e l'intera stagione dei blucerchiati.

Si poteva fare di più in questa partita e in questa stagione? "Questa domanda si presta a tante sfumature. E' figlia di riflessioni. Poi ognuno farà le sue: io le mie, poi il club, i tifosi e voi giornalisti. Questa sera la squadra ha fatto una partita seria e dignitosa. Il Napoli è fuori categoria. Con loro devi preoccuparti di stare dentro la partita per tutti i novanta minuti. All'Europa League ci abbiamo creduto fino ad oggi, perchè aritmeticamente c'era la possibilità. Probabilmente c'è da capire se siamo andati oltre o si poteva fare meglio. Io penso che la squadra abbia dato il massimo. Ciò non toglie che bisogna sempre avere l'ambizione di migliorarsi e non accontentarsi di ciò che è stato fatto. Se passa il messaggio sbagliato, è come dire che siamo stati programmati per arrivarci in Europa, e se non l'abbiamo fatto allora le responsabilità sono le mie. Sostengo che i tifosi siano stati il 12° uomo in campo, loro sono sempre un valore aggiunto ma ora c'è da capire dove sta la verità e comportarci di conseguenza. La squadra mi ha dato tutto, sono soddisfatto. A noi mancano tre pareggi in vece di tre sconfitte. Però bisogna capire come ripartire perchè l'ambiente probabilmente non si accontenta di fare un certo tipo di campionato ma vuole lottare per fare qualcosa in più".

Ripartirà da qui l'anno prossimo? "Bisogna vedere cosa succederà. A Genova sto bene. Lavoro bene. Sono messo nella condizione di lavorare al meglio. Questo è un aspetto positivo, poi bisogna fare una valutazione su altre cose dove non c'è opportunismo. Io posso rimanere a Genova, posso andar via ma posso rimanere a casa. Non ne faccio un discorso di alternative, se posso lavorare e migliorare a Genova ci resto volentieri".

Come giudica lo stop per i cori razzisti? "Genova non è razzista. Tutto si può dire, per quello che è stata la mia esperienza, meno che questo. I cori sono figli, penso, del gemellaggio fra Genoa e Napoli. Sono cori di sfottò, il presidente è andato sotto la gradinata per spiegarsi. Si può evitare, siamo sempre dentro lo stadio. Si fanno cose peggiori".

Quali sono le sue sensazioni sulla situazione Sarri-Napoli? "Non rispondo perchè non ho risposte. Il mio futuro alla Samp non dipende da rumors. Il Napoli non mi ha mai chiamato. Dipende dalla possibilità di dare soddisfazioni alla gente, al club e ai miei giocatori".

Nel suo futuro peserà la politica societaria sul mercato? "La comunicazione è importante. Quello fa la differenza. Se tu mi dici che devo andare in Europa e non ho i mezzi, quello fa la differenza. Le mie decisioni saranno prese in base alla comunicazione. Si può anche cambiare 20 giocatori e ripartire da zero. Ci stai? Sì. Questo sarà importante".

Si è fatto un'idea delle aspettative dei tifosi? "I 54 punti sono anche figli di quel sostegno. L'andamento delle partite fuori casa ci dice un'altra cosa. Quello è un patrimonio che va alimentato. Poi un tifoso vuole fare sempre il meglio ma riconosce che hai dato sempre il massimo".

Ha percepito delusione? "In generale dobbiamo essere chiari nella comunicazione. Il Torino per andare in Europa League non deve vendere Belotti. La Samp deve vendere i migliori ma non posso andare in Europa League".