UNA BOTTA DI DORIA - Il calcio è una metafora della vita

08.12.2018 23:49 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
UNA BOTTA DI DORIA - Il calcio è una metafora della vita
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Gli orologi dei tifosi blucerchiati segnano novantotto minuti e cinquanta secondi, quando Riccardo Saponara firma un clamoroso 2-2 all'ultimo respiro, in inferiorità numerica allo scadere del recupero. Quello spicchio blucerchiato all'Olimpico, che mai aveva smesso di sostenere la squadra di Giampaolo, quasi potesse ergersi a dodicesimo uomo ad aiutare Audero e compagni a proteggere il fortino, è un'esplosione incontenibile di entusiasmo.

Una trasferta in casa della Lazio, statisticamente, si presta a risultati non positivi per i colori blucerchiati. Il vantaggio siglato da Quagliarella e la resistenza prolungata opposta agli assalti biancocelesti, tuttavia, avevano spinto i tifosi a sperare in un risultato inatteso e sorprendente. Il sogno di tornare ad espugnare l'Olimpico, però, si spegne quando la pressione della compagine di Inzaghi si concretizza nella rete dell'1-1 di Acerbi, che ha nella Samp una delle sue vittime predilette. Anche un pareggio esterno, soprattutto se maturato in condizioni di apnea, può rivelarsi positivo e prezioso, perciò i tifosi continuano a cantare, vedendo il bicchiere mezzo pieno.

Al 94' il barometro delle emozioni passa dalla speranza del pari allo sgomento: il direttore di gara Massa ferma il gioco e indica il VAR. Non lo convince il contatto tra Andersen ed il pallone sulla punizione calciata da Luis Alberto. Dalle immagini, chi è spettatore casalingo tira un sospiro di sollievo: il gomito del difensore doriano si allarga soltanto impercettibilmente nella naturale inerzia del salto in barriera. Le braccia non sono di certo troppo distanti dal corpo da giustificare un penalty. L'arbitro non la pensa allo stesso modo: per lui, quello è indiscutibilmente calcio di rigore. Immobile non sbaglia, è 2-1 Lazio. Lo spicchio blucerchiato prova rabbia, delusione. Chi è a casa prova frustrazione perché quella decisione non è per nulla convincente, nonostante il supporto tecnologico.

Ma quando il cronometro segna 98' e 50'' accade l'impossibile: la Samp risorge e lo fa con la caparbietà e la prontezza di Saponara. I tifosi blucerchiati all'Olimpico esplodono di una gioia incontenibile. La delusione si è arresa all'entusiasmo. Il calcio, ancora una volta, ci ha ricordato perché non riusciremo mai a fare a meno della scarica di adrenalina che sa trasmetterci. In fondo, è una metafora della vita: anche nei momenti più bui, non si sa mai cosa può nascondersi dietro l'angolo.