Foggia: "Al Ferraris si respira un'aria diversa rispetto ad altri stadi"

Raggiunto dai taccuini de Il Corriere Mercantile il Folletto blucerchiato Pasquale Foggia si è raccontato a 360° sottolineando anche il suo primo mese da giocatore della Samp:
"Se torno spesso a casa? Quasi tutte le settimane, quando abbiamo un giorno libero. Sono rimasto molto legato al mio passato, nonostante abbiamo lasciato Napoli quando avevo appena 11 anni e poi ho un impegno importante al campo sportivo “La Loggetta” che quattro anni fa ho ristrutturato, a mie spese, per iniziare una bellissima attività.
È senza dubbio il gol più bello che ho realizzato in carriera. Nel mio quartiere ci sono tanti ragazzini che sognano di giocare a calcio, tanti piccoli talenti che aspirano a diventare professionisti, ma soprattutto meritano di lasciare la strada e di fare sport nel modo giusto. Da qui è nata l'idea di creare una scuola calcio per dare una gioia a questi “scugnizzi”.
Abbiamo attrezzato una struttura bellissima con un campo in erba sintetica dove i baby quotidianamente vemgono seguiti dal mio staff. Io sono al loro fianco in questa avventura, quando scendo a Napoli. La ristrutturazione del campo è costata parecchio, oggi ci affidiamo a qualche sponsor per la gestione ordinaria, ma spesso devo “intervenire” perche molti bambini non hanno i soldi per pagare l'iscrizione. Non mandiamo via nessuno...
Cambiarmi con loro e guidare gli allenamenti è il massimo. Ho un rapporto bellissimo con tutti i ragazzi, ma anche con gli allenatori e i genitori. Ho delegato la gestione a mio zio, ma cerco di seguire l'attività anche da lontano. Abbiamo 14 tecnici e partecipiamo a tutti i campionati, dalla Juniores ai piccoli della leva 2006.
Anche in casa Foggia c'è un campioncino? Diciamo che per ora mio figlio Alessandro è un grande tifoso di papà. Dopo aver vinto la Coppa Italia gli ho regalato la medaglia che lui custodisce gelosamente in camera sua. È molto appassionato, gli piace fare l'attaccante, ma secondo me ha le caratteristiche del centrocampista. Giocava a Roma, ora entrerà a far parte del vivaio blucerchiato. Lui non vede l'ora..
Pane e calcio, e la mamma che dice? Serena ormai è abituata e poi il calcio piace anche a lei. Viene sempre allo stadio, anche con la neve e la pioggia. Ci conosciamo da 14 anni, eravamo, eravamo tutti e due piccoli, ci siamo sposati 3 anni fa. Quando ero a Padova a volte facevo sette ore di treno pur di vederla anche per mezza giornata. Il pallone è roba di famiglia. Anche mio padre è stato molto bravo, mi nascondeva la palla. Ha fatto più di 500 gol nei tornei amatoriali...
Se mi hanno seguito anche a Genova? Ovviamente, abbiamo già trovato a casa a Quarto. Ci troviamo a meraviglia, la città è splendida. Un paradiso terrestre, il clima mi ricorda quello di Napoli. E poi c'è il mare...Se vogliamo fermarci a lungo? Diciamo che non siamo di passaggio. Quando, il penultimo giorno di mercato, mi è stata prospettata la possibilità di venire a Genova ho accettato subito con grande entusiasmo, sapendo di dover soffrire qualche mese per poi tornare in serie A da protagonista con la maglia blucerchiata.
Esiste un solo diritto di riscatto da parte della società doriana, spero di riuscire a convincerla sul campo...Scherzi a parte, questa è una rosa che farebbe molto bene anche in serie A, ma il torneo di B si vince in primavera. Oggi conta solo restare nel gruppo di testa. Mi manca ancora la continuità, ma sto crescendo gara dopo gara. Basta poco per arrivare al top e devo anche ringraziare i miei compagni, ho trovato un gruppo davvero straordinario.
E poi i tifosi... Nella gara con il Gubbio, appena arrivato, ero seduto in panchina vicino a Dessena e continuavo a dirgli che non credevo ai miei occhi. Al Ferraris si respira un'aria diversa rispetto ad altri stadi, con tante famiglie sugli spalti, molte donne e bambini. E poi su quel prato ho indossato la maglia dell'Italia, a posteriori ho capito che era un segno del destino...".
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