DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - Battuta d'arresto ma prestazione di alto livello

06.12.2017 09:30 di Paolo Paolillo   vedi letture
DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - Battuta d'arresto ma prestazione di alto livello
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il risultato non deve trarre in inganno. La sconfitta può capitare in molti modi e quella di domenica sera è sicuramente figlia del caso. La Lazio non si è mostrata superiore sul piano del gioco, ha trovato il pareggio e il gol vittoria in situazioni frutto della sorte cinica e bara che – stavolta – ha giocato un brutto tiro alla compagine di Marco Giampaolo, quando altre volte aveva arriso alla causa doriana.

Il centrocampo, nello specifico, è stato protagonista di un'ora abbondante su livelli assoluti, tenendo conto di due elementi: la grande capacità fisica della mediana biancoceleste e la qualità assoluta di un giocatore che, se continuerà a offrire partite di questo calibro, saluteremo a breve dalla nostra Serie A: Milinkovic-Savic è un giocatore come non ne esistono e, da solo, ha sostenuto la squadra fino alla vittoria. Immeritata per quanto prodotto fino a lì. I nostri, guidati dalla classe e dalla garra ancora una volta superbe di Lucas Torreira, hanno offerto una prova dignitosa e di qualità. L'uruguagio ha – come sempre – diretto lo spartito con abilità, mettendo in difficoltà da subito l'altro Lucas (Leiva), disorientato e impreciso per un tempo almeno.

La visione, perché così non si può chiamare altrimenti, per Quagliarella nell'azione del vantaggio di Zapata è sintomo di un giocatore che vede il gioco prima degli altri e con molti minuti di anticipo. Secondo me è anche forte a scacchi, qualora ci provasse il nativo di Fray Bentos. Bene Barreto, chiamato agli straordinari ma che – come previsto – si rivela utile nelle partite da battaglia come era quella di domenica sera. Qualche sbavatura in impostazione ma prestazione di corsa e dinamismo, utile a far ragionare con i tempi giusti Torreira. Il belga Praet ha offerto la solita prova di ottimo livello tecnico e sacrificio, oramai è una certezza in quel ruolo e lui si sta anche divertendo, dimostrando come il guaio fisico sia totalmente alle spalle. Si fa vedere anche in zona gol con un sinistro velenoso, sintomo di voglia.

Le note negative, semmai, arrivano dai comprimari. Verre non ripete – è anche vero che ha giocato sei minuti più recupero – la prestazione di Bologna e si infrange nei marcantoni laziali, stretto tra Parolo, Milinkovic e Leiva ma queste partite possono solo farlo crescere.

Arriviamo al punto focale dell'analisi del centrocampo: l'assenza di Linetty. Si, perché il polacco ha dimostrato di saper andare senza palla come nessuno sa fare in questa squadra e qualche suo movimento sarebbe servito per indebolire la resistenza dei corrispettivi della Lazio, facendoli lavorare molto di più in fase difensiva di quello che hanno dovuto fare. Lo spunto può essere questo, forse in mezzo la coperta è leggermente corta e servirebbe qualcuno con le caratteristiche dell'ex Lech Poznan per aumentare la fisicità e l'inserimento da dietro, cosa che Karol ha dimostrato di saper fare, scardinando situazioni complicate, leggi Atalanta.

Insomma, dietro i quattro che ruotano i tre posti a disposizione della mediana, il piatto piange, perlomeno se si parla di partite come quella appena persa, ossia contro avversarie diretti per i posti di prima classe. Evidentemente la squadra, in toto, non è ancora completamente pronta per quel tipo di classifica. Passo a passo arriverà anche questo, senza essere disfattisti ma credendo nel lavoro di questi ragazzi e del mister.