Iachini: "Dispiaciuto per come sia finita dopo la promozione. Da giocatore sarei andato volentieri alla Samp perchè c'era Boskov"

28.03.2015 09:51 di  Giuseppe D'Amico   vedi letture
Iachini: "Dispiaciuto per come sia finita dopo la promozione. Da giocatore sarei andato volentieri alla Samp perchè c'era Boskov"
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© foto di Andrea Ninni/Image Sport

Il gol di Nicola Pozzi a Varese rimarrà per sempre l'immagine della risalita immediata in Serie A per i tifosi doriani, ma dietro a quella squadra c'era Beppe Iachini, mister in grado di ottenere ben quattro promozioni dalla B alla A su quattro panchine diverse, quelle di Chievo, Brescia, Palermo e appunto Sampdoria.

Nel numero 207 di Calcio2000 l'attuale tecnico del Palermo ha parlato della propria carriera, prima da giocatore e poi da allenatore, rispondendo a domande che hanno toccato sia l'aspetto tecnico, sia i rapporti con altri personaggi incontrati nella sua avventura calcistica. Da giocatore, il cinquantenne natìo di Ascoli Piceno rifiutò la Sampdoria per accasarsi al Verona, salvo poi ritrovare i colori blucerchiati sedendo però in panchina. L'interruzione del rapporto tra Iachini e i blucerchiati arrivò per mano di Pasquale Sensibile, che gli preferì Ciro Ferrara per traghettare la squadra nella massima serie. Di seguito uno stralcio dell'intervista:

E va al Verona, rifiutando la Sampdoria... "No, sarei andato volentieri perché c'era Boskov. Ma tra il mio agente Caliendo e il Verona ci fu un accordo precedente. Non sono pentito, dirlo non sarebbe rispettoso nei confronti di una piazza dove sono stato bene. Magari dispiaciuto si, perché essere allenato ancora da Boskov mi sarebbe piaciuto. Ma va bene così, ho fatto il mio percorso e raccolto tante soddisfazioni".

E adesso la faccio arrabbiare: Pasquale Sensibile. "No, non mi arrabbio. Sono rimasto dispiaciuto per come sia finita dopo aver raggiunto una promozione con la Sampdoria, dove abbiamo ricostruito da capo il gruppo valorizzando diversi giovani. Alla fine, il fatto di non essere rimasto, mi è dispiaciuto. Pensavo di essere in una società seria che potesse dare continuità al lavoro. Peccato, ma poi ti passa perché devi pensare ad altre battaglie. Conosco bene il papà di Pasquale. Più che sul piano professionale, sono rimasto male dal punto di vista umano. Se oggi lo rivedessi lo saluterei, magari ci scapperebbe anche un sorriso. Purtroppo è andata così. Ma il destino ha voluto che facessi un altro percorso".