CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La difesa toglie e la difesa dà

19.02.2021 11:25 di  Paolo Paolillo   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La difesa toglie e la difesa dà
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Quattro punti in due partite e un distacco confortevole dalle zone calde della classifica. Non cantiamo vittoria troppo presto, ma la Sampdoria sembra essersi messa al riparo da sorprese macabre. Imperativo, fare il prima possibile i dieci punti necessari alla permanenza nella massima serie e poi ragionare sulla prossima stagione, per capire se ci sarà un cambio di rotta rispetto al quotidiano vivacchiare.

La difesa blucerchiata, in queste due partite in esame, ha dimostrato un trend corrispondente a quello mostrato nella stagione, e c'era da aspettarselo, ormai. Se da un lato - a Benevento - toglie, dall'altro - con la Fiorentina, dà. Partiamo dalle certezze che, ora, sono aumentate. In Nba si direbbe, the most improved player, l'uomo più migliorato. A Genova, si dice Omar Colley. Nonostante le sirene inglesi, con la società che avrebbe voluto inviare al Fulham il difensore gambiano, Colley si sta dimostrando l'altro pilastro della retroguardia di mister Ranieri. Nella partita contro il Benevento, pur non spiccando per precisione in fase di costruzione, diciamo che si è comportato molto bene nella fase difensiva, andando a togliere molte castagne dal fuoco e tenendo bene Lapadula, quando passava dalle sue parti, al contrario dei compagni di reparto, Tonelli e Yoshida, alternatisi al "Vigorito". Professionalità, voglia di vetrina – perché no – e concretezza, sono le caratteristiche mostrate dal gigante africano, che ha reso la vita difficile pure a Vlahovic, praticamente l'unica bocca di fuoco plausibile della Fiorentina, con le buone o con le cattive, si intende. Nel match coi viola, poi, il numero 5 blucerchiato ha anche salvato un gol sulla linea, mettendo la testa sul destro indirizzato all'angolo di Biraghi. Senza di lui, il 2-2 sarebbe stato servito e – pertanto – una fetta di vittoria è ampiamente sua.

Prestazione a due facce, invece, per Maya Yoshida. Il giapponese entra molto male col Benevento, dimenticandosi di Lapadula alle sue spalle, in quello che avrebbe potuto essere il colpo del ko per i colori blucerchiati. Non brilla, in generale nella sua mezz'ora più recupero in Campania. Molto – ma molto – meglio fa, invece, nella partita casalinga contro gli uomini di Prandelli, dove cattura moltissime palle alte provenienti dagli esterni ospiti, mostrando una certa differenza tra partire titolare e subentrare a gioco in corso. Un paio di murate, poi, mettono il sigillo alla porta di Audero.

Ecco, forse è lui la nota stonata e la continuità, allo stesso tempo. Contro l'undici di mister Inzaghi, il portiere doriano è spettatore non pagante per un'ora. Poi, si fa infilare dall'ex di turno, Caprari, sul proprio palo, e già i corvi erano pronti a far cena. Si riscatta, altro segnale di crescita, immediatamente, chiudendo la porta in due occasini ai giallorossi, preludio al pareggio di Keita. Con la Fiorentina, poi, solo l'orologio dell'arbitro decreta il gol, quando tutti abbiamo pensato all'ennesimo miracolo della sua stagione. Già poco prima, sulla punizione di Pulgar era stato strepitoso, sul tap-in di testa di Vlahovic è solo sfortunato per la sua posizione, ma il riflesso è superbo lo stesso. Fa niente, si fa trovare pronto e rimane una delle nostre certezze.

Capitolo terzini: Tommao Augello dimostra una continuità in fase offensiva importante, visto che si sarà presentato al cross almeno quindici volte in due partite, stando bassi. Lesina qualcosina in fase difensiva, specie contro i viola, ma solo perché la mossa di Prandelli di inserire Callejon e Malcuit, lo lascia in inferiorità numerica. Una volta che a dargli manforte è entrato Leris, la situazione è migliorata. Nel primo tempo, è anche vero, Jankto non gli ha dato molto sostegno sulle sovrapposizioni di Venuti a Kouamè. Nota stonata: troppi i passaggi sbagliati in fase d'uscita, fase delicata del gioco, che rischia di lasciare mal posizionata la squadra al contropiede avversario.

Bartosz Bereszynski, invece, è la nota stonata della doppia sfida. Errore madornale a Benevento, quando si "dimentica" Caprari largo dietro le sue spalle ed avvio horror contro la Fiorentina, dove sbaglia tutto ciò che si può sbagliare. Si riprende nel secondo tempo, con un paio di diagonali precise – di cui l'ultima provvidenziale – ma la prestazione rimane insufficiente, specie se questa è la terza partita di seguito con la fascia di capitano al braccio.

In definitiva, tolto l'ingiudicabile Tonelli, uscito per infortunio a Benevento, dopo una partita così così, la situazione della difesa è tutta da verificare. Ora, con Lazio e Atalanta, vedremo la tenuta psicofisica dei difensori a disposizione di Ranieri. All'andata subimmo solo un gol – su rigore – in due partite, adesso il compito è molto complesso. La Lazio sembra in crisi ma ha sempre il miglior centravanti italiano del campionato, Immobile, e tanto talento. L'Atalanta è minacciosa coi due ex di lusso e il genio di Ilicic e compagnia. Certo è che le gerarchie sembranio – per quanto riguarda la coppia centrale – definite, con Colley-Yoshida che sembra la coppia migliore e più solida, anche se Ferrari sta tornando potrebbe trovare spazio in una delle due gare. Sugli esterni, oramai, non mi pronuncio più, se non augurando lunga vita a Bere ed Augello. Per il resto, rimaniamo comunque una difesa che incassa spesso gol e dobbiamo farcene una ragione. Almeno fino a fine campionato. Un peccato, però, perché registrare il pacchetto arretraro, cosa che sembra stia avvenendo, farebbe fare al Doria l'ultimo salto di qualità, per permettergli di sviluppare un pensiero stupendo. Se è ambizioso il mister, guai a non esserlo anche noi.