SAMPDORIA GONFIA LA RETE – Chiunque può arrendersi ma non la Sampdoria

L'Analisi settimanale del reparto offensivo doriano
24.09.2018 16:40 di Paolo Bardetta   vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE – Chiunque può arrendersi ma non la Sampdoria
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

“Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo. Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza.”

Scrive cosi Chris Bradfor, giovane musicista e scrittore inglese quando parla del significato della parola “arrendersi”.

Ed io, come sempre nelle mie analisi del reparto offensivo blucerchiato, questo pensiero lo voglio collegare al momento della nostra Sampdoria.

Davanti alla sconfitta contro l’Inter avvenuta al 94°minuto sono sicuro che saranno state queste tutte le analisi e le critiche dei pseudo tifosi intenditori di calcio: perdere con l’Inter ci sta, sì ma Giampaolo non doveva far entrare Sala, il portiere la poteva prendere, che difesa imbarazzante e potrei continuare veramente all’infinito.

Tutto questo ovviamente senza tenere in considerazione l’impegno, la caparbietà, lo sforzo e soprattutto il sacrificio di questi uomini che hanno tenuto testa, senza paura, a una delle squadre tra le più attrezzate del campionato.

11 uomini che hanno corso dall’inizio alla fine senza stancarsi mai, senza mollare mai di fronte a un pubblico che dopo il fischio finale li ha applauditi a gran voce come se avessero ottenuto una vittoria. E questo perché? Perché nessuno, e per nessuno intendo i pseudo tifosi intenditori di calcio, può permettersi di mettere in discussione un gruppo che lo stesso Giampaolo ha plasmato, ha coordinato a sua immagine e somiglianza. Tifo, sostegno, si perché alla fine il compito del tifoso altro non è che questo: tifare, sostenere, applaudire, motivare, incoraggiare. Tutti sinonimi positivi che esulano dalla parola: giudicare. Ecco perché è più facile pensare al gol preso nel finale che a tutta la prestazione della squadra dal primo minuto

Ecco perché preferisco essere un Tifoso che un “giudicoso”, passatemi il neologismo.

Giampaolo, orfano di Caprari e Kownacki, si è dovuto affidare a Quagliarella e Defrel schierati sempre dall’inizio del campionato. I due sono stati senza dubbio da supporto alla manovra blucerchiata che ha dimostrato di saper stare ancora una volta in campo.

Defrel ha provato con la sua velocità a impensierire la retroguardia neroazzurra e con la sua fisicità ha giocato di sponda con il buon Quaglia dimostrandosi davvero duttile e coraggioso.

Il capitano ancora una volta ha affrontato una partita di sacrificio. Mai una palla buttata a caso, mai banale ma sempre a favore dei compagni. Prova l’ennesimo euro gol della domenica con un tiro che di poco sfiora l’incrocio dei pali. Corre fino al 95° minuto nonostante la stanchezza ed è sinonimo di chi sa che quella maglia indossata ha un valore inestimabile.

Peccato per il gol preso nel finale. Già quel gol che molti pseudo tifosi intenditori di calcio hanno attribuito all’entrata di Sala in campo e alla scelta maldestra di Giampaolo. Il calcio però, per fortuna e sfortuna, è fatta di episodi, di momenti altalenanti, di attimi. Se tutto fosse scritto a priori che senso avrebbe giocare allo sport più emozionante del mondo?

Non c’è più tempo però per pensare alla partita contro l’Inter. Testa subito a Cagliari per continuare a lottare e correre come sempre. Gli altri si aspettano che noi cadiamo alla prossima battaglia ma la nostra Sampdoria ha la forza giusta per rialzarsi sempre e in ogni momento e non di percorrere la via più facile.

Già perché alla fine di tutto Noi siamo Sampdoriani e non amiamo fare le cose semplici. Vogliamo sempre e in ogni momento prenderci le nostre responsabilità sin dalla prossima partita.

Che si vinca o che si perda è solo un dettaglio. La Sampdoria non ha bisogni di “giudicosi” ma soltanto di Tifosi che, con il batticuore, non vedono l’ora ancora una volta di vederla sfilare con gli abiti di una regina per potersi emozionare con la semplicità di chi sa che gli basta starle accanto per essere felice, ancora una volta.