93 volte Giustizia

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora come opinionista con Radio19, Primocanale, Radio Sportiva, Telegenova, Radio Number One, TMW Magazine.
01.03.2014 09:24 di Diego Anelli   vedi letture
93 volte Giustizia
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

L'annullamento dei 93 Daspo di Livorno rappresenta un grande raggio di sole nel buio profondo del calcio moderno. Si toccava con mano l'enorme ingiustizia commessa in una giornata nella quale la tifoseria organizzata blucerchiata, al di fuori dello stadio Picchi, doveva fare i conti con la cruda realtà di determinate dinamiche, mentre in campo la Sampdoria di Delio Rossi festeggiava  una vittoria sudatissima e di importanza vitale per la deficitaria classifica.

Fin dalle prime battute Sampdorianews.net, anche grazie al fondamentale supporto del proprio opinionista Enzo Tirotta, ha subito dedicato approfondimenti, news e aggiornamenti su quanto avvenuto a Livorno, seguendo live sul posto e in prima fila ogni evento promosso per discutere  delicate tematiche, come la tessera del tifoso e i Daspo. Poco importa se si trattava di assemblee pubbliche, o iniziative particolari e di grande risalto in termini di mentalità e civiltà (es. il pomeriggio trascorso dagli UTC al Teatro Albatros di Rivarolo durante Napoli – Sampdoria), il percorso di riflessione, dibattito e attivismo era partito, la Gradinata Sud si è subito mossa in difesa dei propri 93 cuori blucerchiati, tra ricorsi e incontri con gli avvocati impegnatisi con sensibilità e responsabilità per difendere una giusta causa.

Con cinque sentenze depositate in data odierna, il T.A.R. Toscana ha annullato i DASPO emessi nei confronti dei tifosi sampdoriani in occasione dell'incontro Livorno – Sampdoria dello scorso 20 ottobre. La ragione dell'annullamento sta nel fatto che i provvedimenti erano stati emessi in assenza di condotte violente e, comunque, nei confronti di tutti i tifosi identificati nel piazzale antistante lo stadio, senza specifici accertamenti su condotte e responsabilità di singoli.

Già, assenza di condotte violente.... senza specifici accertamenti su condotte e responsabilità di singoli... quanto tempo si è reso necessario per fare giustizia, per riportare la presunta realtà all'immaginazione, non tramutare pensieri predeterminati in sentenze. Tanti mesi, al tempo stesso breve tempo, in rapporto alla tradizionale lentezza della macchina burocratica italiana.

Chi era presente a Livorno sapeva cosa era successo, l'ennesima prova di civiltà di una tifoseria organizzata intenzionata a non piegarsi ai paletti del calcio moderno, senza però ricorrere né alla violenza, né a qualsiasi altro episodio meritevole di provvedimenti di restrizione. La decisione di non sottoscrivere la tessera del tifoso ha fatto la differenza, sicuramente non sarà stata gradita al giocattolo calcio, che l'ha fatta passare come strumento di guarigione dell'intero movimento, quando invece sarebbe già bastato far rispettare le regole preesistenti.

Con il passare degli anni mentre a parole si invocava il grande afflusso dei tifosi sugli spalti, con i fatti si assisteva ad una strategia diametralmente opposta tramite il calcio spezzatino, i prezzi biglietti alle stelle, il forte peso delle pay-tv, le limitazioni delle trasferte, il divieto di tradizionali strumenti di tifo, fino alla tessera del tifoso. Gli incidenti sarebbero calati sensibilmente, risultato inevitabile vista la media spettatori in netto calo a livello nazionale.

Negli ultimi tempi svariate autorità, addetti ai lavori e rappresentanti di istituzioni hanno espresso pareri contrari e commenti negativi sui risultati ottenuti tramite la tessera del tifoso. Ritengo ancora difficile che chi possiede il potere decisionale possa già optare per la definitiva eliminazione di questo strumento, ma, al tempo stesso, è doveroso sottolineare come prosegua civilmente e con responsabilità l'opposizione dei gruppi organizzati alla presunta soluzione dei mali del prodotto calcio.

Una posizione uscita rafforzata dai risultati appena ottenuti e dalla vittoria conquistata da chi ha criticato la scelta del derby alle 12.30. E' giusto ricordarlo, Genova calcistica purtroppo conta ben poco a livello nazionale, ma dalla nostra città è emersa una presa di posizione educata, ma decisa e, da alcuni inaspettata, finalizzata allo spostamento della stracittadina, in quanto inizialmente fissata ad un orario simbolo del calcio business.

A livello nazionale, come troppo spesso accade, si è parlato male e a sproposito della nostra città e delle rispettive tifoserie, mentre si è resi protagonisti di una grande prova di maturità. Si ha avuto a che fare con una coerente e ferma fedeltà ai propri principi, agli ideali di un calcio che non esiste più, nel quale i diritti di chi occupava i gradoni delle gradinate non venivano ancora calpestati, ma che nessuno potrà mai cancellare dal cuore e dalle menti dei tifosi, ormai costretti a fare i conti con uno sport ormai sinonimo di prodotto commerciale. Ma per un attimo non pensiamo al bicchiere mezzo vuoto, o al futuro che ci riserverà il carrozzone calcio: e allora 93 volte bentornati!