Zaza: "Volevo rinnovare all'Atalanta. Scelta di cui vado più orgoglioso? Aver lasciato la Samp per la Juve Stabia"

Simone Zaza ha fatto riferimento alle esperienze all'Atalanta e alla Sampdoria in un'intervista rilasciata a Sportweek, inserto del quotidiano La Gazzetta dello Sport:
Dove si nascondeva, prima del botto di Ascoli? "C'ero anche prima. Magari non mi presentavo bene e mi tenevano fuori. Ho fatto degli errori, ho sbagliato negli atteggiamenti. Ero giovane: lo sono ancora, ma, se mi guardo indiestro, non vedo più lo Zaza di una volta".
Atteggiamenti sbagliati: quali? "Agivo d'istinto, non mi tenevo niente dentro. Se qualcuno non mi piaceva, glielo dicevo in faccia".
Mandava a quel paese gli allenatori? "Quello no, ma non avevo peli sulla lingua. Ora ho imparato a contare prima di aprire la bocca".
Occasioni perse? "All'Atalanta. In Primavera ero uno dei più promettenti, a un certo punto fui messo da parte. In partita entravo negli ultimi 10 minuti, eppure riuscivo lo stesso a fare gol: 6 o 7 nell'ultimo periodo. Non giocavo perchè la società decise di non puntare su di me".
Perchè non voleva rinnovare il contratto, come si è detto? "Ma io volevo rinnovare, a Bergamo ho passato 4 anni fondamentali non solo dal punto di vista calcistico: sono arriato adolescente e sono partito che ero adulto. In Mino Favini, responsabile del settore giovanile, ho trovato un secondo padre. Sono stati i dirigenti a non volermi più, a causa dei comportamenti cui accennavo: una stupidaggine fatta in allenamento perchè quel giorno ero nervoso, una rispostaccia per un rimprovero....Ma se davvero uno crede in te, ti concede il tempo di cambiare. All'Atalanta non è successo".
E' da allora che la definiscono una testa calda? "Forse. Una cosa ho imparato: quando ti appiccicano addosso un'etichetta, poi divneta difficile togliersela. Ma ora mi faccio scivolare tutto addosso, anche se ammetto di dover ancora migliorare".
La scelta di cui va più orgoglioso? "Aver lasciato la Samp per la Juve Stabia, in B, a metà stagione, due anni fa".
Però non giocò tantissimo... "Forse non ero pronto io. O forse non era pronto l'allenatore (Braglia, ndr) a schierarmi".
Mai pensato neanche per un momento che i 18 gol di Ascol potrebbero essere una prodezza isolata? "Non ho questa paura. Ho fiducia in me stesso e so di poter fare il doppio di quanto ho fatto finora. Però credo che ci siano annate più fortunate di altre".
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