DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE – Il peso specifico di Ramirez
Non conta la forma, bensì la sostanza. Il trittico Bologna-Lecce-Spal rappresenta per la Samp il probabile spartiacque della stagione.
Se di fronte ai felsinei la prestazione dei blucerchiati è stata opaca, a tratti compassata e la manovra offensiva troppo sterile per impensierire persino una squadra che nella ripresa aveva decisamente rallentato il passo, al Via del Mare gli episodi sono stati a favore dei blucerchiati, capaci comunque di mostrarsi compatti e di correre pochi rischi.
Il match con il Lecce è stato la "partita della paura": due squadre contratte, spaventate dallo spettro di una classifica da brividi e consapevoli che un errore avrebbe potuto rivelarsi fatale. Ranieri, che a centrocampo ha dovuto fare i conti con il forfait di Linetty, ha optato per un prudente 4-4-1-1, con Ramirez ad agire dietro l'unica punta Bonazzoli, Ekdal e Thorsby in mediana, Jankto e Depaoli sulle corsie esterne.
Una scelta che ha permesso di limitare gli spazi concessi ad un avversario abituato da Liverani al giro palla e a costruire l'azione dalle retrovie. Il giocatore più tecnico, si è rivelato il più decisivo: Ramirez parte in sordina, difetta nel controllo palla in un paio d'occasioni lasciando trasparire che potrebbe essere una delle sue giornate no. Poi si assume la responsabilità di calciare un penalty pesante, propiziato da una carambola, ma soprattutto nella ripresa si ripresenta dagli undici metri con freddezza e stavolta calcia laddove Gabriel non può arrivare.
Nel corso della gara accorcia in aiuto ai compagni, dando respiro durante i tentativi di assalto del Lecce. In crescita rispetto all'apparizione con il Bologna, quando entrato a gara in corso non era riuscito a portare verve alla manovra.
Se in mediana Ekdal amministra con ordine, lasciando trapelare segnali di crescita atletica rispetto ai match precedenti, la Samp mostra le qualità migliori in fase offensiva grazie all'asse Augello-Jankto: alla corsia mancina viene affidato il compito di pungere, in virtù di un Augello in ottima condizione atletica e di uno Jankto rientrato dal turno di squalifica con la mentalità giusta.
Dal feeling tra i due nascono i cross e le imbucate migliori ed è proprio Jankto a procurarsi il rigore che sblocca la partita. Non è un caso che sia sempre un esterno, Depaoli, a conquistare il secondo penalty: la Samp a Lecce in parte è riuscita a fare quanto non concretizzato col Bologna, ovvero allargare il gioco, sfruttando le fasce e le incursioni degli esterni anziché le vie centrali.
I terzini salentini tendono ad accompagnare l'azione e a salire, perciò il compito di Depaoli e Jankto era di sfruttare gli spazi venutisi a creare in contropiede, ripiegando velocemente per dare aiuto ai difensori blucerchiati per evitare situazioni di inferiorità numerica. Thorsby, che aveva rifiatato con i rossoblù, inanella invece una delle prestazioni più opache: il tuttofare del centrocampo doriano appare approssimativo, irruento e poco pulito negli interventi.
Ben venga l'agonismo, ma un eccesso può portare ad episodi pericolosi ed evitabili, come la scelta di entrare con i piedi a martello in piena area di rigore. I subentrati Vieira e Léris svolgono il compitino seguendo i dettami di Ranieri: il centrocampo si fa attendista e sornione, puntando a fare scoprire il Lecce e a difendere con ordine il fortino.
Cosa è cambiato nel centrocampo doriano rispetto alla gara con il Bologna? Parzialmente gli uomini per un turnover obbligato dagli impegni ravvicinati e dalle defezioni: all'assenza di Linetty ha fatto da contraltare il ritorno di Jankto, che ha dato fluidità alla manovra; il lavoro silenzioso di Ekdal si è rivelato più concreto ed efficace di quello di Vieira, mentre Depaoli - seppur provato dalle due partite in tre giorni - ha tenuto botta.
Tuttavia, l'ago della bilancia resta Gaston Ramirez, con la sua caratura tecnica in una rosa che ne è scarsamente dotata e, nel caso di mercoledì, con la sua personalità. Determinanti gli episodi e il loro effetto sulla mentalità: dopo la prima rete del Bologna la Samp aveva gettato al vento la partita a causa di 5 minuti di blackout, mentre in casa del Lecce, nonostante il ritrovato entusiasmo degli avversari in seguito all'1-1, la squadra si è compattata e non si è lasciata andare a cali di concentrazione o leggerezze.
Ora la parola d'ordine deve essere continuità: se allungare di altre tre lunghezze sul Lecce consente di affrontare l'impegno di domenica con la Spal con maggiore serenità, è altrettanto vero che un passo falso vanificherebbe i progressi. Testa, gambe e cuore, attenzione, compattezza e cinismo, ai quali aggiungere adesso una buona dose di coraggio, affinché non sia il solo Ramirez a determinare il peso specifico non solo di un reparto, ma dell'intera squadra.