SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Regola numero uno: se non segni...

18.09.2019 09:32 di Paolo Paolillo   vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Regola numero uno: se non segni...
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Il calcio non è così complesso come lo si dipinge talune volte. Si può dire che un paio di regole siano fisse. Le difese vincono i campionati e se non segni difficilmente vinci le partite. La fase offensiva della Sampdoria vista a Napoli si può riassumere in tre parole: non fa gol.

Un solo centro in questo avvio terribile di campionato, realizzato da Quagliarella su rigore a Reggio Emilia. A condire il tutto, la peggior percentuale di realizzazione per tiri creati di tutta la Serie A. Una tragedia? Ni, perché la bacchetta magica non ce l'ha nessuno e quindi ritrovare la via del gol è un processo che richiede tempo. A volte anche un episodio ma, per favore, non si parli di San Culino per cortesia, perché abbiamo messo molto di nostro anche sabato al San Paolo.

Non tutto è da buttare, però. Per esempio, rispetto a Lazio e Sassuolo, a Napoli la squadra ha dimostrato di saper arrivare, seppur solo nel primo tempo, in maniera efficace sotto porta, creando nitide occasioni, con Rigoni, Ferrari da situazione da calcio d'angolo e Quagliarella.

Clamorosa quella dell'argentino, da cui ci si attende di più in zona gol, specie se a Genova prendi la numero 10 senza pensarci troppo. Nell'uno contro uno contro Meret, infatti, ci si aspettava anche un trick alla sudamericana, ossia saltare il portiere e depositare nell'arco vuoto. Invece, forse, l'ex Zenit è stato troppo europeo nell'interpretazione del momento e ha cercato l'angolo lontano. Meret ha sfoggiato la sua reattività eccezionale e ha mandato la palla in corner, salvando il risultato.

Da manuale – va detto – l'azione che ha portato il numero 10 davanti alla porta partenopea. Quagliarella viene lanciato da Caprari in contropiede e, appena passato il centrocampo, ubriaca il suo marcatore e disegna un fendente perfetto che taglia in due la difesa azzurra, lasciando Rigoni a tu per tu contro il portiere. Stupendo.

Nella ripresa, invece, si spegne la luce, la Samp finisce sottopalla con tutti gli uomini, gli attaccanti appaiono in affanno e inermi davanti alle avanzate tambureggianti degli esterni difensivi di Ancelotti. Le energie finiscono presto e non si tiene più un pallone alto. Qualche guizzo di Caprari e due flash di Gabbiadini sono quello che ci offre l'avanti blucerchiato.

Proprio il bergamasco crea la più grande occasione per i nostri quando riceve da Ekdal, si allarga bene sulla mancina e centra un cross rasoterra teso. Lo stesso svedese, in uno dei suoi rari blitz offensivi, arriva con un pelo di ritardo e spedisce – da ottima posizione – la palla fuori dallo specchio della porta. Forse l'occasione per riaprire, almeno nei pensieri, la partita.

Bene Rigoni nel primo tempo, poi tramonta e con lui tutto l'attacco. Ha di sicuro un'ottima tecnica e, in questo momento, le speranze della Samp passano attraverso le sue invenzioni e la sua voglia di prendere in mano il reparto avanzato. Con lui vicino, Quagliarella si muove meglio, con più ardore e intelligenza. Il capitano è sempre quello che getta la spugna per ultimo, è quello che va vicino due volte al gol, non trovando per centimetri la porta. Prima con un destro teso che esce di un soffio, poi, nella ripresa, quando prova a svegliare la squadra con un sinistro al volo da corner, che trova solo l'esterno della rete.

Caprari, infine, è il solito. Bene nel gioco di manovra, ma non azzarda un dribbling consono alle sue caratteristiche tecniche. Nel secondo tempo, prova qualche iniziativa personale, ma poi sbaglia misura o passaggio finale. In questo momento, serve gente che si prenda delle responsabilità. Lui è uno dei più tecnici della squadra e se le deve prendere. Lo può fare, lo deve dimostrare. Gabbiadini entra con un minimo di voglia in più rispetto all'esordio con la Lazio e prova a combinare qualcosa.

La formula decisa da Di Francesco è sicuramente interessante, anche se Ramirez in panchina per 90 minuti è un mistero. Col 3-4-1-2 che prendeva forma in molti frangenti della partita, il nativo di Fray Bentos sarebbe stato molto prezioso, sia per esperienza che per tasso tecnico. Lui e Quagliarella, in questo momento, sono gli apici tecnici della squadra.

Privarsi di uno di loro è avventato, per non dire impossibile. In più, si rischia di essere spezzati tra chi difende e chi attacca, cosa non proprio incisiva in questo periodo storico, lasciando molto spesso i tre che organizzano la ripartenza soli al proprio destino. Difficile in questo modo trovare la porta.

Passi avanti se ne sono visti nella costruzione, sicuramente. Quello che preoccupa è, però, il trend sotto porta, che va sicuramente migliorato. Bisogna essere positivi, pensare che appena entrerà il primo pallone, il meccanismo si sbloccherà e arriveranno i giusti goal per risalire in classifica. Altro non si può fare, loro sul campo lavorando e noi nei nostri pensieri, che devono essere positivi, per quanto possibile.