CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Difesa poco lucida, segnale d'allarme

La rubrica di approfondimento sulla difesa blucerchiata
04.12.2020 09:21 di Paolo Paolillo   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Difesa poco lucida, segnale d'allarme
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Una delle peggiori difese del campionato si dimostra tale in una settimana che si può serenamente definirsi dell'orrore, anche se Halloween è passato da un mese. A turno, chi più chi meno, ogni componente della difesa ha evidenziato delle difficoltà, fisiche, mentali o strutturali, dovute - volenti o nolenti - ad una panchina corta, a limitazioni di scelte e a imprevisti che non hanno aiutato. In primis, però, tutto ciò si può imputare alla poca lucidità, cosa che avviene quando hai poco tempo per recuperare e devi giocare quasi sempre, o se sei chiamato all'improvviso all'appello.

La difesa ci arrivava rimaneggiata alla sfida coi felsinei, perché Augello era squalificato, così come Tonelli. In mezzo quindi si posizionava Colley e, a sinistra, Vasco Regini. Ora, leviamoci subito il dente, che è meglio. Inutile e inappropriate le critiche al difensore cesenate, che terzino non è e mal digerisce quel ruolo, cosa ben nota nell'ambiente blucerchiato. Quindi, al di là degli evidenti errori commessi, che possono capitare a chiunque, non c'è da demonizzare un ragazzo che, pur mostrando limiti, ha sempre detto si e si è impegnato come poteva. Poi, che sul primo gol sia – diciamo così – goffo, e sul secondo si perda Orsolini a zero metri dalla porta di Audero, siamo tutti d'accordo. Zaccardo fece un autogol peggiore che poteva mandare in tilt la macchina perfetta di Lippi, in Germania, nel 2006, ma nessuno lo ha mai vessato per così tanto tempo. Regini è preso di mira da anni, ma il problema è chi lo espone a queste figure, ossia la società, che non ha operato in maniera diligente e coscienziosa sul mercato. Perché pensare di affrontare con un terzino sinistro – Regini non lo è - 38 partite di campionato e qualcuna – sigh – di Coppa è come chi dice che il Coronavirus si trasmette solo limonando per quindici minuti con qualcuno. Il buon Fantozzi darebbe l'altrettanto ragionevole definizione.

Altra cosa, nel derby perso in maniera orripilante, non è che Augello sia tra quelli che si sono salvati, ecco. Quindi, anche lui ha necessità di non sedersi e di concorrenza. Meno male che il ragazzo sembra uno che non si sieda sugli allori e lavori molto in allenamento, però l'antifona è chiara.

Non parliamo poi della fascia destra. Il colpo di genio della cessione di Depaoli all'Atalanta, capolavoro perché permette al Doria di rimanere con un solo terzino destro in rosa, al giocatore di passare da lottare per la salvezza a lottare e giocare in Champions, e alla Dea avere un giocatore senza infamia e senza lode, al massimo da valorizzare sotto mastro Gasperini, o da rimandare al mittente a fine stagione. In poche parole, penalizza solo noi. E tanto. Bere regge e solo sa Dio quanto possa farlo ancora. Però, se con il Bologna ha fatto bene, nel derby è stato messo sotto da Pellegrini. 

Capitolo centrali: Colley e Yoshida, contro il Bologna hanno ben retto alle sgroppate di Palacio e agli inserimenti di Soriano e Barrow che, l'anno scorso, ci fece a pezzi. Prestazione sufficienti e poco più, anche se ogni volta che i trequartisti rossoblù puntavano la linea la sensazione era di tutto tranne che di sicurezza. Il gambiano, invece, gioca la sua partita e sarà lui, appena smaltita totalmente la gastroenterite che lo ha fermato pre derby, a dover dare una mano, a cominiciare dal prossimo impegno contro il Milan, ad abbassare la media-gol incassati, che viaggia sempre su binari pericolosi.

Nel derby, invece, sempre Yoshida e Lorenzo Tonelli, hanno vissuto altro che quarto d'ora di paura e delirio. Nel primo tempo, hanno contenuto in qualche modo sia Scamacca che Shomurodov, mentre Zajc non ha impensierito più di tanto. Nella ripresa, giocano incredibilmente alti e due errori madornali costano il raddoppio di Lerager e la rete della staffa di Scamacca. Nella prima occasione, la smarcatura dell'avanti avversario è prodigiosa, come la parata di Audero. Imperdonabile che il centrocampista danese sia, però, da solo a pochi metri dalla porta. Sul secondo gol del centravanti rossoblù, invece, la difesa è altissima e lenta a chiuderlo. Ciononostante, si riesce a limitare sia l'incedere di Scamacca che l'arrivo dei supporti esterni. Detto questo, è quantomeno discutibile che un difensore dell'esperienza di Tonelli indietreggi così tanto, sfidando l'attaccante alla battuta da fuori, quando oramai il fuori era il limite dell'area sostanzialmente. Per rimanere – e poi chiudere – con il difensore toscano, contro il Torino parziale riscatto c'è stato per lui. Entrato al posto di uno Yoshida lento nell'impostazione, nonostante le urla beluine di mister Ranieri, e compassato in marcatura su Belotti e Zaza, Tonelli si faceva trovare pronto, mettendo grinta e durezza giuste, facendo sentire i tacchetti all'ex attaccante delle giovanili della Samp, e respingendo l'assalto torinista degli ultimi dieci minuti. Le sbavature ci sono state ma meno evidenti rispetto alle partite precedenti.

Maya Yoshida, invece, tra Bologna, derby e Torino, infatti, ha ottenuto una media insufficiente per uno che, bene o male, si è sempre distinto come la vera colonna della retroguardia, l'uomo d'ordine e di comando. Ecco, la sensazione è che sia ultimamente un po' appannato e bolso. Deve essersene accorto anche Claudio Ranieri, che lo ha sostituito tra il primo e il secondo tempo di Torino, per farlo rifiatare. Siamo sicuri, però, che si riprenderà al più presto. Ci auguriamo tutti che il nipponico torni presto in forma ideale, per poter tenere in linea di galleggiamento un reparto messo alle strette.

Menzione speciale per Alex Ferrari, la vera nota lieta di questo trittico. Il centrale ex Bologna, infatti, torna a fare una partita intera e lo fa alla grande, come può, con forza, anche con le maniere forti, con intelligenza, senza cercare la giocata difensiva dell'anno, non disdegnando anche qualche pedata lunga. Ecco, un difensore senza fronzoli era proprio quello che ci voleva e rappresenta anche un'alternativa per la zona di destra, anche se spero che il Natale arrivi presto e ci porti qualcuno a rimpolpare la retroguardia.

In tutto ciò, Audero para che è una meraviglia e mette il marchio su un punto preziosissimo all'Olimpico di Torino, dopo una prima frazione che faceva presagire le streghe. Così non è stato, grazie anche e sopratutto al nostro numero 1, che ha sfoggiato quattro parate decisive - incredibile quella su Zaza. 

Adesso il Milan ed un esame di maturità importante per tastare la linea difensiva, visto che al cospetto dei vari Rebic, Calhanoglu, Leao, Hauge e, forse, Ibrahimovic, c'è da dormire sogni ben poco tranquilli. Staremo a vedere, perché ora l'inverno sta calando e, dietro, la copertina inizia ad essere leggerina. Società, sveglia! Servono rinforzi!