Anche a Cagliari orgoglioso della tua Sampdoria, orgoglioso di te Sinisa

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora con Radio19, Primocanale, Alfredopedulla.com e TuttoEntella.com.
19.10.2014 18:50 di  Diego Anelli   vedi letture
Anche a Cagliari orgoglioso della tua Sampdoria, orgoglioso di te Sinisa
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

1 punto guadagnato viste le palesi difficoltà emerse in inferiorità numerica, oppure 2 punti persi per non aver portato a casa una vittoria già in tasca?

Molto probabilmente sarebbe giusto guardare al  bicchiere mezzo vuoto, in quanto per alzare definitivamente l'asticella la Sampdoria non può gettare alle ortiche dei successi già in cassaforte, deve imparare a trovare “la cattiveria sotto porta” per chiudere le partite. Si tratta di una caratteristica che ci portiamo dietro da tanti, troppi anni. In 33 anni ho perso il conto delle rimonte subite, soprattutto contro le cosiddette bestie nere, in primis il Cagliari.

Sul 2-2 ho temuto il peggio, i sardi spingevano sull'acceleratore e non riuscivamo più ad uscire, invece abbiamo tenuto stretto il punto, risultato comunque prezioso visto il forcing dei padroni di casa e buona parte della ripresa giocata in inferiorità numerica per l'espulsione di Cacciatore, la quale, abbinata al rigore concesso, ha completamente cambiato il volto del match. Ma proprio nel momento di maggiore difficoltà ho avuto l'ennesima prova del valore della nostra squadra, capace di soffrire, sacrificarsi, ma senza rinunciare mai a contrattaccare anche quando le avversità sembravano aver preso il sopravvento.

Il Cagliari stava ormai attaccando all'arma bianca, ottimista di poter realizzare il sorpasso da un momento all'altro, ma la squadra di Sinisa Mihajlovic non ha comunque rinunciato a credere nel successo, nonostante il rigore, l'espulsione, i due goal subiti, l'assenza di Soriano all'ultimo minuto, i cambi forzati per l'infortunio di Viviano e il doppio giallo subito da Cacciatore. Okaka e Mesbah hanno avuto due ottime chance per riportare i blucerchiati in vantaggio, dando la dimostrazione dell'orgoglio, della forza interiore di una squadra mai doma, un gruppo compatto.

Ha ragione il tecnico serbo, dovevamo chiudere prima la partita, il palo di Gabbiadini e la conclusione di Obiang sulla ribattuta rappresentano occasionissime che non andavano sciupate, in quanto è sufficiente un'unica sciocchezza che le partite si riaprono e si rischia perfino di tornare a casa senza nemmeno un punto. La Sampdoria resta terza e ha mantenuto la propria imbattibilità, sabato arriva la Roma, un test difficilissimo, nonostante l'impegno in Champions dei giallorossi in settimana. Sicuramente i blucerchiati non partono battuti, se la giocheranno a viso aperto, in virtù di una classifica stupenda (non bisogna mai dimenticarselo) e tutto quanto di buono è stato fatto al S.Elia.

La rimonta subita non deve cancellare di colpo la personalità, la duttilità tattica di una squadra messa benissimo in campo, capace in 11 contro 11 di neutralizzare le fonti offensive del Cagliari di Zeman e colpire sull'ennesimo schema da calcio piazzato. Non va inoltre ignorata l'ennesima prova superlativa di Pedro Obiang. Ne avevamo parlato proprio nel turno precedente: se il centrocampista spagnolo migliora la mira in fase di conclusione, allora ci troveremo dinanzi alla definitiva consacrazione di un talento dalle qualità infinite, destinato a diventare un giocatore completo, pronto per una big a livello europeo. La rasoiata da fuori, dopo una percussione centrale esemplare per dinamismo e caparbietà, ha gonfiato la rete là dove nessun portiere potrà mai arrivare.

L'ottimo inizio di stagione ha in primis un artefice, un protagonista: Sinisa Mihajlovic. Giustamente nel post Cagliari non ha fatto nulla per nascondere la propria delusione, a suo dire peggiore dell'arrabbiatura. Le sue dichiarazioni mi hanno reso orgoglioso e pure addolcito la delusione per il mancato successo, per vari motivi. Soltanto con un tecnico di così elevata caratura, soltanto con un uomo di così enorme spessore, la Sampdoria impaurita e disorientata della scorsa gestione D. Rossi poteva trasformarsi in una compagine ricca di personalità, autostima, un avversario difficile da affrontare per qualunque formazione.

Come ci ha insegnato anche oggi non si è nascosto dietro ad un dito, è stato vero, autentico come sempre, dalle sue parole ho toccato con mano quell'ambizione che da tanto, troppo tempo mancava dalle nostre parti. È lui il primo ad aver creduto nelle qualità tecniche, tattiche e umane di un gruppo dall'età media molto bassa, sarà il primo a mettersi al lavoro per portare il gruppo ad alzare l'asticella, a trovare quella cattiveria sotto porta che fa la differenza nei momenti topici delle sfide. Peccato per la vittoria mancata, ma siamo sulla giusta strada. Seguendo alla lettera le indicazioni di un tecnico capace di entrare nella testa dei giocatori, così carismatico, genuino, sincero e trascinatore non possiamo non andare lontano. Deluso dal risultato finale, ma anche oggi orgoglioso della tua, nostra Sampdoria, orgoglioso di te Sinisa.