Maspero: "Era grande Samp. Mancini eccezionale, Mihajlovic guerriero"

06.11.2020 12:09 di  Emanuele Massa   vedi letture
Maspero: "Era grande Samp. Mancini eccezionale, Mihajlovic guerriero"
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© foto di Marcello Casarotti/TuttoLegaPro.com

Arrivato a vestire i colori più belli del mondo nell'estate 1994 con l'etichetta di grande talento, Riccardo Maspero alla fine rimase in blucerchiato solo per una stagione.

Il centrocampista lodigiano, ora allenatore con l'ultima esperienza sulla panchina della Giana Erminio, ha ricordato in un'intervista a ilposticipo.it anche il periodo vissuto a Genova:

Era una grande Sampdoria, una squadra che doveva lottare per lo scudetto. Quell’anno erano arrivati Ferri e Zenga dall’Inter ed era ritornato Gullit. Siamo andati bene in Coppa delle Coppe, non abbiamo fatto altrettanto bene in campionato. Ci sono stati parecchi infortuni. In Europa abbiamo perso una brutta semifinale con l’Arsenal: all’andata siamo stati sconfitti 3-2 fuori casa, al ritorno vincevamo 3-1, abbiamo preso gol al novantesimo su punizione, siamo andati ai rigori e abbiamo perso. Mi è successa una cosa simile col Vicenza 1997-98 sempre in semifinale di Coppa delle Coppe: abbiamo battuto 1-0 il Chelsea in casa all’andata, al ritorno eravamo sopra 1-0, nel secondo tempo hanno ribaltato e vinto 3-1.

Che ricordo ha di Mancini giocatore? Mancio era un ragazzo eccezionale. Un po’, introverso, di poche parole, in campo non ti dava consigli ma ti faceva capire come dovevi stare. Se eri un giovane faticavi a capire ciò che Mancio voleva e per questo motivo a volte potevano nascere incomprensioni. È stato Mancini a portarmi alla Samp. Ero andato a fare una tournée con loro insieme al mio compagno Andrea Tentoni: volevano prenderlo, io mi ero aggregato perché gli mancava un giocatore nel mio ruolo. Anche Attilio Lombardo è stato importante per il mio trasferimento. Mi ha fatto da autista: mi portava avanti e indietro quando giocavamo insieme alla Cremonese, lui abitava a Paullo e Lodi gli veniva di strada. Attilio mi aveva detto che Mancio ed Eriksson mi volevano allora abbiamo parlato con la Cremonese. Mi voleva la Juve, ma io avevo scelto di andare a Genova. Tra Cremonese e Samp c’era un’asse di mercato: Vialli, Lombardo due anni prima.

Ha un ricordo anche di Mihajlovic? Sinisa è un guerriero. Non mollava niente, era un leone. Mi era stato vicino perché alla Samp quell’anno lì erano tutti sposati: gli unici scapoli eravamo io, lui, Gullit e Jugovic e quando andavamo a mangiare insieme al ristorante facevamo gruppo. Erano i primi anni di Sinisa in Italia: ci chiedeva una mano. Mi ha insegnato il segreto delle punizioni: quelle oltre i 25 metri le calciava lui, sotto invece le calciavo io".