UTC: "Codici di riconoscimento: Italia vergogna d'Europa"

Riportiamo integralmente il comunicato UTC pubblicato sul proprio sito ufficiale ultrastito.com.
13.04.2015 17:32 di  Redazione Sampdoria News   vedi letture
UTC: "Codici di riconoscimento: Italia vergogna d'Europa"
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© foto di Federico Gaetano

In questi giorni si è fatto un gran parlare dell’ introduzione del reato di tortura in Italia. A prescindere da come si concluderà l’iter parlamentare in merito, alziamo la voce per sottolineare la CONTINUA mancanza dei codici di identificazione sulle divise delle forze dell’ordine. Lo stato continua a giustificarsi e a cercare di guadagnare tempo per far passare inosservati i ben 3 disegni di legge recentemente  proposti al governo. Gli stessi codici per cui noi ci battiamo da anni. Già dalla stagione 2005/2006 la nostra lotta per ottenere un diritto sacrosanto all’interno di uno stato” DEMOCRATICO” è sempre stata poco considerata (per non dire totalmente ignorata) dalle istituzioni e dalla stampa nazionale. Nonostante i numerosi episodi che hanno macchiato di infamia la storia del nostro paese.

Paolo Scaroni è sopravvissuto e ha potuto raccontare a tutti la sua storia, altri sono stati meno fortunati. Tralasciando gli altri numerosi abusi del mondo del tifo è altrettanto  notevole il numero di aggressioni e pestaggi in altri ambiti rimasti impuniti. Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva: sono solo alcuni dei nomi di martiri per mano della polizia; i tre citati sono tutti deceduti in occasioni e luoghi differenti ma per lo stesso movente infondato. In tutte le occasioni i giudici ammettono la presenza di violenza ma non riescono, per motivi superiori, a trovare un colpevole.

La nostra lotta non si ferma dinnanzi alla repressione di uno stato che si professa democratico anche se non si risparmia nel togliere i diritti ai propri cittadini. Ripetiamo da anni che i codici identificativi su caschi e divise sono strumenti drammaticamente necessari per tutelare l’incolumità dei cittadini e far sì che chi abusa del proprio ruolo non possa rimanere impunito.