DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE – Bilanci, conferme e nuovi inizi

L'analisi settimanale del centrocampo blucerchiato
01.08.2020 12:17 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE – Bilanci, conferme e nuovi inizi
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Penultimo appuntamento con la rubrica dedicata al centrocampo della Samp, reduce da due sconfitte con Juventus e Milan, ma protagonista di due prestazioni di natura diversa, seppur con un denominatore comune da non sottovalutare: l'assenza di Albin Ekdal. L'infortunio che ha costretto ai box lo svedese in queste ultime battute di campionato ha sottolineato - sempre che ce ne fosse ancora bisogno - quanto sia prezioso e fondamentale il suo lavoro “oscuro, ma non troppo” in mediana.

Se nella partita con i bianconeri la squadra era comunque riuscita a vendere cara la pelle, grazie al dinamismo di Jankto, Thorsby e Linetty, autori di una prestazione dispendiosa a livello fisico (con Depaoli in versione esterno basso dopo l'uscita di Chabot), il quartetto di centrocampo schierato da Ranieri per opporsi ai rossoneri, formato da Depaoli, Linetty, Vieira e Jankto, non ha sortito i risultati auspicati. Depaoli ha fornito scarso supporto a Bereszynski, soffrendo la velocità di Hernadez e Rebic e lasciandoli sovente all'uno contro uno con il polacco, in netto affanno per gran parte del match. Più efficace in fase di spinta, con buona scelta di tempo negli inserimenti, anche se in almeno un paio di situazioni di superiorità numerica ha optato per la soluzione meno proficua, andando al tiro da posizione angolata o scaricando su un compagno ben marcato. Il bilancio stagionale è indubbiamente positivo, rappresenta uno degli uomini da cui ripartire, ma essendo un elemento che punta molto sul piano atletico ha risentito degli impegni troppo ravvicinati.

Nel 4-1 a favore dei rossoneri colpisce l'estrema facilità con cui il Milan è riuscito a incunearsi tra le maglie della difesa blucerchiata, sicuramente generosa e distratta nelle marcature, ma presa d'assalto anche a causa dello scarso filtro offerto dal centrocampo. Vieira non ha saputo assicurare lo stesso supporto di Ekdal davanti alla retroguardia, ha vinto pochi tackle e ha ragionato con troppa lentezza nell'alimentare la manovra offensiva, consentendo agli avversari di piazzarsi. Un buon gregario, probabilmente ancora acerbo per rappresentare un'alternativa pienamente convincente allo svedese.

Linetty e Jankto, più scarichi rispetto al match con i campioni d'Italia, hanno cercato di intensificare il pressing, ma con scarsa efficacia, lasciando troppo isolato Quagliarella. Il ceco è stato comunque una delle rivelazioni della ripresa: più convinto, ha macinato chilometri sulla sinistra mostrando un feeling con Augello superiore a quanto accadeva quando a presidiare la fascia era Murru. Con Ranieri dall'inizio potrebbe trovare quella continuità che in maglia doriana non si era ancora verificata.

Léris, Maroni e Askildsen, subentrati nella ripresa, non hanno impattato con la stessa intensità sul match. L'ex Chievo, meno in palla rispetto alla partita di Torino, sta dando comunque segni di ripresa dopo una serie di prestazioni inconcludenti e poco incisive. E' rapido, mostra lampi di una discreta tecnica e predilige la spinta al sacrificio, ma il percorso per renderlo più maturo tatticamente richiede ancora del tempo. Maroni rischia invece di essere una meteora: il ragazzo ha appena 21 anni e ha avuto poche occasioni di misurarsi con il campionato italiano per via dell'infortunio subito in Coppa Italia e questo rappresenta un'attenuante, ma quel rigore calciato sul portiere a testa bassa, concentrandosi esclusivamente sul pallone pesa sulla valutazione. E' mobile, certamente tecnico, ma deve imparare a giocare per la squadra e a inserire nel suo bagaglio lo spirito di sacrificio che ormai appartiene anche ai trequartisti, sulla falsa riga del percorso del veterano Ramirez, che negli anni ha imparato ad abbassarsi per interrompere il possesso palla avversario.

Ultimo, ma non in ordine di importanza, Askildsen, classe 2001 norvegese che ha realizzato un'autentica prodezza che Donnarumma ha potuto solo ammirare. Non si tratta di un tiro casuale: il ragazzo con personalità ha creato dal nulla un capolavoro, una conclusione a giro dalla distanza mirando l'incrocio. Visto che è tempo di bilanci, di conferme e di nuovi inizi, vale la pena puntare anche su di lui. L'ordinata geometria di Ekdal, la tenacia di un Thorsby inesauribile, la tecnica di Jankto, la spinta di Depaoli, il pressing e gli inserimenti di Linetty, il genio di Ramirez: mai come in questa pazza stagione, è stato evidente quanto tutti gli elementi del reparto possano dare il proprio contributo puntando sulla loro miglior caratteristica.