ESCLUSIVA SN - Sakic a 360°: la gestione Mihajlovic, Muriel e il mercato, il talento di Djuricic

01.12.2016 08:27 di  Diego Anelli   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Sakic a 360°: la gestione Mihajlovic, Muriel e il mercato, il talento di Djuricic
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Messo in cassaforte il passaggio del turno in Tim Cup, l'attenzione della Sampdoria si rivolge nuovamente al campionato. Domenica al Ferraris riceveremo la visita dell'ostico Torino guidato da Sinisa Mihajlovic. Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Nenad Sakic, il quale, dopo aver indossato la nostra maglia dal 1999 al 2005, ha ricoperto il ruolo di vice-allenatore in blucerchiato proprio durante la gestione tecnica del connazionale. Non mancano ricordi, aneddoti, analisi su campo e mercato:

Nenad, una buona parte di carriera tra giocatore e vice-allenatore vissuta nel mondo Sampdoria. Tra gioie e dolori calcisticamente parlando cosa ti è rimasto dentro di quegli anni? “La Samp fa parte della mia vita, sono sempre stato divinamente, a Genova sono cresciuto sia a livello professionale che umano, nella Genova blucerchiata ho lasciato una parte del mio cuore. Non sono le cosiddette frasi fatte, ma concetti autentici. Nella mia carriera da giocatore abbiamo vissuto alti e bassi; il peggior ricordo fu sicuramente la retrocessione a Bologna con quel rigore fischiato per un fallo che non c'era, tanti i bei ricordi a partire dalla promozione in serie A con Novellino. Durante la gestione Mihajlovic alla guida della Samp credo che sia stato fatto un buon lavoro”.

Un'ottima partenza, una serie di sconfitte talvolta rocambolesche, la vittoria nel derby e l'ottima striscia di risultati positivi nonostante il tour de force. Da addetto ai lavori come giudichi il rendimento della Sampdoria targata Giampaolo? “La squadra è partita come meglio non avrebbe potuto vincendo contro Empoli e Atalanta, poi ha avuto risultati non convincenti ma si possono vivere momenti simili quando si è cambiato molto, compresa la guida tecnica, non si può pretendere tutto nei primi due mesi. Serviva maggiore tempo e la vittoria nel derby ha dato il là alla ripresa. Si tocca con mano il gioco offerto dalla squadra, si vede la mano dell'allenatore, finora ci sono stati un po' di alti e bassi, serve la continuità. Spero con tutto il cuore che la Samp abbia intrapreso la strada giusta”.

Ti aspettavi un impatto così positivo da parte del tuo amico Mihajlovic alla guida del Torino? “Mihajlovic vuole sempre proporre gioco, preferisce che la manovra parta dalla linea difensiva, o già dal portiere anche prendendosi qualche rischio, il possesso palla non va mai sprecato, bisogna evitare le palle lunghe. Serve sempre tempo per trasmettere determinate idee, ma soprattutto in Italia se ne concede poco agli allenatori. Il Torino sta dimostrando di essere una squadra molto efficace, non avevo dubbi che Sinisa potesse far bene in granata, è un “maniaco” nella cura dei particolari, è sempre sul pezzo, lavora in ogni minimo dettaglio. Può contare su alcuni giocatori davvero di grande valore, si vede la sua mano, è suo il merito se la squadra lotta su ogni pallone”.

Era proprio impossibile che il rapporto professionale Mihajlovic – Sampdoria potesse proseguire per altre stagioni? “Impossibile no, ma è risaputo che lui voglia sempre lottare per obiettivi importanti, deve registrare margini per migliorare ulteriormente. E' arrivata poi la proposta del Milan con la speranza di poter vincere, per tutto il suo staff si trattava sicuramente di una grossa occasione. Posso capire che i tifosi Sampdoriani siano rimasti un po' così dinanzi alla sua partenza dato che in molti se non se l'aspettavano. Ognuno ha però le sue idee, le proprie preferenze a livello professionale augurandosi di andare dove ci si può migliorare almeno sulla carta e prese pertanto tale decisione, col senno di poi le cose in rossonero non sono poi andate come ci si aspettava”.

Ci stiamo avvicinando al mercato di gennaio: l'anno scorso i tifosi sono rimasti spiazzati dalla cessione di Eder, due anni fa durante la vostra gestione tecnica avete vissuto la partenza di Gabbiadini e gli arrivi di Muriel ed Eto'o. A metà stagione quanto rischia la Sampdoria di perdere Luis Muriel, l'ennesimo pezzo pregiato offensivo? “Fossi io l'allenatore terrei Muriel fino alla fine della stagione, fossi il Presidente non lo farei partire sicuramente a gennaio, me lo terrei stretto almeno fino a giugno quando nel caso di una cessione si potrebbe incassare una cifra ben superiore. Muriel sta benissimo alla Sampdoria, credo che sia una situazione da non modificare a gennaio, nelle finestre invernali di mercato a mio parere gli organici non vanno stravolti, ma soltanto ritoccati laddove si ritiene che ci sia bisogno. Le squadre si costruiscono in estate quando si può far affidamento anche sulla preparazione”.

Il primo a credere in blucerchiato sulle qualità del colombiano è stato proprio Sinisa Mihajlovic. Con il passare del tempo che Muriel stai osservando? “Rispetto al gennaio 2015 Muriel sicuramente è molto cresciuto, alla Samp arrivò in sovrappeso e con alcuni problemi fisici, ora è diventata una pedina importante nello scacchiere blucerchiato, stiamo parlando di un ottimo giocatore, in Italia se ne trovano pochi attaccanti come lui in grado di saltare l'uomo. Quando si hanno a disposizione elementi che danno certezze, dai quali sai quale contributo può arrivare per la squadra non vanno modificati determinati equilibri, soprattutto se i nuovi acquisti arrivano da altre realtà”.

Al Milan al fianco di Sinisa Mihajlovic hai vissuto il cammino fino alla finale della Coppa Italia. Quanto la Samp deve puntare su questa competizione? “Ho sempre considerato la Coppa Italia allo stesso livello d'importanza del campionato, si tratta di un'ottima chance per provare a credere in un posto in Europa. La Sampdoria deve giocarsi tutte le proprie carte e credere in questa competizione”.

Un tuo parere tecnico – tattico sulle caratteristiche del talento serbo Filip Djuricic, arrivato in estate in prestito dal Benfica, ma finora visto raramente in campo dinanzi alla folta concorrenza. “Djuricic è un elemento molto tecnico, sono un po' sorpreso che nelle ultime stagioni non sia riuscito ad avere molto spazio, anche alla Sampdoria. Ha le qualità per far bene, in Portogallo poteva disporre di spazi superiori per il proprio estro rispetto ad altri campionati, potrebbe essere questo il motivo per spiegare il recente basso minutaggio. È il classico numero 10 in grado di illuminare con l'ultimo passaggio, caratterialmente è un ragazzo tranquillo, fisicamente non è imponente. Quando esplose in Serbia quattro – cinque anni fa veniva giudicato una promessa mondiale”.

Quali sono i tuoi programmi nel presente e nel futuro a breve termine? E un eventuale ritorno in blucerchiato? “Sono a riposo, ma mi sto annoiando, ho ancora un anno di contratto con il Milan, ma mi sto guardando attorno alla ricerca della giusta destinazione per poter lavorare come primo allenatore, per tale ragione non ho seguito Mihajlovic al Torino come invece era accaduto in Serbia con la Nazionale, alla Sampdoria e infine al Milan. Voglio mettermi alla prova e tornare ad allenare in prima fila, spero di trovare presto squadra. La Sampdoria è la mia seconda casa, mi ha dato tutto, mi auguro con tutto il cuore che un giorno possa tornare a lavorare per lei”.

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