SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Il ruolo chiave del trequartista e la ricerca della profondità

L'analisi settimanale dell'attacco doriano.
22.08.2017 10:00 di Serena Timossi Twitter:    vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Il ruolo chiave del trequartista e la ricerca della profondità
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Il reparto offensivo blucerchiato è stato interessato da profondi cambiamenti durante il calciomercato estivo, con la cessione di un elemento di estro e spessore come Luis Muriel, del trequartista Bruno Fernandes e dell'indiscutibile talento di Patrik Schick, virtualmente ancora parte della rosa, ma di fatto nella lista dei partenti. Un attacco da ridisegnare, dunque, che si è presentato davanti al neopromosso Benevento con due nuovi volti e una sola certezza, rappresentata dal veterano Fabio Quagliarella.

Quagliarella, la certezza - Il numero 27 blucerchiato, nonostante le sue 34 primavere, ha dimostrato di potersi ancora caricare sulle spalle il peso di un reparto in costruzione, rimediando con cinismo e concretezza alle lacune nell'organico complessivo ancora da colmare negli ultimi giorni di trattative. La doppietta siglata ai danni dei campani lo porta a 110 goal in Serie A, incoronandolo re dei bomber attualmente in attività.

Palle inattive - La prima rete doriana scaturisce dagli sviluppi di una palla inattiva: corner battuto verso Praet, che tenta la conclusione ma trova la risposta di Belec. Quagliarella è in agguato e ribadisce in rete firmando l'1-1. Un goal che mette in luce il senso della posizione e la tempestività dell'esperto attaccante, ma anche un'arma scarsamente sfruttata la scorsa stagione, i calci piazzati, determinanti nello sbloccare partite equilibrate o di fronte a compagini di sostanza, che tendono a non giocare a viso aperto.

L'assist di Ramirez, tecnica al servizio della squadra - Analizzare il secondo goal ci porta invece ad elogiare la buona prima prova offerta da Gaston Ramirez che, dopo una partenza diesel, comprende che quando la costruzione elaborata dell'azione non porta ai risultati auspicati è preferibile evitare le velleità e puntare sulla concretezza: l'uruguayano ruba palla e serve di prima intenzione tra le linee Quagliarella, che deposita in rete con freddezza chirurgica. I lampi di tecnica di Ramirez si sono visti, ora – con la crescita dal punto di vista atletico – ci si attende un'intesa sempre maggiore con i compagni di reparto, per tornare ai livelli qualitativi espressi ai tempi della militanza nel Bologna.

Caprari, prova di sacrificio – La prova di Gianluca Caprari è stata prevalentemente di sacrificio, mettendosi al servizio della squadra con l'abnegazione richiesta da Giampaolo. L'ex attaccante del Pescara ha peccato di egoismo in una sola occasione, quando a pochi minuti dal fischio d'inizio ha scelto la soluzione personale, scontrandosi con il muro eretto dal Benevento, anziché servire il compagno di reparto portatosi al centro dell'area. Caprari ha cercato, anche se non sempre con successo, di dare ampiezza alla manovra offensiva, costringendo il proprio marcatore ad allargarsi per liberare spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, proteggendo bene palla, ma non essendo altrettanto rapido nello scarico. Un ragazzo dalle caratteristiche comunque interessanti e con buone prospettive di crescita.

Bonazzoli e le gerarchie sovvertite – L'ingresso in campo del classe '97 Federico Bonazzoli è stato una sorpresa, sovvertendo le gerarchie che vedevano il coetaneo polacco Kownacki attuale prima scelta tra le riserve in attacco. L'ex Primavera nerazzurro ha effettuato i movimenti giusti svolgendo diligentemente il compito di far salire il baricentro.

Il possesso palla negli ultimi minuti – Da sottolineare gli ultimi minuti di gioco della squadra blucerchiata, che è riuscita a mantenere un possesso palla prolungato per lunghi tratti del recupero concesso dal direttore di gara, non correndo rischi e fraseggiando all'altezza della bandierina e della trequarti. Una gestione intelligente e virtuosa del vantaggio.

Da migliorare: la ricerca della profondità e l'apporto degli esterni – La partenza di Muriel ha provocato dei mutamenti nello sviluppo della fase attiva, dovuti alle diverse caratteristiche di chi lo ha sostituito. Il contropiede risulta così più macchinoso. Sulle ripartenze, la ricerca della profondità attaccando gli spazi e l'uno contro uno è necessario lavorare ancora. L'apporto degli esterni, dando ampiezza alla manovra e fornendo soluzioni alternative ai finalizzatori (cross poco precisi in questi primi 95') è un altro aspetto che necessita di essere approfondito. Ora la compagine blucerchiata è chiamata ad un banco di prova decisamente più ostico: la gara esterna di fronte ad una Fiorentina ferita da una situazione ambientale critica e indebolita dalle cessioni di mercato, ma non per questo da sottovalutare.