ESCLUSIVA SN - Palmieri: "3-2 con Fiorentina ci aveva rimesso in carreggiata. Rigore indegno a Bologna"

23.05.2020 09:33 di  Lidia Vivaldi   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Palmieri: "3-2 con Fiorentina ci aveva rimesso in carreggiata. Rigore indegno a Bologna"
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Torna l'appuntamento con Giocavamo insieme sempre io e te..., una iniziativa targata Sampdorianews.net, dedicata alle partite che hanno fatto la storia della Sampdoria. Le andremo a rivivere direttamente con i protagonisti, grazie ai loro racconti di episodi e aneddoti, condividendo emozioni, brividi e stati d'animo.

Abbiamo avuto il piacere di contattare in esclusiva Francesco Palmieri, per ricordare la grande rimonta sulla Fiorentina del 9 maggio 1999, una vittoria che consentì ai blucerchiati di restare aggrappati alla Serie A fino alla penultima gara di quella stagione stregata.

"A quella partita arrivammo carichi, eravamo consapevoli di aver attraversato un momento difficile, ci era mancato Montella per diversi mesi, ed era senza dubbio il giocatore più forte di quella squadra. Eravamo in grandissima ripresa e stavamo facendo ottime cose. Quel giorno ci trovavamo di fronte la Fiorentina, una formazione forte, che stava facendo un buon cammino in campionato. Noi però eravamo consapevoli della nostra forza e della possibilità di affrontare la gara nella maniera giusta.

Invece, pronti-via, andammo sotto per il rigore di Rui Costa, e la partita fu da subito in salita. Il clima però era caldo, i tifosi ci seguivano con trepidazione e grandissimo attaccamento, e in quella occasione ancor di più, si fecero sentire dall'inizio alla fine. Riuscimmo quindi con la nostra reazione a pareggiare, ricordo la mia azione sulla destra, rientrai dal destro sul sinistro e misi in mezzo una palla di sinistro che Montella che riuscì a stoppare di petto, segnando l'1-1.

Ma all'inizio del secondo tempo la Fiorentina tornò avanti, nonostante avessimo avuto nella prima frazione l'occasione per portarci in vantaggio. Incassare il 2-1 in un momento così fu veramente una mazzata incredibile. Riuscimmo però a pareggiare nuovamente con Montella, e dopo il gol del 2-2 iniziammo a crederci sempre di più. Non volevamo assolutamente mollare in quella partita fatta di tantissime occasioni e sussulti, fatta di capovolgimenti di fronte improvvisi.

Poi ci fu questa azione su scambio di Montella che mi mise una palla lunga, io stoppai e feci una conclusione di esterno sul primo palo, battendo il portiere che era Toldo. Fu davvero una grandissima gioia. Mancavano poco più di 10 minuti al 90', ma quel tempo sembrava interminabile. Ricordo che verso la fine ricevetti anche una gomitata dietro la nuca da un difensore viola, tale che andai in ospedale con il dottor Baldari per un controllo, perché la sera mi dava ancora qualche problemino.

Quella con la Fiorentina fu una gara molto emozionante, un successo che ci aveva rimesso in carreggiata in vista delle ultime partite, speravamo di andare a Bologna e giocarcela per vincere, come in effetti successe, ma qualcuno aveva deciso che la Sampdoria non doveva portare a casa i 3 punti. Noi quella partita l'avevamo vinta, ed era un risultato che ci avrebbe permesso di affrontare al meglio l'ultima in casa con il Bari, ma quell'episodio, che rivisto adesso dovrebbe ancora far vergognare, quel rigore indegno al 91', fu un insulto al calcio.

Qualcuno non ha voluto bene alla Sampdoria in quella penultima giornata di campionato. Non si comprese il perché, o si fece finta di non capire. Quell'arbitro, qualche anno fa, durante una trasmissione televisiva, sembra abbia ammesso l'errore, ma il suo errore costò alla Sampdoria la retrocessione, e per noi giocatori comportò scenari del tutto diversi. Molti non pensano che quell'episodio cambiò le sorti di tante persone, giocatori, dirigenti, e anche la tifoseria, che ha dovuto soffrire per degli anni.

Quella squadra era convinta, nelle ultime due giornate, di poter vincere e raggiungere un traguardo importante, avendo dovuto affrontare molte difficoltà. Eravamo partiti a luglio con l'Intertoto, mancando di un soffio la qualificazione contro lo stesso Bologna. Avevamo dovuto fare a meno di Montella per quattro mesi, e ci fu un susseguirsi di ostacoli. Francamente, però, c'era da rimproverarsi poco nelle ultime partite. C'era casomai da rimproverarsi prima, ma quelle ultime partite le affrontammo in maniera strepitosa.

Anche a Milano, nel turno precedente alla gara con la Fiorentina, perdemmo per un'autorete al 93', appena un minuto dopo aver avuto una clamorosa occasione per andare in vantaggio in due contro uno davanti al portiere. Se analizziamo tutto ciò che successe in quel finale di stagione è quasi assurdo. L'episodio di Bologna mi ha fatto capire con rammarico che il calcio a volte non dà spiegazioni logiche. In quel caso nessuno di noi poteva rimproverarsi, fu qualcun altro a sbagliare.

Con la tifoseria il rapporto fu stupendo, ho avuto dimostrazioni di affetto incredibili che mi porterò nel cuore per tutta la vita. Ero arrivato alla Sampdoria un po' in sordina, avevo già 31 anni, non ero più un ragazzino, ma per me fu un'emozione e una soddisfazione enorme. Credo che in quella stagione non saltai mai una partita né un allenamento, dall'Intertoto fino all'ultima di campionato. Cercavo anche di giocare in più ruoli, ero un giocatore di movimento, non ero un attaccante puro, ma mi sono adattato anche a schierarmi davanti quando mancava Vincenzo.

Fu un periodo bellissimo. Come ho detto, penso di non aver saltato neanche un allenamento in quella stagione, non mi fermavo mai, e questo alla gente piaceva. Inoltre avevo segnato 8 gol in Serie A, 4 in Intertoto, fatto assist, procurato rigori... in campo non mi risparmiavo e cercavo di fare, con le mie qualità, quello che serviva alla squadra.

Ciò che pesò di più in quella stagione fu la lunga assenza del nostro bomber. Montella è stato -e non lo devo ricordare io- uno degli attaccanti più forti nel panorama calcistico italiano, ma quell'anno ebbe diversi problemi, ebbe un intervento alla caviglia. Giocare con o senza di lui faceva una grande differenza. Io fin dall'inizio con Vincenzo mi trovai non bene, di più, sotto tutti gli aspetti, in campo e fuori. Quando rientrò dall'infortunio la squadra ne beneficiò, era l'attaccante principe, ma nel complesso quell'organico aveva il potenziale per fare un buon campionato, la salvezza era ampiamente alla portata. C'erano dei buoni giocatori come Ortega, Ferron, Franceschetti, Balleri, Laigle, Doriva, elementi importanti, anche se qualcuno lo dimentica. 

Era una buona squadra che, nelle mille difficoltà come può spesso capitare nel calcio, era venuta fuori alla fine, con grandissimo coraggio, volontà e forza. Penso che senza gli episodi di Milano e Bologna, l'autorete al 93' e il rigore, avrebbe fatto un grande finale di campionato e si sarebbe salvata. Quei due episodi compromisero una stagione che aveva già avuto risvolti difficoltosi durante i mesi precedenti".

Leggi QUI la seconda parte della nostra intervista. 

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