"Strumenti di tifo", Militello: "La strada da seguire è sempre quella del buon senso. Tifoso visto come un cliente"

05.06.2018 21:08 di Diego Anelli   vedi letture
"Strumenti di tifo", Militello: "La strada da seguire è sempre quella del buon senso. Tifoso visto come un cliente"
© foto di Sampdorianews.net

Cristiano Militello ha ricoperto il ruolo di moderatore in occasione dell'interessante incontro “Strumenti di tifo: un altro passo per ripopolare gli stadi italiani”, svoltosi nel tardo pomeriggio nella location genovese di Villa Croce, con la presenza di tifosi organizzati, avvocati, rappresentanti delle forze politiche e della società Sampdoria:

Sampdorianews.net, presente all'evento, ha raccolto le dichiarazioni delle persone intervenute, partendo dal volto noto di Striscia la Notizia:

“Con il passar degli anni il tifoso viene sempre più visto come un cliente, come un destinatario di intrattenimento. In passato ho assistito anche a partite di serie C o D, il modo di vivere lo stadio e il tifo era uno spettacolo nello spettacolo, un simbolo di energia, aggregazione anche in piccole città. Da oltre 20 anni giro per l'Italia e il pubblico mi ha iniziato a conoscere in tv, in tante latitudini e altrettante categorie mi capita sempre più spesso di chiedermi a 5' dal fischio d'inizio se – riporta Sampdorianews.net - effettivamente sia in programma una partita in quello stadio a quell'orario. Mi ricordavo un'atmosfera elettrica.

Dopo il caso Raciti si decise di seguire una certa direzione. In Italia si tende a far sì che  una certa emergenza diventi sinonimo di ordinario. Nel corso degli anni mi è capitato di ascoltare grande ottimismo e trionfalismo dinanzi al netto calo degli incidenti sugli spalti e del numero di feriti. Una considerazione che – riporta Sampdorianews.net - deriva però da un vizio di logica. Negli stadi abbiamo assistito ad una netta picchiata in termini di presenze. È come se in autostrada potessero circolare soltanto le targhe pari e dicessimo che gli incidenti sono calati del 50%.... Scocca il momento di fare il punto sulla situazione generale nazionale.

Più volte ho avuto occasione di toccare con mano le lamentale anche delle normali famiglie italiane, mentre a parole a livello di istituzioni si dicevano certe cose, con i fatti non si è fatto altro che allontanare i nuclei familiari dai nostri stadi. Mi ricordo tre casi emblematici; il tifoso sessantenne del Livorno al quale fu vietato l'ingresso della bandiera con il simbolo della pace al Castellani di Empoli, il tifoso del Cesena al quale fu negato l'accesso nel derby con il Rimini in quanto – riporta Sampdorianews.net - indossava la maglia numero 5 dello stopper dei romagnoli che portava il nome Bocchini, alla fine gli venne consigliato di mettersela capovolta... e poi al pubblico genovese che non ha potuto entrare con i tappi delle bottigliette di plastica in occasione della famosa gara Italia – Serbia mentre 400 tifosi serbi tenevano in ostaggio uno stadio intero...

A mio parere la strada da seguire è sempre quella del buon senso. Negli anni '80 ad esempio gli stadi erano vecchi, scadenti, più pericolosi, ma – riporta Sampdorianews.net - sempre strapieni di gente. Con il tempo si sono perse tante persone allo stadio per una duplice combinazione: la sempre più complicata possibilità di seguire il calcio in un certo modo con gli strumenti tipici del tifo come tamburi, megafoni e striscioni e l'enorme difficoltà ad acquistare i biglietti, in casa e ancora di più in trasferta”.