ESCLUSIVA SN - Roselli: "Ferrari cresciuto tanto, gioca la palla come un centrocampista. Calciatore di altissimo profilo"

09.08.2017 16:42 di  Giuseppe D'Amico  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA SN - Roselli: "Ferrari cresciuto tanto, gioca la palla come un centrocampista. Calciatore di altissimo profilo"
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© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com

La Sampdoria ha ufficializzato da qualche giorno l'arrivo di Gian Marco Ferrari, difensore classe '92 proveniente dal Sassuolo ma reduce dalla straordinaria impresa salvezza realizzata dal Crotone di Davide Nicola. Il ragazzo, che si è distinto per personalità e qualità tecniche, è arrivato per rinforzare un reparto orfano ormai da circa un mese di Milan Skriniar, accasatosi all'Inter.

Per cercare di capire che giocatore sia Ferrari e in che modo possa collocarsi nei piani tattici di Marco Giampaolo, Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistare Giorgio Roselli, ex centrocampista blucerchiato e soprattutto allenatore ai tempi di Gubbio dello stesso giocatore.

Lei ha avuto Ferrari a Gubbio e in questi anni immagino abbia potuto notare un processo di maturazione. Come vede oggi il ragazzo? "Ferrari è sicuramente cresciuto tanto, ha fatto due anni importanti a Crotone e si vedeva già a Gubbio cinque anni fa che sarebbe stato in grado di giocare ad alti livelli. Veniva dal Parma, si notava che era di un'altra categoria e per un giocatore di Serie C che era appena uscito dalla Primavera era dotato di grande personalità. Ripeto, a primo impatto si capiva che era 'un po' diverso dagli altri', che aveva la stoffa per fare un altro tipo di carriera".

In questi anni abbiamo visto la crescita di tanti centrali di difesa italiani e mancini, come ad esempio Caldara e Romagnoli. Secondo lei Ferrari può ambire ad arrivare a quei livelli? "Logicamente posso dire di conoscere bene Ferrari, mentre per gli altri posso parlare delle sensazioni che ho avuto guardandoli in televisione. Era intuibile che, per le sue caratteristiche, gli sarebbe stato quasi facile arrivare nella massima serie, soprattutto dal punto di vista della personalità. Fisicamente è molto ben strutturato, forse aveva bisogno di mettere su un po' di forza muscolare, poiché pativa ogni tanto gli avversari più grossi. Non ha paura di giocare la palla, ha ottima tecnica e con me, vista la buona corsa, in casi di emergenza ha fatto anche il terzino. Ritengo si tratti di un calciatore di altissimo profilo".

Ha parlato della fatica che faceva il ragazzo all'epoca nei duelli fisici. Se dovessi chiederle il pregio e il difetto più evidenti? "Ripeto, cinque anni fa nel momento in cui si trovava ad avere a che fare con giocatori di stazza, molto fisici, come ad esempio Ciofani del Frosinone o Curiale, andava un po' in difficoltà. Nel tempo però ha preso massa, ha messo su chili e sono evidenti i progressi avuti negli anni. Per quanto riguarda i pregi, ha una personalità importante e un'ottima visione di gioco, in cui spicca la capacità di saper anticipare bene l'avversario. Con la palla poi sa giocare molto bene, come fosse un centrocampista".

Passando invece al mercato della Samp, i blucerchiati sembrerebbero essere vicini alla chiusura dell'affare Benali. Il libico, come Verre, arriverebbe dal Pescara, squadra di un'altra città di mare ben diversa però da Genova. Lei, che ha vissuto tutte e due le piazze, ritiene che sia facile l'ambientamento venendo da una piazza particolare come quella abruzzese? "Credo sia normale pensare che alla Samp ci si possa aspettare un salto di qualità, c'è un livello ben diverso di calcio rispetto a quello che c'è a Pescara. Io a Pescara ho fatto tre anni, si vive veramente bene e si vive il calcio altrettanto bene. Tutto ruota ventiquattro ore su ventiquattro attorno al rettangolo verde, dunque chi fa bene sulla costa abruzzese difficilmente va male in altre piazze, anche se più grandi come Genova. Alla Samp, pensando alle piazze di Serie A, si sta veramente bene. Al di là del posto, è proprio l'ambiente a spronare un giocatore: i tifosi tifano sempre, che si vinca o che si perda. Il pubblico è davvero un po' all'inglese, quindi credo sia praticamente impossibile trovarsi male".

Le faccio un'ultima domanda, una domanda un po' di cuore. Qual è il suo ricordo più bello legato ai suoi anni in maglia blucerchiata? "Beh, è davvero difficile scegliere il miglior momento dei quattro splendidi anni trascorsi alla Sampdoria. Sono stati anni molto intensi, la squadra e la società erano un pochino in difficoltà. Io partii dalla B e proseguii fino al raggiungimento della Serie A con Mantovani, dunque tutto un percorso che è stato costellato di bei momenti. Se devo sceglierne uno in particolare credo sia ovvio rispondere la promozione in Serie A, ma anche l'emozione trasmessa dai derby è qualcosa di indescrivibile".

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