Tirotta: "È un momento triste, Ferrero esagerato nel modo di porsi. Vialli il massimo a cui uno possa ambire"

09.07.2019 13:56 di  Emanuele Massa   vedi letture
Tirotta: "È un momento triste, Ferrero esagerato nel modo di porsi. Vialli il massimo a cui uno possa ambire"
© foto di Sampdorianews.net

In occasione della contestazione di ieri sera al Presidente Ferrero da parte di diversi Gruppi della tifoseria organizzata, Enzo Tirotta ha spiegato il suo punto di vista ai microfoni di Primocanale:

"Un momento triste, quando una tifoseria contesta una parte della propria società è un momento triste. C'è un responsabile secondo me e secondo la gente che è qua, probabilmente se qualche anno fa avesse seguito le indicazioni di qualche persona per bene, non necessariamente le mie, ma di tante persone che lo consigliavano di moderare i toni e usare la nostra bandiera e i nostri colori e portare rispetto per il posto dove lui ha mangiato oltremodo decorosamente, perché questo dove siamo ora a protestare tutti ad esempio è un albergo che non costa poco e glielo stiamo pagando noi a lui e alla sua corte da cinque anni. Quindi forse un po'di rispetto l'avrebbe preservato da questa contestazione".

Tanti cori in favore di Gianluca Vialli, inutile nascondere che il sogno è quello, in passato non c'erano alternative concrete, ora c'è e ha fatto da miccia a una contestazione che già covava: "Un sogno, poesia, il calcio vive anche di retorica, poesia, amore, passione e razionalità, noi che abbiamo conosciuto Luca Vialli come giocatore e persona in otto anni, pregi e difetti, chiaro che è il massimo a cui uno possa ambire. Il coronamento, se le favole hanno un lieto fine sarebbe il lieto fine della nostra favola".

Non è nel DNA della Samp di contestare i presidenti, manifestazioni di massa come queste, come si è arrivati a questo punto? "Lui è esagerato nei suoi modi cafoneschi e giullareschi, nel modo di porsi nei confronti della Samp, della sua bandiera e dei suoi tifosi. I modi clowneschi sono sotto gli occhi di tutti, colpa nostra che glielo abbiamo permesso troppo all'inizio, abbiamo creduto alle balle che ha raccontato, però è lì che ha tirato la corda".