ESCLUSIVA SN - 1946, Nuti: "Vincenzi, gigante della Samp per 11 anni"

13.03.2016 19:46 di  Giuseppe D'Amico  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Nuti: "Vincenzi, gigante della Samp per 11 anni"
© foto di Sampdorianews.net

Il gigante buono. Veniva chiamato così Guido Vincenzi, pilastro della difesa blucerchiata tra il '58 e il '69. Per la nostra rubrica "1946", dove si parla dei momenti salienti e dei grandi interpreti dei 69 anni di storia sampdoriana, abbiamo avuto il piacere di ascoltare il racconto di Beppe Nuti, noto giornalista.

“Per la rubrica oggi ho scelto di parlare di Guido Vincenzi, vera istituzione della difesa blucerchiata. Arrivò nel 1958 a Genova nell’affare che portò Eddie Firmani, centravanti soprannominato “Turkey”, in italiano “Il Tacchino” , all’Inter. Vincenzi crebbe nella Reggiana, per poi trasferirsi a Milano per cinque anni. In nerazzurro vinse un campionato, dunque riuscì a conquistare anche qualcosa di importante. Purtroppo un grave infortunio rimediato in uno scontro di gioco con il centrocampista della Fiorentina Gratton lo costrinse ad un lungo stop e all’Inter lo diedero per finito.

Fisicamente era gigantesco, quasi 190 centimetri, roccioso e molto forte. Con la Sampdoria disputò 11 stagioni e formò anche una fantastica coppia di terzini con Marocchi qualche anno dopo il suo arrivo. Fu uno dei giocatori reputati “finiti” o “troppo vecchi” dalle grandi squadre, che invece in blucerchiato trovarono nuova linfa. Potrei citare i vari Corso, Lodetti o Cucchiaroni come altri “membri” di questa categoria.

Venne a Genova, dove militavano lo stesso Cucchiaroni, ala meravigliosa che fece innamorare i tifosi a tal punto da prestare il nome al gruppo ultras, e Bergamaschi, contribuendo a formare, nella stagione ’58-’59, una formazione di giocatori molto validi. Il campionato era ancora a 18 squadre e arrivò subito il quinto posto, alle spalle solo delle grandi Inter, Milan, Juve e Fiorentina. La mediana vantava interpreti del calibro di Bergamaschi, Bernasconi e Vicini, futuro ct dell’Under 21 e della Nazionale, mentre in attacco c’erano Mora, Ocwirk, Milani, Recagno e appunto Cucchiaroni.

Con la maglia blucerchiata, Vincenzi giocò subito alla grande, dimostrando di essersi ripreso molto bene. Nei suoi 11 anni con il Doria ebbe come compagni altri grandi difensori come Marocchi e Tommasin. Il suo ruolo però fu anche quello di svezzare i campioni del futuro: uno su tutti Morini, con cui Vincenzi formò una delle coppie di difensori più forti d’Italia. Grazie alla solidità difensiva arrivarono grandi piazzamenti in campionato, come un già nominato quinto posto, un ottavo posto e il grande quarto posto dell’annata ‘60/’61.

Vincenzi e Marocchi formarono una delle coppie di terzini più complete del campionato: da una parte la fisicità, il peso e i centimetri, dall’altra tecnica e buon piede. Posso assicurare che le ali sinistre avversarie, in un’epoca in cui si marcava ancora a uomo con ruoli come lo stopper, il mediano e il centromediano, non passavano mai dalle parti di Vincenzi. L’unico punto debole era la velocità, che a causa della mole era inevitabilmente limitata.

Con Bernardini iniziò a giocare da libero, giocando in quella posizione, peraltro molto bene, per gli ultimi 5 anni. Nel ’68/’69 chiuse la sua esperienza in blucerchiato raggiungendo la salvezza e siglando anche un gol vincente contro il Verona, in una rimonta clamorosa terminata sul 3-2. Condivise inoltre gli ultimi anni con la leva di ragazzi venuti fuori proprio con Bernardini che fecero molto bene con la Samp: Lippi, Frustalupi, Vieri…

Al termine della sua carriera da giocatore ebbe anche l’occasione di allenare. Il Presidente Rolandi gli chiese di fare il collaboratore, preferendolo a Invernizzi e Liedholm, convinto dell’importanza del suo carisma e della sua conoscenza dell’ambiente. Quell’anno la Samp retrocedette ma, a causa di alcuni illeciti sportivi di Foggia e Verona e un rocambolesco derby, riuscì a salvarsi. Il Genoa infatti doveva vincere a tutti i costi, ma Maraschi, con una clamorosa rovesciata quasi da centrocampo, segnò il pareggio al 90’ sotto la Sud del vecchio stadio, condannando i rossolblù e permettendo alla Samp di essere ripescata.

Era un gran signore, una gran bella persona e si spense purtroppo prematuramente come i suoi compagni Ockwirk e Cucchiaroni. Alla Sampdoria ebbe un bilancio incredibile, giocando più di 400 partite tra campionato e Coppe (Coppa Italia e Coppa delle Fiere) e segnando 7 gol in Serie A. Vincenzi fece parte di una serie di “Sampdorie” molto competitive, che tra gli altri annoverarono anche gli jugoslavi Boskov, poi allenatore dello Scudetto, e Veselinovic, meteora nel nostro campionato. I successi di quegli anni poggiarono proprio su una retroguardia granitica, che trovò nel difensore reggiano uno dei suoi pilastri”.

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