SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Colley il nostro muro, tutti in campo con lo Spezia

Rubrica di approfondimento sulla difesa della Sampdoria.
27.10.2021 09:58 di  Paolo Paolillo   vedi letture
SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Colley il nostro muro, tutti in campo con lo Spezia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Amiche e amici di Sampdorianews.net, bentornati alla rubrica di approfondimento della difesa doriana. Agrodolce, a due facce. La sensazione è quella uscendo dallo stadio. Se contro il Cagliari è sembrata capitolare ad ogni accelerata di Keita, ad ogni doppio passo di Joao Pedro, ad ogni sgasata di Nandez, tutt'altro discorso è stata la partita con lo Spezia. In parte, anche quella con l'Udinese, dove ne abbiamo viste una più del diavolo. Sull'isola, invece, abbiamo fatto fatica a prendere le misure oltre che a trovare una soluzione, risultando anche poco efficaci nelle occasioni offensive che si sono manifestate.

Audero non può farci nulla nei tre gol incassati contro Cagliari e Spezia, qualche colpa ce l'ha, invece, sul vantaggio friulano di Pereyra. In egual misura, ossia molto di più, poteva fare la linea difensiva. Si, perché dopo sette minuti di gioco contro i rossoblù, non si può intervenire in quel modo su una palla vagante, non si può guardare in quel modo l’avanzata dell’avversario e facilitarne il dialogo con il suo compagno di squadra. A quel punto, è un gioco da ragazzi per Joao Pedro inchiodare il vantaggio. Il secondo gol è sintomatico. Su un corner, nessuno esce in tempo su Caceres, appostato al limite dell’area. Quando lo fa Thorsby, è tardi. Destro, natica del norvegese e palla all’incrocio. Buonanotte ai suonatori. Il terzo gol non si può neanche commentare, tanto è pietoso. Squadra all’arrembaggio in modo raffazzonato, topica clamorosa di Murru e Nandez in stato di grazia, che ruba e serve ancora Joao Pedro, per la più facile delle doppiette. Con Udinese non commento, visto che frutto di svarioni simili.

Veniamo ai centrali: Omar Colley è una forza della natura quando si tratta di respingere. Il gambiano è fra i migliori della Serie A in questa particolare specialità. Per contro, fatica ancora troppo a leggere determinate situazioni e davanti non è così incisivo come potrebbe, con ben quattro occasioni capitate sulla testa del centrale africano. La più clamorosa, è quella al minuto 88, che sarebbe valsa il pareggio, alquanto clamoroso. Contro lo Spezia, invece, non si può dire nulla. Lui è il comandante della difesa. Coordina, guida il pullman che la Sampdoria mette davanti alla porta di Audero, ma di questo parleremo più avanti. Ricaccia indietro ogni cross e annulla i vari Antiste, N’Zola e compagnia.

Per Maya Yoshida, analogo discorso. A Cagliari fatica a leggere l’attacco leggero che Mazzarri presenta al fischio d’inizio, mentre con un riferimento pesante – Pavoletti – è molto più a suo agio, permettendo alla squadra di salire anche coi terzini, per provare un’improbabile rimonta. Marcato benissimo sui corner, sanno tutti ormai quanto può essere pericoloso. Contro lo Spezia, contribuisce all’arrocco con senso della posizione, tempismo e grande temperamento. Se poi ti inalberi se prendi un gol al 95’ come quello di Verde, bè…capiamo l’attaccamento a questi colori.

Dei terzini c’è da dire poco, perché le prestazioni sono in linea con la media stagionale: Tommaso Augello, forse, esce con le ossa rotte dal confronto con Nandez a Cagliari, tanto da essere sostituito. Anche in fase offensiva, infatti, non riesce a pungere. Più diligente, invece, la sua partita contro lo Spezia, dove rispolvera anche il piede sinistro, mettendo un assist al bacio per Caputo che non lo sfrutta a dovere. Il suo sostituto, Nicola Murru, sembra entrato in una spirale da cui è difficile tirarsi fuori, a meno che non si abbiano degli attributi importanti. Il sardo aveva dimostrato di poter stare in Serie A tranquillamente, ma quest'anno, di ritorno dal prestito al Torino, sembra la brutta copia di sè stesso. La partita di Cagliari ne è un esempio. Bolso, in ritardo, va in confusione e regala il gol della sicurezza per la sua ex squadra. L'augurio è che torni in forma presto, perché sarebbe oro colato come alternativa ad Augello, o soluzione anche per far alzare l'esterno lombardo.

Bartosz Bereszynski, invece, soffre ma regge a Cagliari, risultando forse il migliore della retroguardia e prende la scena contro lo Spezia, con una partita di cuore e gamba. Il gol sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta. Il polacco, però, oramai è un terzino di sicuro affidamento e di qualità con chiunque gli si pari davanti, nonché uno dei capitani di questa squadra.

Una citazione particolare va a Radu Dragusin, che ha fatto il suo esordio con i colori più belli del mondo. Finito sui giornali più per i suoi rifiuti alle convocazioni della sua nazionale Under 21 che per i minuti giocati, il rumeno ha avuto un buon impatto e si è reso protagonista di una gara diligente e pulita. Stesso discorso per Julian Chabot, che torna in campo dopo una serie di panchine consecutive e dimostra di poterci stare tranquillamente, di saper dare una validissima alternativa ai centrali titolari, con vista maglia da titolare. Se torna quello dell’anno scorso a Spezia, può essere veramente utile. Infine, minuti anche per Alex Ferrari, sfortunatissimo e graditissimo ritorno. Sperando che la sfortuna lo lasci stare, la sua intelligenza e la sua voglia possono essere una variante importante per la retroguardia doriana.

In ultima battuta, D’Aversa bada al pragmatismo, in una partita dove servivano i tre punti dopo l’imbarcata di Cagliari. Così è stato, anche e soprattutto mostrando la profondità della rosa difensiva. Ad un certo punto erano tutti in campo. Sette difensori e muraglia tirata su. Sperando che si capisca che in Serie A è obbligatorio prima non prenderle per arrivare a determinati risultati. Il bel gioco può aspettare, la lezione sarda deve essere sempre ben tenuta in considerazione. Adesso solidità e punti, per tirarsi via da quelle brutte sabbie mobili e prendersi un po’ d’aria  e di tranquillità che servirebbe come il pane a tutto l’ambiente, specie fuori dal campo.