Scudetto, Mancini: "A Napoli abbiamo capito sarebbe stata annata giusta"

18.05.2021 08:28 di Enrico Cannoletta   vedi letture
Fonte: Sampdorianews.net
Scudetto, Mancini: "A Napoli abbiamo capito sarebbe stata annata giusta"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Roberto Mancini, durante la conferenza stampa via zoom di presentazione del libro La bella stagione, alla quale Sampdorianews.net è stata invitata, ha ricordato la trionfale cavalcata scudetto:

"La schiettezza è stata un fattore determinante. C’è stata una cena e da lì sono cambiate le relazioni. La Samp si basava su indiscutibili qualità tecniche, ma l’amicizia è stata il collante. Noi ci ritroviamo ancora e lo faremo anche tra trenta anni, magari con la barba un po’ più lunga. Amavamo il nostro lavoro e questo ci ha portato a compiere quell’impresa. 

La Sampdoria era strutturata con Mantovani, Borea e Boskov: erano loro i tre al di sopra della squadra. Su Boskov si è raccontato di tutto. La sua bravura era quella di sdrammatizzare. Ricordo una discussione nello spogliatoio in cui io ero arrabbiato perché davano sempre palla a Vialli e invece la volevo io. Boskov intervenne per mettere pace, e poi concluse: “Roberto, tu terrorista di spogliatoio”.

Ci fu un episodio importante. Quell’anno Luca ebbe un infortunio al metatarso. Quando rientrò ovviamente non era in grande forma. Ci fu una palla, io dribblai i difensori e anche il portiere e poi lo chiamai, lui fece goal a porta vuota. Fu importante per ridargli il morale giusto. A Napoli vincemmo 4-1 una partita difficile: lì abbiamo capito che sarebbe stata l’annata giusta.

Oggi è diverso anche per le diverse risorse che ci sono. Per me il calcio resta emozione: è quello il calcio a cui sono legato. È stato proprio l’ambiente di Genova a determinare tante cose. Abitavamo e vivevamo vicini e ci frequentavamo tutto il giorno. Abbiamo sempre lo stesso spirito: lo conferma l’attualità in cui ci siamo tutti. Ho sempre pensato che Pari sarebbe diventato un grandissimo Ds. Su Vialli ero perplesso quando divenne allenatore: l’ho sempre considerato il più intelligente e il più furbo tra noi, l’ho sempre visto come Presidente di club".