A metà del cammino verso la salvezza: si può alzare l'asticella ma restando la Sampdoria

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora con Radio19, Primocanale, Alfredopedulla.com, TMW Magazine e TuttoEntella.com.
09.11.2014 11:27 di  Diego Anelli   vedi letture
A metà del cammino verso la salvezza: si può alzare l'asticella ma restando la Sampdoria
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© foto di Alberto Lingria

5 punti complessivamente conquistati contro Roma, Inter, Fiorentina e Milan. Ci avremmo messo tutti quanti la firma qualche settimana fa, eppure non mancano i rimpianti per il risultato positivo non arrivato a San Siro, dove la Sampdoria strameritava quantomeno il pareggio, se non fosse stato per il miracolo di Handanovic su Eder e il discutibile rigore concesso al 90'.

I rimpianti, le considerazioni su cosa poteva essere e non è stato non sono segnali di debolezza tutt'altro, ma di grande considerazione sulla forza della Sampdoria. Fino a poco tempo fa avremmo affrontato le big affidandoci a fortini, dedicandoci a catenacci, sperando nella giocata del singolo per conquistare l'intera posta in palio. La squadra di Sinisa Mihajlovic invece se la gioca con chiunque a viso aperto, scende in campo per vincere, ha le idee ben chiare, ottiene punti tramite gioco, prestazioni, un'ottima impostazione tattica e le giocate dei suoi elementi di maggior talento, al di là di considerazioni provenienti altrove su fuorigioco, blocchi su punizione e quant'altro.

Sulla carta ieri sera qualcuno poteva anche immaginare che l'impegno fosse il “meno ostico” del tour de force, ma il Milan, nonostante tutte le proprie carenze difensive, i limiti in termini di ritmo e impostazione di gioco, resta sempre temibile, una big ferita e orgogliosa rappresenta un avversario da prendere con le molle. Ci si sarebbe aspettati una Sampdoria arrembante fin dai primi minuti, pronta a sorprendere i rossoneri sul ritmo, aggredendo alti i portatori di palla, non facendo respirare le fonti di gioco in mezzo al campo e mandando in tilt la retroguardia, guidata dal rientrante Mexes. Certo, si sarebbe anche rischiato di scoprirsi e lasciare campo a qualche pericolosa ripartenza, ma si sarebbe trasmesso un messaggio importante finalizzato a calmare gli spiriti rossoneri.

E' stato invece il Milan a prendere subito in campo, è riuscito a giocare a ritmi lenti e compassati come è abituato a centrocampo, tenendo un lungo possesso palla e affidandosi alle accelerazioni dei vari El Shaarawy, Menez e Bonaventura, portandosi in vantaggio grazie ad una perla del Faraone e mettendo in seria difficoltà la manovra blucerchiata. Qui però sono entrati in scena alcuni fattori: in primis la duttilità tattica di Sinisa Mihajlovic, immediatamente pronto a variare lo scacchiere tattico, avanzando Soriano e trasformando il 4-3-3 in un 4-2-3-1. Il gioco doriano ne ha beneficiato, De Jong ha visto ridursi notevolmente il proprio raggio d'azione e l'ex Bayern Monaco è entrato maggiormente nel vivo del gioco.

Oltre alle decisioni tattiche del tecnico bisogna sottolineare la scossa data in campo da Martins Eder, autore della prima occasionissima, con un diagonale da posizione defilata che ha costretto Diego Lopez a rifugiarsi in corner con un gran intervento. Il brasiliano si è confermato un trascinatore, un uomo squadra, un uomo spogliatoio, un giocatore ricco di personalità e carisma, pronto sempre a lottare per la causa blucerchiata.

Il 2-2 complessivamente è un risultato giusto, sulla carta si parlava di una gara da tripla e il campo l'ha dimostrato. Per qualcuno la Sampdoria avrebbe potuto osare di più e attaccare meglio un avversario in palese difficoltà, in parte può anche essere vero, ma è altrettanto evidente come sia quasi impossibile criticare una formazione attualmente al terzo posto con 20 punti, capace di perdere un'unica gara su 11 con un rigore al 90' a San Siro.

Bisogna sempre tenere in considerazione lo straordinario campionato finora disputato dai blucerchiati, oltre ad altri dati di fatto: l'assenza di Palombo in mezzo al campo con la sua esperienza e senso della posizione davanti alla difesa si è sentita eccome nonostante l'ottima prova offerta da Obiang, Gastaldello e soprattutto Silvestre sono stati recuperati in extremis e e loro prestazioni, in primis dell'argentino, non sono state ai loro standard abituali, oltre ovviamente alla caratura di un avversario pur sempre dotato di elementi in grado di spaccare la partita, El Shaarawy l'ha ricordato.

5 punti rappresentano un bottino straordinario, 20 punti in classifica, esattamente a metà nel cammino verso la salvezza, l'obiettivo primario della Sampdoria che ha dimostrato sul campo di poter ambire a qualcosa di più ambizioso, ma tutti quanti dobbiamo sempre tener ben presente l'obiettivo minimo, ora apparentemente quasi una formalità dinanzi ad una squadra capace di sorprendere l'intera Italia calcistica tramite gioco e risultati. La sosta potrà servire per recuperare al meglio gli acciaccati e l'assente Romagnoli, ricaricare le pile senza rigorosamente mai staccare le spine.

Il primo impegno post Nazionale sarà a Cesena, trasferta sul campo di una squadra in piena zona retrocessione, pronta a tutto per tutto pur di ritornare alla vittoria casalinga che manca da tempo immemore. Dovremo andare al Manuzi senza prendere sottogamba l'impegno, dimostrare per l'ennesima volta perchè occupiamo meritatamente l'attuale posizione in classifica, restare concentrati e cattivi in zona goal. Riuscendoci compieremmo un ulteriore step verso la definitiva consacrazione, avremmo dimostrato di superare uno dei nostri tradizionali limiti, cadere in banali passi falsi dopo grandi imprese. Cesena rappresenterà una tappa fondamentale per avvicinarsi al big match con il Napoli nel miglior modo possibile, alla ricerca dell'ennesima serata da Sampdoria.