ESCLUSIVA SN - UTC: Trasferta di Verona, fallimento della tessera del tifoso, tematiche del calcio moderno

04.03.2016 18:05 di Diego Anelli   vedi letture
ESCLUSIVA SN - UTC: Trasferta di Verona, fallimento della tessera del tifoso, tematiche del calcio moderno
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

L'importante posta in palio nella trasferta di Verona e il tanto atteso ritorno della trasferta libera anche ai non tesserati, ma non solo. Un occhio di riguardo alle varie tematiche sempre più attuali relative alla tessera del tifoso e in generale sul calcio moderno, sempre più sinonimo di business, l'esatto opposto del termine passione. Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva gli Ultras Tito Cucchiaroni, che ringraziamo per la disponibilità, al fine di analizzare ogni argomentazione nel suo dettaglio:

Il momento è cruciale per i nostri ragazzi, la Sampdoria ha bisogno del massimo supporto per chiudere quanto prima il discorso salvezza dopo i 3 punti con il Frosinone. Nei giorni scorsi avete pubblicato un video messaggio finalizzato a sensibilizzare le autorità competenti affinché la trasferta fosse autorizzata anche ai non tesserati. Quanto è importante la trasferta libera soprattutto in un momento così decisivo della stagione? “Innegabile che la presenza della tifoseria sampdoriana, nella sua vera globalità, a Verona è importante: per la Sampdoria (non siamo salvi, dobbiamo ancora lottare), perché abbiamo un gemellaggio storico da rinsaldare, per dare un segnale concreto se si vuole veramente riavvicinare i tifosi allo stadio..volete i settori pieni? Bene, liberate le trasferte!”.

Domani è inoltre l'occasione per rinnovare uno storico gemellaggio, tramandato da generazione in generazione. Un ulteriore elemento per rivivere i valori del calcio d'altri tempi. Quanto mancano ai giorni nostri? “I tempi passano, cambiano le abitudini, cambia la società in generale. Nel gemellaggio, nei ragazzi che vanno ancora in curva, in quella passione profonda che ci unisce alla nostra squadra si rivede un qualcosa di genuino, di vero, di puro, lontano anni luce da tutta quella messa in scena creata ad hoc da esperti di marketing e affini che ragionano solo su base economica. Ritrovare degli amici veronesi che conosci da anni, essere in curva a cantare, soffrire ed esultare per la tua maglia, sono cose che non hanno prezzo”.

Parte della stampa non perde mai occasione per attaccare il mondo ultras appena se ne ha la possibilità. Giusto invece sottolineare come la curva dell'Hellas si sia ancora resa protagonista di un tifo commovente e costante a prescindere dai risultati e dalla classifica deficitaria. Un esempio, un modello che merita la massima stima. “Che i Veronesi siano visceralmente attaccati all’Hellas Verona non lo scopriamo oggi. La stampa sappiamo bene come è fatta. Il loro obiettivo purtroppo è quello di vendere più copie possibili, guadagnare il massimo, e per far ciò spesso serve “distorcere” la realtà per renderla più “appetibile” ai lettori. Ultras è tante cose. È aggregazione, è fantasia e goliardia, è libertà, è passione, è attaccamento alle proprie tradizioni e appunto alla propria maglia”.

Il fallimento della tessera del tifoso è ormai sotto gli occhi di tutti, ma finora nessuno si è assunto la responsabilità di eliminarla definitivamente. Un passo simile va concepito come un sogno irrealizzabile, o un qualcosa realisticamente raggiungibile? “Vanno riviste tante cose. Innanzitutto partiamo da una semplice domanda: vogliamo riportare la gente allo stadio? La risposta è sì. Lo vogliamo tutti. Noi rivogliamo gli stadi gremiti per questione di passione, qualcun altro deve voler lo stadio pieno perché uno stadio vuoto vuole dire che il “prodotto” calcio perde appeal, e se il prodotto perde appeal automaticamente si perdono soldi. Avete letto le ultime statistiche sugli abbonati alle Pay tv? Sono in ulteriore decremento. Se si vuole salvare la situazione bisogna riportare la passione dentro agli stadi. Come? Togli la tessera, rendi le trasferte libere, rendi i prezzi dei biglietti accessibili a tutte le tasche, rendi lo stadio perlomeno un posto umano, non una prigione! Se non lo hanno ancora capito, presto lo capiranno tutti".

Spesso e volentieri alcune istituzioni si dedicano alla pubblicazione di dati relativi al calo degli incidenti nei nostri campionati, evidenziando pertanto il presunto successo della tessera del tifoso. Gli scontri sono calati semplicemente per il drastico svuotamento degli stadi italiani anche a causa degli orari assurdi e del caro biglietti. In diverse occasioni alcune trasferte sono state vietate in toto nonostante la sottoscrizione della tessera. La conferma della morte del calcio moderno? “Hanno sbagliato tutto, sin dall’inizio del Progetto Tessera del Tifoso. Il problema è che continuano a sbagliare. Invece di mettersi ad un tavolo e cercare di lavorare seriamente per rimediare ai loro errori, perseverano nella politica del “chiudo tutto, vieto tutto”. Ora vietano anche ai tesserati, rimangiandosi quindi quanto avevano detto all’inizio. Vi rendete conto? Noi andiamo avanti per la nostra strada, convinti della nostra scelta di non aver aderito a quello che con il tempo si è dimostrato a tutti gli effetti uno strumento di polizia e di sfruttamento commerciale della persona. La tessera del tifoso doveva annientarci, ed invece siamo ancora qua, attivi e vivi, e con tanti giovani che ci seguono”.

Il famoso e sempre più estremo “spezzatino” rischia di trasformarsi in autentico boomerang scagliandosi contro chi lo ha ideato e alimentato. Una constatazione confermata dal recente calo degli abbonamenti tv, probabilmente la prova che una buona fetta del pubblico non creda più in un prodotto calcio diventato puro sinonimo di business. La vostra opinione a riguardo. “Il tema del calo degli abbonamenti tv lo abbiamo toccato prima. È un dato ormai assodato, di cui tutti dovrebbero prendere atto. Lo spezzatino è una delle tante dimostrazioni di come il calcio viene sempre e solo visto come un’industria, come una fonte di guadagno. In quanti ancora vedono il calcio come una fonte di emozione, un qualcosa di speciale? Pur di far cassa, Figc, Leghe Calcio, e i loro compagni di merenda hanno venduto l’anima di quello che era lo sport popolare per eccellenza del nostro paese. Ora ne stanno/stiamo pagando le conseguenze. Senza un vero e proprio cambio di rotta la situazione continuerà a peggiorare. Serve un qualcosa di innovativo. Ad esempio, la buttiamo li, perché, per una volta, non iniziare ad ascoltare ciò che hanno da dire gli Ultras?.....”

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