ESCLUSIVA SN - Diana: "Samp non ha nulla in meno delle big. Verona campo difficile"

06.12.2014 15:00 di  Lorenzo Montaldo  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA SN - Diana: "Samp non ha nulla in meno delle big. Verona campo difficile"

Dal 2003 al 2006, sulla corsia laterale destra della Sampdoria spadroneggiava Aimo Diana. Pendolino instancabile dello scacchiere di mister Novellino, esterno di qualità e quantità, prezioso in fase di assist e realizzativa: un giocatore completo, passato da Genova alla Nazionale azzurra, uno dei migliori esterni in circolazione nel campionato italiano dell'epoca. Sampdorianews.net ha avuto il piacere di contattarlo in esclusiva, per analizzare il momento del club blucerchiato e per commentare il prossimo impegno con il Verona, squadra in cui Diana tra l'altro ha militato nella stagione '99-2000:

Qual'è il primo ricordo che ti viene in mente se pensi alla Samp?
"Ne ho tanti, devo essere sincero. Ma in particolare mi piace ricordare il fatto di aver giocato in un gruppo unico; rispetto a tutte le altre mie esperienze, a Genova con mister Novellino eravamo una squadra unita e affamata. Ci sono tanti bei momenti dal punto di vista personale legati a risultati importanti come la doppietta all'Inter, il gol alla Juve, però voglio ricordare di aver giocato in un gruppo unito sia dentro che fuori dal campo. Infatti sono rimasto e rimarrò sempre tifoso della Samp, sono stati tre anni intensi e il periodo calcisticamente parlando migliore della mia carriera". 

Vista da fuori, quella Samp sembrava composta davvero da un gruppo di amici. Anche adesso la forza dei blucerchiati è il gruppo: questo Doria assomiglia un po' al tuo?
"Come no! L'impressione che dà da fuori la Samp di Mihajlovic è proprio quella di una squadra molto unita, organizzata, che sa quello che deve fare, come eravamo noi con mister Novellino. Una formazione che va in campo e ha massima conoscenza dell'avversario, e soprattutto una fortissima personalità, data dal suo allenatore che ne ha da vendere e la trasmette alla sua squadra".

La partita con il Napoli era stata definita un 'esame di maturità' per la Samp: secondo te i blucerchiati vanno promossi, nonostante il gol beffa nel finale?
"Certo, bisogna vivere il presente e pensare da dove è partita la Samp. Nessuno si sarebbe aspettato che a questo punto del campionato la Sampdoria si sarebbe giocata il terzo posto. Secondo me l'esame di maturità è superato: bisogna poi tenere conto che siamo ancora nel girone d'andata, c'è un ritorno, un mercato di gennaio, e la squadra di Miha è già a metà dell'opera Se l'è giocata fino alla fine con il Napoli, che è una grande squadra già da qualche anno, mentre la Samp lo sta diventando. Se fossi un tifoso in questo momento preferirei esserlo del Doria perchè secondo me ha un margine di miglioramento più ampio del Napoli, che è rimasto lo stesso ormai da qualche anno. La Samp invece può fare qualcosa di storico quest'anno".

"Qualcosa di storico": vede la Samp per il terzo posto?
"Sono fiducioso del fatto che la Samp possa tornare nelle Coppe. Il campionato italiano ha notevolmente abbassato il suo livello, soprattutto per quanto riguarda la big come Milan, Inter e lo stesso Napoli, e i blucerchiati se la giocheranno con queste squadre. Non hanno niente di meno rispetto a loro, anzi hanno forse più entusiasmo, la Samp può dare fastidio fino alla fine".

Il terzo posto però passa anche da Verona, dove tu tra l'altro hai giocato...
"Verona è un campo difficile, soprattutto perchè in questo momento mi sembrano un po' in difficoltà. Lo stimolo può essere quello di giocare in casa, di fronte ai propri tifosi. Però io sono fiducioso, penso che la Samp sia in grado di portare a casa la partita".

Chi ti ha impressionato in questa Samp?
"Sarebbe facile dire Okaka, Gabbiadini, questi giocatori. Ma io voglio parlare ancora del passato e contemporaneamente del presente, cioè di Angelo Palombo. Un ragazzo che è stato mio compagno e che, a distanza di anni, è ancora un leader e l'anima della squadra. Lui deve essere un punto di riferimento per la società, la squadra e i giocatori, soprattutto i più giovani. Ha avuto un momento di difficoltà nella sua carriera e ne è uscito alla grande: incarna alla perfezione lo spirito blucerchiato". 

Durante i tuoi anni a Genova, sono passati da Bogliasco tanti giocatori importanti: chi è il più forte con cui tu abbia giocato?
"Non ho dubbi, ne metto tre sopra tutti, e li metto allo stesso livello: Flachi, Bazzani e Volpi. Erano giocatori che in quegli anni potevano giocare tranquillamente in squadre di livello superiore, mi hanno insegnato tanto soprattutto riguardo alla  mentalità e alla voglia di vincere. Erano tre calciatori che avevano fatto la B con il Doria, l'avevano riportata in A e avevano trasmesso a noi giovani quello spirito. Flachi era l'emblema della classe, quel fantasista 'genio e sregolatezza' che ha portato comunque grandi emozioni nei cuori dei blucerchiati, e lo si ricorda sempre con grande passione e affetto".

E non dimentichiamoci di un certo signor Diana, arrivato sino alle porte della Nazionale e ad un soffio dal Mondiale, fermato solo da qualche problema fisico...
"Più di qualche problema fisico (ride, ndr.) Fu un anno particolare, fino a gennaio feci un bellissimo campionato, purtroppo a febbraio mi feci male, e c'erano i mondiali a giugno. Stetti fuori tre-quattro mesi, addirittura a un certo punto alcuni tifosi mi contestarono perchè dicevano che mi tenevo per la nazionale. Ma io stavo veramente male, a maggio mi dovetti operare e saltai la Coppa del Mondo. Però non dimenticherò mai quello stesso gruppetto di tifosi che mi aveva contestato, che venne a chiedermi scusa. Ciò dimostra che i tifosi sampdoriani sanno anche riconoscere i loro errori. Hanno visto in quell'occasione che stavo male veramente a livello fisico. Aver saltato il mondiale è comunque il più grande rammarico della mia carriera, però ormai è acqua passata, e di certo i problemi della vita non sono questi".

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