ESCLUSIVA SN - Pozzi: "Combatterò finchè starò in piedi. Samp conosciuta in Italia e in Europa. Alla Pro Piacenza per rimettermi in discussione"

14.11.2016 09:03 di Diego Anelli   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Pozzi: "Combatterò finchè starò in piedi. Samp conosciuta in Italia e in Europa. Alla Pro Piacenza per rimettermi in discussione"

Uno dei giocatori più amati nella storia recente della Sampdoria, un ragazzo genuino, un professionista esemplare, un uomo vero, un cuore doriano capace di lottare in campo anche nei periodi più bui onorando al meglio la maglia dai colori più belli del mondo. Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Nicola Pozzi, invitato domani sera alla festa del club La Milano Blucerchiata, con il quale abbiamo effettuato un viaggio tra passato, presente e futuro in ottica personale e doriana:

Nicola, come stai fisicamente? “Sto cercando di ritrovare il top della condizione. Oggi sono tornato in panchina, abbiamo vinto 3-0, la gara si è già incanalata lungo il binario migliore. Sono a completa disposizione del mister, che mi impiegherà quando lo riterrà più opportuno, pian piano mi auguro di accumulare il minutaggio sufficiente per essere nella forma ideale”.

La decisione di scendere in Lega Pro. “Alla Pro Piacenza posso rimettermi in gioco, sono felice della scelta fatta, qui ho trovato gente molto umile, mi ha fatto piacere rivedere mister Pea, conosciuto ai tempi della Sampdoria, fece molto bene con la Primavera vincendo anche lo scudetto. L'avevo poi incrociato ai tempi dei play-off quando guidava il Sassuolo, all'epoca era un allenatore in rampa di lancio, poi non ha avuto la fortuna necessaria. Mi ha parlato e mi ha trasmesso il suo entusiasmo, sono pronto per dare una mano”.

Dopo la fine dell'esperienza blucerchiata la mala sorte ti ha spesso accompagnato tra infortuni e vicissitudini societarie. “Sono partito per ragioni di causa maggiore, furono compiute scelte diverse dalla società, quando non si fa più parte di un progetto tecnico è giusto che le strade si separino, non si può restare in un posto quando chi ha potere decisionale prende decisioni opposte. Senz'altro non ero felice, ho vissuto un periodo non semplice, fosse dipeso da me sarei rimasto anche morto a Genova, ma purtroppo era giunto il momento. Ho accettato la destinazione Parma, col senno di poi non avrei potuto fare una scelta più sbagliata, riecco la sfortuna con vari infortuni, la rottura del crociato, tutto tornò nuovamente in salita. Prima del fallimento del Parma va ricordata la breve ma positiva esperienza al Chievo, guidato da un grande tecnico come Maran, un altro ambiente molto familiare. Rimasto svincolato post fallimento avevo avuto moltissime richieste in serie B, alla fine accettai il Vicenza che fece di tutto per convincermi con un biennale, ma poi non fece nulla per farmi trovare la condizione migliore e mettermi nella situazione ideale per ritornare a certi livelli, inevitabile la scelta di rescindere il contratto dopo il primo anno e aspettare la giusta destinazione. Alla Pro Piacenza ho la possibilità di ripartire con serenità, ho trovato un ambiente umile, familiare, persone davvero umane capaci di trasmettere gioia, allegria, oltre a compagni eccezionali con grande voglia di lavorare in piena serenità”.

Recentemente hai provato il brivido di tifare Sampdoria nel cuore della Sud. “Da diversi anni alcuni miei amici mi invitavano a vedere le partite in Sud, ma essendo tesserato non sarebbe stato corretto. Qualche settimana fa è arrivato un nuovo invito proprio in occasione del derby, viverlo e comprenderlo dentro la Sud è stata una grandissima emozione, adesso so cosa significa un goal sotto la Sud quando si è in mezzo ai tifosi. Ho trascorso una bellissima giornata, abbiamo preso parecchia pioggia, ma abbiamo vinto, una vittoria che ha tutto un altro sapore rispetto a qualsiasi altra gara”.

Che impressione ti ha fatto la formazione guidata da mister Giampaolo? “La Sampdoria mi piace, gioca a calcio, è stato giusto confermare la fiducia a Giampaolo, in quanto ha idee chiare, concetti precisi come la difesa molto alta, mette in campo una squadra bella da vedere, con una precisa identità tattica. Il più grande merito per un tecnico è proprio quello di trasmettere una ben definita identità alla propria compagine, in precedenza erano stati persi alcuni punti anche a causa di episodi sfavorevoli come contro Roma e Milan. In occasioni extra calcistiche ho avuto l'occasione tempo fa di conoscere Giampaolo di persona, ho toccato con mano la sua grande passione calcistica, trasmette concetti mai banali, va sempre alla ricerca della qualità, è stato un grande piacere ascoltarlo. L'ho seguito con piacere anche ad Empoli, la piazza che mi ha lanciato nel grande calcio, dove ha fatto benissimo”.

Soffermandoci sugli attuali attaccanti blucerchiati, pare essere la stagione della possibile esplosione di Luis Muriel, mentre Quagliarella resta un esempio per i più giovani in termini di abnegazione. “Quando è in giornata Muriel ti fa innamorare, dispone di un talento incredibile, un potenziale spaventoso, gli auguro davvero di trovare quanto prima la continuità di rendimento che pare avere quest'anno. A chi non è un addetto ai lavori potrebbe passare inosservato il grosso lavoro sporco per la squadra realizzato in campo da Quagliarella, il quale ha finora raccolto meno di quanto seminato. Fa sempre a sportellate con la retroguardia avversaria, fa reparto, rincorre ovunque il proprio marcatore, compie determinati movimenti in modo tale che si possono aprire spazi per l'inserimento dei centrocampisti. Anche quando non segna è imprescindibile, infatti a lui Giampaolo non rinuncia mai, risulta fondamentale, gli auguro di segnare il maggior numero possibile di goal”.

Essendo ora lontano da Genova che idea ti sei fatto della nuova proprietà? “Da osservatore esterno non è facile avere un'idea ben precisa, completa, non sarebbe corretto. Certamente posso affermare che la gestione societaria da me conosciuta, ovvero quella della famiglia Garrone, è stata ottima. L'attuale società fa riferimento ad un personaggio un po' particolare, ma in generale si spera con il cuore che ogni proprietà possa fare il meglio per la Sampdoria, una società nota nella storia per valori e stile che da sempre l'hanno contraddistinta, oltre ad un club glorioso che merita rispetto. Leggevo di Recco e Chiavari, posso rispondere che la Sampdoria è ben conosciuta in Italia e in Europa, del resto per anni ha viaggiato tanto nel continente come noi ben sappiamo”.

Domani sera sarai premiato alla festa del club di Milano Blucerchiata, l'ennesima dimostrazione di un rapporto speciale destinato a restare intatto in eterno. “Con la tifoseria blucerchiata si è creato un legame non costruito ad arte, a tavolino, bensì nato e cresciuto in maniera naturale. Si pensa sempre a noi calciatori soltanto come professionisti che devono pensare esclusivamente al lavoro, ma quando in una certa piazza si vivono anni incredibili, si condividono gioie e dolori, allora a quel punto si crea un legame che non cambierà mai, esattamente come avvenuto tra me e l'ambiente doriano. Se anche a distanza di anni la gente ha ancora un bel ricordo del sottoscritto, non posso far altro che ringraziarla, contraccambio con grande affetto, ogni volta che mi è possibile sono sempre a disposizione dei club di tifosi a Genova e in giro per l'Italia, sarò felice e orgoglioso di poterli incontrare. Domani dopo l'allenamento a Piacenza mi metterò in viaggio per Milano per partecipare alla festa di Milano Blucerchiata. Ringrazio pubblicamente i ragazzi del club, si tratta di un grande motivo d'orgoglio”.

Parlavi di gioie e dolori. Inevitabile parlare di un biennio nel quale in campo e sugli spalti si è vissuto l'impensabile. Disperazione ed euforia. “Ancora oggi se penso a quella retrocessione è impensabile trovare una spiegazione, fu una stagione iniziata male con la beffa contro il Werder Brema e finita peggio, a prescindere da numerose vicissitudini quell'organico sulla carta non era assolutamente da retrocessione, purtroppo è andata come tutti sappiamo. L'anno dopo avevamo l'obbligo di vincere, ma anche e soprattutto in B non si vince sulla carta, nulla è scontato, fu un'annata sofferta, abbiamo compiuto una grande rimonta per arrivare al sesto posto e staccare il pass per i play-off, quella lotteria andò nel migliore dei modi, a nessuno era mai capitato in precedenza di conquistare la promozione una volta raggiunto l'ultimo posto utile. Nemmeno per un secondo voglio pensare a cosa sarebbe accaduto se non avessimo raggiunto l'obiettivo. I superstiti della retrocessione avevano un debito morale nei confronti della tifoseria, personalmente me lo sentivo addosso”.

I tuoi obiettivi futuri. “Non penso a tornare a grandi livelli, le mie recenti vicissitudini fisiche probabilmente non me lo consentirebbero, il mio obiettivo era ed è tuttora di tornare a divertirmi, sono soddisfatto di quanto fatto finora in carriera, sono contento di quanto ho ricevuto. Non ho avuto alcun tipo di problema a scendere in Lega Pro per rimettermi in discussione, alla Pro Piacenza ho trovato un ambiente familiare, penso esclusivamente a giocare a calcio, a dedicarmi alla mia passione. Combatterò finchè starò in piedi, poi deciderò cosa fare, se restare o meno nel mondo del calcio, ma adesso il mio unico scopo è tornare a divertirmi giocando a calcio”.

Si ringrazia l'ufficio stampa della Pro Piacenza per la disponibilità mostrata nei confronti di Sampdorianews.net. 

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