Audero: "Samp ha creduto in me. Sogno Nazionale, ma penso al presente"

31.03.2021 11:08 di  Emanuele Massa   vedi letture
Audero: "Samp ha creduto in me. Sogno Nazionale, ma penso al presente"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Arrivato ormai alla sua terza stagione con i colori più belli del mondo, Emil Audero si è raccontato in una lunga intervista a fanpage.it, cominciando a commentare il recente rinnovo del contratto:

“Per me è una segnale bello, mi rende felice per due motivi: vuol dire che da quando sono qui la Sampdoria ha creduto in me, è riuscita a valorizzarmi; e poi perché vuol dire che ci sono state tante cose positive in questi anni e la speranza che ce ne possano essere altre nel prossimo futuro”.

Nonostante il rinnovo nelle ultime ore si è parlato di lei come possibile scelta di Inter, Milan e Roma come prossimo portiere? Come si rapporta con questi rumors di mercato? “Sono cose che fanno piacere perché sono squadre importanti, di alta classifica e con una storia importante; ma, come ho sempre detto in passato, bisogna pensare al presente per costruire il futuro. Mi concentro sul finale di stagione. Fa piacere ma sono cose che non mi devono distogliere dagli obiettivi attuali”.

Ci sono almeno tre parate che indicano la bontà della stagione che sta facendo: quella su McKennie contro la Juve, quella su Zapata nel derby e il rigore su Alexis Sanchez contro l’Inter. Qual è la sua preferita? “Sono tutte e tre belle, completamente diverse tra di loro e forse non c’è una che preferisco. Forse quella più particolare come gesto tecnico è quella su McKennie, dove però il risultato finale è stato negativo. Quella nel derby è stata una bella parata e lo sarebbe stata ancora di più se ci fossero stati i tifosi ma se uno deve mettere la ciliegina sulla torta dico quella su Sanchez considerando la vittoria finale”.

Ranieri di lei dice sempre grandi cose, ma c'è sempre un ‘però' per stimolarla. Com'è il vostro rapporto? “Un rapporto molto semplice. Lui è uno che tende a parlare non tantissimo con i portieri ma è uno che ascolta. Mi ha sempre dato fiducia e gli sarò sempre riconoscente per questo. Momenti di scontro o tesi non ce ne sono mai stato perché siamo due persone molto tranquille. A livello di stimoli, invece, alla fine della scorsa stagione c’era stata una riunione anche con gli altri portieri: mi disse che si aspettava qualcosa in più perché sapeva che potevo dargli di più e così è stato. Di confronti veri non ce ne sono mai stati“.

A distanza di qualche mese può dirci la verità: il lancio per Verre a Firenze era voluto o no? “Sono sincero, io non volevo mettergliela così precisa. Sapevo che attaccavamo sempre la profondità alle spalle dei difensori. Era la parte finale di quella partita lì, era una palla corta, così ho pensato che qualcuno l’avrebbe attaccata di sicuro. Nello specifico non ho visto lui ma c’erano più compagni in quella zona. Poi quella palla, calciata a rientrare, è risultata perfetta per lui ma non posso dire di averlo mirato (ride, ndr)”.

Ultimamente si fa un gran parlare della ‘costruzione dal basso’. Come portiere, quanto è difficile giocare al limite tra giocata e rischio? “Penso che i portieri che giocano da dietro siano allenati, ma non solo loro. Ci deve essere una predisposizione dell’intera squadra a giocare così. Sono cose che variano da portiere a portiere, c’è chi è più adatto e chi è meno adatto, un po’ uno ce l’ha nel sangue un po’ lo alleni. Spesso è una questione anche di principi ma bisogna capire quali vantaggi possa portare o capire quando te la vai cercare forzando alcune situazioni. Le due cose vanno di pari passo. Per primo ci deve essere la lettura personale e poi ci deve essere un lavoro di tutta la squadra“.

Quali sono i sogni e le speranze di Audero per il futuro? “Vorrei continuare una crescita costante e all’interno raggiungere vari obiettivi. Sogno di raggiungere la Nazionale, vincere qualche trofeo ma, come ho sempre detto, pensiamo al presente per vedere il futuro“.