UNA BOTTA DI DORIA - Non tutte le sconfitte sono uguali
Onorare il campionato, sino alla fine. In fondo non è molto quello che i tifosi blucerchiati chiedono alla Sampdoria. Tifo incondizionato, che merita di essere ripagato con prestazioni generose, lucide, grintose. Nessuno vuole proclami o pretende un piazzamento europeo, ma quantomeno affrontare l'ultima parte della stagione assistendo ad uno spettacolo vivace, non ad una piatta pantomima.
Molte tifoserie, più umorali, avrebbero disertato San Siro dopo il passo falso con il Frosinone; al contrario i tifosi blucerchiati si sono stretti attorno alla squadra e all'allenatore, recandosi in uno stadio gremito di nerazzurri per dare ancora una volta il proprio supporto. Il risultato non è arrivato, ma la risposta sul piano dell'atteggiamento c'è stata: una Samp più concentrata, che a tratti è riuscita a mettere in difficoltà la terza in classifica e che forse con un po' più di freddezza avrebbe potuto addirittura conquistare il pari.
Contro il gigante Golia, la Samp è uscita sconfitta, ma a testa alta. Ora quella testa deve concentrarsi su un nuovo obiettivo, la gara interna con il Cagliari, consapevole però che il trend può e deve essere invertito. Senza snaturarsi, perché le nostre caratteristiche e il nostro gioco sono ben definiti, ma dando davvero il massimo. Al di là degli obiettivi, della classifica e dell'avversario, quello che conta è onorare la maglia. E se questo concetto nel calcio moderno sembra quasi anacronistico, abbandoniamo le metafore e onoriamo qualcosa di più concreto dei colori: i tifosi, segno tangibile di un affetto e di una dedizione che meritano il meglio.