Karembeu su ultimo periodo alla Samp: "Molto dura senza giocare. Seedorf già molto maturo"

Tra il 1995 e il 1997 Christian Karembeu ha vestito la maglia della Sampdoria. Il centrocampista transalpino campione del mondo nel 1998 con la nazionale di Aimé Jacquet, ha vissuto in maglia blucerchiata due stagioni, segnando sei reti in totale, prima di trasferirsi al Real Madrid.
Ai taccuini di France Football, l'ex giocatore francese racconta alcune delle polemiche che hanno caratterizzato il suo passaggio dal club di Enrico Mantovani ai Galacticos, costringendolo per un certo periodo ad allenarsi da “separato in casa”:
“È stata molto dura senza giocare. Ora si parla di confinamento. Avevo già fiducia (ride, ndr). Corse da solo e pensavo solo a come essere di nuovo calciatore. Ho dovuto lavorare da solo, senza l'intensità delle partite o delle sessioni di allenamento – le parole tradotte da Sampdorianews.net – In quei sei mesi non sapevo quale fosse il mio livello e mentre ero ancora alla Sampdoria come avrei potuto immaginare che avrei giocato una finale di Champions League con il Real Madrid nella stessa stagione”.
Karembeu ricorda alcuni protagonista dell’era madrilena a cavallo tra la fine degli anni novanta e gli inizi degli anni zero, tra cui l’ex compagno in blucerchiato Clarence Seedorf:
“Tutta quella squadra mi ha segnato. La qualità di Pedja (Mijatovic, ndr), che avevo già affrontato con il Nantes e lui al Valencia. Seedorf, che già sapevo di essere molto maturo alla Sampdoria, [...] Suker, che si diceva fosse indolente, divenne Pichici (capocannoniere, ndr), Panucci, Roberto Carlos [...] Redondo era il mio idolo da quando l'ho visto giocare e alla fine è diventato mio compagno”.
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