SAMPDORIA GONFIA LA RETE – Le VARiabili di una stagione inaspettata

L'analisi settimanale dell'attacco blucerchiato
22.02.2018 09:15 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE – Le VARiabili di una stagione inaspettata
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Con un bottino di 41 punti, saldamente ancorata al sesto posto, la Sampdoria si presentava – sulla carta – nella miglior condizione mentale per sfidare un Milan in eccellente stato di forma. Libera da pressioni, poteva affrontare un avversario ostico con la serenità data dalla consapevolezza di non avere nulla da perdere. Le aspettative, tuttavia, non sempre corrispondono alla realtà e la compagine blucerchiata non ha affrontato la sfida di San Siro con la giusta dose di aggressività e intraprendenza.

Il report del match evidenzia che le conclusioni nello specchio della porta difesa da Donnarumma sono state appena tre (contro le 11 del Milan), mentre sostanzialmente il grado di pericolosità espresso dalla squadra è racchiuso in una sola azione: il velenoso assist di Quagliarella non concretizzato da Caprari al 44' della ripresa.

Gattuso ha preparato tatticamente alla perfezione la gara, costruendo una gabbia su Torreira che di fatto ha bloccato i rifornimenti agli attaccanti blucerchiati. Questi ultimi, tuttavia, si sono dimostrati poco dinamici e meno lucidi del solito, non riuscendo ad impensierire la difesa rossonera. A Fabio Quagliarella, a onor del vero, è stata negata la possibilità di incrementare il suo bottino stagionale di penalty trasformati a causa di un curioso episodio analizzato al Var. La tecnologia che nel corso della stagione ha contribuito a ridurre sensibilmente gli errori umani, questa volta è stata interpretata in maniera quantomeno dubbia e il fallo di mano del rossonero Calabria è stato giudicato fuori area. Il regolamento sul Var, paradossalmente, in questi casi non prevede nemmeno che venga concessa la punizione dal limite pertanto, di fatto, è come se il tocco non si fosse verificato.

Al di là delle polemiche, è doveroso riconoscere al Milan i giusti meriti e fare autocritica. Duvan Zapata è apparso ancora appannato, lontano dalla brillantezza dei suoi momenti migliori e poco lucido nei movimenti e negli appoggi ai compagni. La squadra ha indubbiamente risentito della mancanza di un attaccante in grado di farla salire, allentando la pressione degli avversari. Anche Fabio Quagliarella ha disputato una delle sue peggiori gare: contratto e “timido”, non ha dimostrato propositività e non è riuscito a liberarsi della marcatura avversaria. L'ingresso di Gianluca Caprari non ha apportato il guizzo vincente e sulla sua prestazione pesa la mancanza di freddezza sotto porta che nel finale gli ha impedito di trasformare l'ottimo assist del numero 27. Le qualità tecniche non gli mancano, ma sul cinismo nella finalizzazione occorre ancora lavorare.

Una stagione sorprendente e inattesa non è certamente vanificata da uno stop, ma la prova offerta col Milan ribadisce un concetto sperimentato in altre trasferte: la variabile in grado di trasformare la feroce Samp in un micetto inoffensivo è l'atteggiamento con cui la squadra scende in campo. Se la testa non è la prima a crederci, le gambe non girano come si vorrebbe. E per alzare la proverbiale asticella è fondamentale che in tutti i reparti, attacco compreso, la serenità vada di pari passo con la determinazione e la fiducia nei propri mezzi.