CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - L'importanza di chiamarsi ... Strinic

11.12.2017 10:48 di  Enrico Cannoletta   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - L'importanza di chiamarsi ... Strinic
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Parafrasando il titolo di una delle più fortunate commedie di Oscar Wilde, possiamo discorrere, per fortuna con la serenità che i 27 punti e la partità in meno ci conferiscono, circa il reparto arretrato doriano.

Anche senza scomodare argomentazioni tattiche, e riferendosi esclusivamente alla matematica, balza agli occhi che la Sampdoria senza Strinic stenta a produrre punti.

Ad un'analisi superficiale, e quindi cieca riguardo alle vere accezioni tattiche, si potrebbe attribuire la colpa esclusivamente al sostituto. In realtà Murru sta seppur lentamente crescendo nell'assimilare il credo calcistico di Giampaolo. Ma è anche altrettanto evidente che le sue caratteristiche non sono sovrapponibili a quelle del croato.

Contro il Cagliari, sua ex-squadra, e compagine delle sue origini anche pre-calcistiche, Murru ha più volte provato a "fare" Strinic. Anzi, in qualche occasione c'è anche riuscito molto bene. Sono mancati però i cross filtranti di Ivan.

La disposizione tattica della squadra a Cagliari dimostra che in un certo senso Giampaolo si aspettava che il lavoro dei cursori esterni sarebbe stato molto delicato. Ed è per questo motivo che ha allargato insolitamente la posizione di partenza delle due punte. Quagliarella e Zapata si sono infatti spesso spostati sulle corsie esterne, per accorciare il campo in occasioni delle avanzate di Sala e Murru, per poi lasciare eventualmente spazio agli stessi esterni, convergendo entrambi al centro.

In effetti questo schieramento "a sorpresa" del rigido (o ritenuto tale) 4-3-1-2 di Giampaolo, ha prodotto il vantaggio di sorprendere il Cagliari e determinato il 2-0 iniziale. Inoltre c'è stato il risultato di costringere la squadra di casa a ripartire nella fascia centrale, lasciata libera dagli attaccanti blucerchiati. In questo modo Giampaolo voleva mitigare un probabile impatto del centrocampo sardo, contrapponendo il terzetto Barreto-Torreira-Praet a copertura.

Nel secondo tempo, però, la strategia si è rivoltata contro la Sampdoria. La pressione centrale costante ha messo a dura prova la coppia Silvestre-Ferrari, facendola cadere insolitamente in affanno.

È vero però che con ogni probabilità l'errore di Viviano ha avuto l'effetto di una molla che ha schiaffeggiato la Sampdoria e ha galvanizzato gli avversari e il suo pubblico. E in quei pochi minuti la caduta del morale si è sommata al calo tattico.

Nel finale la Samp ha ritrovato i suoi equilibri. E il reparto difensivo ha chiuso la partita con autorità. Portando la linea anche oltre la metà campo.

In ultima analisi possiamo citare un fatto positivo: la difesa è stata sempre compatta nell'applicare il fuorigioco. E questo non è un aspetto da sottovalutare, perché è la cartina tornasole del sincronismo raggiunto dall'intero reparto. E la partita di Coppa contro la Fiorentina potrà dirci ancora qualcosina in più. Quando i nostri difensori dovranno far di conto con un reparto avanzato viola molto dinamico e imprevedibile.