Garrone: “Non è detto che la trattativa non si possa riaprire. Vialli ci pensa da 4-5 anni”

11.06.2019 22:40 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
Garrone: “Non è detto che la trattativa non si possa riaprire. Vialli ci pensa da 4-5 anni”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Edoardo Garrone è giunto negli studi di Primocanale durante la trasmissione “Gradinata Sud”, al termine della manifestazione pacifica organizzata dal volto storico della tifoseria blucerchiata Claudio Bosotin. L'ex Presidente della Sampdoria si è espresso positivamente sulle modalità e i toni sereni dell'iniziativa:

“Io sono arrivato alle 21:05, si erano radunate a partire dalle 20:30 un paio di centinaia di persone. L'impressione che ho avuto appena arrivato è stata una sensazione di affetto, non ostile, e questo ha facilitato il tutto. Bosotin ha posto le domande e io ho risposto allo stesso modo, se fosse stato un atteggiamento aggressivo probabilmente avrei risposto in un altro modo”.

Garrone ha portato con sé la sua copia del libro autobiografico di Vialli, leggendo la dedica dell'ex bomber blucerchiato: “A Edoardo un saluto blucerchiato. A te un ricordo, a me il piacere di essere ricordato da te. Buona lettura, ciao Luca. Ricevere una dedica così da Vialli, con tutto quello che ha rappresentato per la Sampdoria per me è un onore. Dovrebbe essere il contrario”.

La trattativa con York Capital è davvero al tramonto? E' possibile che il fondo si interessi al Genoa? “Innanzitutto nelle trattative a fari semi accesi secondo me ci sta anche un po' di tatticismo, io non ne so più di voi, ma anche se il comunicato che dice che i potenziali acquirenti hanno chiuso la trattativa non è detto che non si possa riaprire, dipende dalla controparte, come succede per le trattative a fari spenti. Ad oggi è chiusa, magari domani si riapre - riporta Sampdorianews.net -. Che ci siano trattative per altre società locali mi sento di escluderlo perché cambierebbero gli impegni finanziari in loco da parte dei compratori perché l'altra società genovese ha una situazione ben diversa e ben peggiore. Nonostante le esternazioni certamente non piacevoli di Ferrero, al di là di tutto la società in questi anni è stata gestita bene dal punto di vista economico e sportivo. Il personaggio non piace e io mi metto tra quelli che hanno criticato, anche direttamente con lui, il suo modo di comunicare”.

C'erano altri compratori per la Sampdoria all'epoca della sua cessione? “Sei anni fa l'interesse per il calcio italiano era pari a zero. In sei anni le cose sono cambiate, l'Inter e il Milan sono passate di mano, così come il Bologna, sono entrate in gioco finanziarie ecc. Di colpo è venuto fuori l'interesse internazionale, anche perché la rinegoziazione dei diritti tv ha fatto la differenza per una società di media fascia. La situazione è cambiata. Ferrero ha avuto gioco facile per poter andare sul mercato con una situazione finanziaria forte. Noi perdevamo 15 milioni di euro all'anno, per questo la Samp è stata ceduta a quelle condizioni. E' cambiato il mercato e lui è stato molto bravo a comprare bene e vendere bene, evidentemente dal punto di vista gestionale noi non eravamo capaci. Poi ha tagliato una serie di costi che io non mi sentivo di tagliare, abbandonando tutto quello che non faceva cassa, ad esempio il Ravano. Mio padre considerava la Sampdoria un bene sociale e quindi manteneva questo tipo di iniziative, Ferrero ha ridotto i costi privilegiando il risultato sportivo. Ferrero non ha investito sui valori, ma non puoi investire sui valori blucerchiati se non sei di questa città e non sei blucerchiato. E' un dato di fatto, una scelta, poi forse la paghi alla lunga.

La nostra Sampdoria aveva meno ricavi e più costi, quindi perdevamo soldi. Quella di Ferrero è stata con meno costi e più ricavi, con capacità e anche un po' di fortuna sul mercato, ha comprato bene e ha rivenduto meglio. Nel calcio ci vuole anche un po' di fortuna”.

Sulla trattativa per la cessione: “La dimostrazione che abbiamo oggi con questa trattativa del gruppo americano capitanato da Luca Vialli ha dimostrato che la Sampdoria che la Sampdoria ha appeal. Se tu hai un'azienda contendibile, prima o poi la vendi. Il problema è quando ci sono bilanci complicati, debiti elevati, pendenze con il fisco. Ferrero va in difficoltà col sistema bancario? Vorrà dire che arriverà qualcuno che la comprerà a meno. Se dovessi dargli un consiglio da amico, e non me l'ha mai chiesto, direi che questo è il momento migliore per vendere se le cifre che ho letto sono vere. Altrimenti ti fai male solo tu”.

Sulla cessione della Fiorentina e sulla posizione di Ferrero in merito a quella della Samp: “Qualcuno bene informato mi ha detto che gli investitori del gruppo di Vialli hanno avuto sul tavolo la Fiorentina per un periodo, però poi non sono andati avanti. Se uno confronta la conclusione dell'operazione per la Fiorentina, tenuti conti dei ricavi superiori, l'offerta per la Sampdoria è superiore. Perché Ferrero sia così attaccato alla poltrona? Me lo sono chiesto. Il calcio a volte dà emozioni che non si possono trovare altrove, a volte è una droga, ti senti importante, hai visibilità. Probabilmente Ferrero non ha mai provato nella vita quello che ti può dare il calcio da questo punto di vista. Per rinunciare a questo palcoscenico deve ricevere una cifra a cui non può dire di no, io me la spiego così. Può essere che provi ad ottenere l'ultimo milioncino dalla trattativa, col rischio che gli americani dopo un po' dicano basta”.

Ferrero si può permettere di non vendere la Sampdoria? “Può permetterselo, ma con un rischio enorme. Lui qualche mese fa ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione della Sampdoria, che è una società di capitali. Non è più un cda con la figlia o i parenti, ma mi ha chiamato l'Avv. Romei chiedendo se conoscevo persone credibili, sampdoriane e con competenza amministrativa. Io ho fornito i nomi e i numeri di telefono. Inoltre, Romei è diventato consigliere e vicepresidente. Voi pensate che un cda possa permettere di distrarre fondi dalla Sampdoria per risolvere i problemi di Ferrero? L'unico rischio lo corre Ferrero non la Sampdoria. Se fossi in lui a quelle cifre la venderei domani mattina. Rischia la rovina personale, non quella della società”.

La pressione della tifoseria potrebbe indurre Ferrero a cedere la Samp? “Non sarà questo che lo farà decidere, in più non è di Genova. I tifosi possono contestare, ma lui se ne sta a Roma o a Firenze. Se uno non vive tutti i giorni la sua realtà, ha molte meno percezioni sull'umore della gente. Se non ci vivi non lo percepisci”.

Sul ruolo dei social network, alla luce di alcuni commenti apparsi negli scorsi giorni: “Di fronte a questo appello di Claudio Bosotin, che conosco da tanti anni e sapevo avrebbe radunato persone che portano alto il valore della Sampdoria, è andata meglio di quanto speravo. Le frasi di qualcuno sui social nei miei confronti? Purtroppo sono dinamiche che conosco, ormai sempre di più c'è un'attenzione su chi fomenta e aggredisce o può creare condizioni pericolose attraverso la rete, anche se in Italia siamo un po' indietro. La cosa che fa male è che ci siamo persone che dietro la tastiera approfittano di manifestazioni legittime da parte di tifosi per seminare odio o incitare alla violenza, ma ormai le forze dell'ordine controllano. Mi auguro che le persone capiscano che ci sono anche delle conseguenze”.

Le risulta una crisi nei rapporti tra Ferrero e Romei? “Può essere che Romei non si stia occupando della trattativa, Ferrero è un tipo geloso, è fatto così. Però mi risulta che fossero in Lega insieme e che Romei stia svolgendo la normale attività gestionale che ha sempre fatto per la Sampdoria, si dice che non si stia occupando della vendita”.

Riacquisterebbe la Sampdoria? “Col cuore sicuramente, però io sono il cosiddetto capofamiglia, il riferimento, e dovrei mettere d'accordo troppe persone, quindi non mi è possibile”.

Sull'interesse di Vialli nei confronti della Samp: “Lui ci pensa da 4-5 anni. E' referente di un gruppo di investitori, ma ci sta lavorando da quattro o cinque anni. Mi chiese qualche informazione, gli dissi trova gli investitori e poi apri una trattativa. Lui ha chiesto e io gli ho dato le informazioni di cui aveva bisogno”.

Cosa ne pensa dei tweet di Enrico Mantovani? “Non do giudizi, se vuole fare dei tweet li faccia. Se fa dei tweet mirati vuol dire che ha qualche informazione privilegiata. Io ho parlato con Vialli un mesetto fa, quando mi ha regalato il libro, però non gli ho chiesto niente perché credo che se ci si occupa in troppi di una trattativa il rischio sia fare confusione e fare dei danni”.

Come andrà a finire? “Se fossi Ferrero saprei rispondere, vi direi domattina si fa il passaggio delle azioni. Ognuno ragiona con la sua testa, non sono in grado di dire coma andrà a finire. La Sampdoria comunque se rimane Ferrero, anche se i tifosi non saranno contenti per quello che dice, per le sue pagliacciate, avrà anche Romei, farà la sua campagna acquisti e la sua normale routine come tutte le società di calcio. Secondo me i valori che ho letto sono il massimo che può portare a casa anche per i prossimi anni. In Lega si prevede una perdita del 30% dei ricavi del calcio italiano nei prossimi anni, significa che le società di calcio varranno meno”.