Uscire a testa alta e la lotta contro la memoria corta...

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Collabora con Alfredopedulla.com, TMW Magazine, Tuttoentella.com, Antenna Blu.
12.04.2017 09:04 di  Diego Anelli   vedi letture
Uscire a testa alta e la lotta contro la memoria corta...
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Subire il goal ad 1' dal 90' inevitabilmente infastidisce, ci si stava gustando l'ennesima vittoria contro un avversario di indubbio livello, la si può vivere come una beffa e si tende a guardare il bicchiere mezzo vuoto. Tutto normale, tutto fisiologico, nulla di sorprendente. Fatta questa doverosa premessa, risulta però necessario provare ad analizzare la gara e il momento blucechiato con il massimo della lucidità e altrettanta onestà intellettuale.

Chiunque scenda in campo è umano, solo chi ci mette la faccia, solo chi lavora può sbagliare e in un'occasione è capitato anche ad Emiliano Viviano. Sicuramente la perla di Babacar è stata una prodezza inaspettata per chiunque, una giocata da trequartista non da possente punta centrale, già provata nel corso della prima frazione ma con la sfera in quel caso terminata di poco sul fondo. Quando si gioca con una difesa altissima e si pratica costantemente la tattica dell'offside, l'estremo difensore si trasforma spesso e volentieri nell'ultimo baluardo, sempre pronto ad uscire con il giusto tempismo per sbrogliare situazioni complicate.

La conclusione dell'ex bomber del Modena ha sorpreso tutti, compreso Viviano, il quale nulla ha potuto dinanzi ad una traiettoria sotto la traversa tanto elegante quanto improvvisa. Sui social puntuali e tempestivi come le tasse qualche commento sicuramente irriconoscente e lontano anni luce dalla realtà sul portiere blucechiato, mettendo in dubbio sia le capacità che la professionalità del diretto interessato che andava ad affrontare la squadra del cuore. Nel mondo del calcio si sentono e si leggono tante follie, quei commenti non possono che essere definite diversamente. Da anni non vantavamo in squadra un Uomo di tale livello, un portiere dal sicuro affidamento, un leader dentro e fuori dal campo, un giocatore davvero attaccato ai colori sociali, l'esempio della professionalità impeccabile.

Probabilmente qualcuno si era abituato fin troppo bene, oppure per chissà quale motivo non perde occasione per criticare il portierone blucerchiato in occasione delle sue rare incertezze, oppure ha la memoria davvero corta. Già, perchè ogni calciatore merita complimenti e critiche, in Italia vige la libertà d'opinione e d'espressione, ci mancherebbe, ma non bisogna mai commettere il grave errore di mettere in dubbio valori umani e professionali di un atleta di tale livello. Qualcuno ha la memoria molto corta, sembra passata un'eternità, ma non bisogna dimenticarsi come ci siamo salvati a maggio e soprattutto grazie a chi, ovvero ai rigori parati e alle prodezze compiute da Emiliano Viviano, il top contro la Lazio. Con un portiere normalissimo saremmo stati costretti, con elevata probabilità, a scendere in campo tra i cadetti, dove magari qualcuno, al sabato pomeriggio, avrebbe fatto tempestivamente retromarcia, puntando il dito su qualcun altro. Sempre semplicissimo con il senno di poi...

Sul campo Emiliano ha salvato pochi giri d'orologio più tardi, dicendo di no alla conclusione a botta sicuro dello scatenato Babacar all'ultimo respiro, tutti i componenti della panchina viola erano già in campo pronti ad esultare, ma è arrivata la provvidenziale respinta di piede a lasciare il risultato fermo sul 2-2. La speranza che alcuni personaggi riescano ad esprimere la propria opinione con una sufficiente dose di realismo e lealtà sarà l'ultima a morire...

Ci sono avarie ragioni nell'evidenziare il peso del pareggio ottenuto contro la Fiorentina. Risulta doveroso ed equilibrato guardare il bicchiere mezzo pieno, non sono due punti persi, se abbiamo lasciato qualcosa per strada dobbiamo semmai guardare ai pareggi contro Empoli, Palermo, Pescara e Crotone, oppure ai torti arbitrali subiti nelle trasferte con Roma e Napoli. Domenica la Sampdoria ha giocato per l'ennesima volta alla grande, commettendo forse l'errore di tenere ritmi altissimi nella prima frazione, arrivando un po' con il fiato corto nella ripresa, quando è andato in scena il prepotente ritorno della Fiorentina. Non bisogna mai scordare chi avevamo davanti, una squadra di di assoluto livello reduce da tre successi consecutivi, pronta a tutto pur di non dire addio alle residue speranze europee e capace di mantenere il pallino del gioco per buona parte della ripresa, andando a segno in due occasioni, colpendo due legni nelle fasi topiche della sfida e sfiorando il colpaccio in pieno recupero.

Il pareggio è sicuramente il risultato più giusto, con i viola in netto crescendo nella ripresa dopo che la Sampdoria aveva fatto un figurone nella prima ora di gioco, in termini di qualità di manovra collettiva, intensità e identità tattica. Oltre ad aver mantenuto ritmi fin troppo elevati nella fase di maggiore controllo della gara, abbiamo probabilmente creato un numero di occasioni da rete ben inferiore rispetto a quanto prodotto e agli sforzi profusi. Il portiere viola, non impeccabile sulla conclusione vincente di Alvarez, non ha dovuto compiere numerosi interventi, nonostante gli ospiti siano stati in palese difficoltà fino ad inizio ripresa. Stiamo però parlando di dettagli dinanzi ad una prova di grande qualità e sostanza, l'ennesima offerta dagli uomini di Giampaolo, i quali hanno provato fino all'ultimo a conquistare l'intera posta in palio, non lasciando nulla di intentato, esponendosi anche a pericolose ripartenze.

Gli applausi della Sud rappresentano l'ennesima testimonianza, il miglior attributo di stima nei confronti di una prova gagliarda, coraggiosa, ricca di personalità dei nostri ragazzi, affamati, pronti a combattere e ad uscire a testa alta contro qualunque avversario. Ora il Sassuolo, andando a caccia di altri punti preziosi per mantenere questa posizione in graduatoria, un avversario da non sottovalutare. Una sfida tra grandi allenatori con le rispettive filosofie di gioco finalizzate alla concretezza e non soltanto allo stile. Barreto e Linetty non hanno ricevuto quel cartellino giallo che li avrebbe costretti a restare fermi per squalifica, quindi potranno fornire il consueto contributo al fianco di Torreira, sempre più imprescindibile in cabina di regia. Skriniar – Torreira – Schick la nostra giovane colonna portante, con l'imprevedibilità e l'abnegazione di Quagliarella, il muro Silvestre e i mille polmoni del paraguayano.

Andiamo avanti per la nostra strada, con i nostri punti di forza e gli aspetti sui quali migliorare, fieri del punto meritatamente conquistato e consapevoli di poter compiere l'ulteriore step nel processo di crescita sotto la guida di Giampaolo.