UTC: "Se vogliono possono"

Riportiamo integralmente il comunicato pubblicato sul sito ufficiale degli UTC, ultrastito.com.
31.08.2014 18:26 di Redazione Sampdoria News   vedi letture
UTC: "Se vogliono possono"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Con la delibera pubblicata il 16 ottobre 2013, la FIGC aveva introdotto nell’articolo 11 del codice di giustizia sportiva il reato sportivo di discriminazione territoriale, che ha portato nella scorsa stagione alla chiusura di alcune curve d’Italia.

Sentendosi danneggiate, le società dei vari club colpiti, hanno deciso di alzare la voce: "Capisco il razzismo, ma la norma sulla discriminazione territoriale va abolita" tuonava Gallianiqualche mese fa, dopo la squalifica di un settore milanista. "Tutti i presidenti sono d'accordo con me e ho già chiamato il presidente della FIGC Abete per dirglielo. Ha detto che ci penseranno. Questa norma esiste solo in Italia”.

Ciò ha portato, un anno dopo, il nuovo presidente Tavecchio e tutto il consiglio federale a cancellare il reato di discriminazione territoriale dal codice di giustizia sportiva, dimostrando l’influenza dei club e dei loro presidenti nel governo del calcio; un’influenza spesso rimasta nascosta fino a quando, “salvando” Tavecchio dal mare di critiche da cui era sommerso e portandolo alla presidenza come se nulla fosse, è risultata evidente, poiché a votarlo e a sostenerlo sono stati alcuni tra i presidenti più influenti del calcio italiano. Un'influenza in grado di cambiare le carte in tavola e molto di più.

Se le società sono capaci di esercitare tale pressione allora ci domandiamo il motivo per cui ancora non si siano attivate per contrastare l’ormai tristemente noto progetto Tessera del Tifoso.

La schiera di presidenti e dirigenti che si è detta contraria a tale progetto è oltremodo folta; i danni che ha recato al calcio italiano sono assodati, tutti concordi nel voler voltare pagina e mettere così fine a questo triste capitolo. Nonostante ciò le trasferte sono ancora soggette a restrizioni, la logica che continua a prevalere è quella di mettere in piedi regole capaci solo di disincentivare chi il calcio lo vorrebbe vivere dal vivo sugli spalti. Tutto ciò mentre il calcio italiano affonda, come dimostrano impietosi dati e statistiche. La vicenda legata alla discriminazione territoriale ci ha dimostrato che, se unite, le nostre società posso dettare legge, o quantomeno, dal momento che sulla tessera l'interlocutore è l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive e perciò il Ministero degli Interni, fare pressione in modo da tutelare se stesse e i propri tifosi. Per il bene dei loro tifosi, del calcio nostrano, di tutti, si rendano al più presto conto che è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti: mettiamo la parole fine alla Tessera del Tifoso!