90 minuti nei distinti: due vigilie derby a distanza di tre giorni

Tradizionale appuntamento con la rubrica ironica di Sampdorianews.net dedicata agli originali commenti provenienti dal settore dei Distinti.
28.02.2015 14:42 di Chiara Persico   vedi letture
90 minuti nei distinti: due vigilie derby a distanza di tre giorni

La cosa peggiore di un derby penso sia la vigilia: già una settimana prima si inizia con gli sfottò e le scommesse. I più vulnerabili si chiudono in casa, i più coraggiosi lanciano sfide e chi veramente si tormenta si chiude in casa in letargo ed esce solo a sofferenza conclusa. Il derby della lanterna è già di per sé il più sentito d’Italia, quindi perché togliersi la soddisfazione di essere sulla bocca di tutti, nel bene e nel male? E fu così che il ritorno di Samp – Genoa si giocò “quasi” due volte e i tifosi si sorbirono ben due vigilie a distanza di tre giorni.

21 febbraio 2015. Ore 20.45. Condizioni meteorologiche:  pioggia, tanta pioggia. Condizioni psicologiche: dal “siamo in fase calante” al “di solito al derby vincono i peggiori, quindi ce la possiamo fare!”. Condizioni fisiche: pizza sullo stomaco. Outfit: vestiti zuppi fino alle mutande. Condizioni sugli spalti: palloncini nei distinti, maschere del Baciccia ovunque, probabile coreografia nella Sud.

La pioggia, tanta pioggia, costringe l’arbitro a rimandare la partita. Un ragazzo salito dalla Puglia cerca di rivendere il biglietto appena uscito dal Ferraris, tre cinesi parlano con uno steward cercando si capire cosa fare di tre quei pezzi di carta bagnati, qualcuno impreca contro il caro benzina e calcola quanto ha speso per venire allo stadio, altri assumono tranquillanti per riuscire a prendere sonno e possibilmente risvegliarsi credendo che sia stato tutto un brutto sogno: il derby non solo si è giocato, ma abbiamo pure vinto.

24 febbraio2015. Ore 18.30. Condizioni meteorologiche: vento, tanto vento. Condizioni psicologiche: da “un altro giorno vicino al collega che mi sfotte non posso sopportarlo” al  “a quest’ora mi sembra di andare a vedere la partita di mio figlio che ha otto anni”. Condizioni fisiche: stomaco vuoto (visto l’orario disumano).  Outfit: collant, canotta, maglietta termica, maglione, piumino lungo, doppia sciarpa blucerchiata (e nonostante tutto un filino d’aria arriva fino alla pancia). Condizioni sugli spalti: solo voce, coreografia volata via.

E così in tre giorni i tifosi passano dal clima da monsone ai 40 nodi di tramontana. Ma lo stadio vuoto non rimane. Cambia il meteo, ma non la formazione. Davanti Okaka e Eder, panchina per Muriel e Eto’o.

Al 17’ Niang serve Falque che insacca per il vantaggio rossoblù. Qualcuno impreca contro il caro benzina e calcola quanto ha speso per venire allo stadio (due volte) e vedere perdere la sua squadra. Altri assumono tranquillanti. Per fortuna in due minuti non fanno effetto al 100% e riescono ancora a vedere Eder che beffa Roncaglia e ci fa esultare prima di sprofondare nel torpore.

Sciarpe lanciate, abbracci a vanvera, gente che rotola e bambini che perdono l'equilibrio. Qualcuno ci informa che qualcuno seduto in panchina vuole togliere la regola che si possa rubare palla all’avversario: il furto, d’altra parte, è un reato. Poi è solo sofferenza, qualche brivido e finale “con sorpresa”: traversa colpita da Kucka e Viviano che salva la porta sul tentativo di Bertolacci.

Un derby perso al 94’ non premiava una tifoseria sempre bella e calda, nonostante pioggia, vento e orari assurdi!